Bartolozzi
SESTESE: Varosi, Zerbo, Kola, Campani, Ghinea, Bartolozzi, Sponsale, Shabani, Petrini, Bartoli, Di Vico. A disp.: Sorisi, Baldini, Bittini, Ciuccio, Dondini, Franchi, Giovannelli, La Grotta, Zaiti. All.: Corti Jacopo
GIOV. FUCECCHIO: Vescovi, Cantini, Andreini, Menichetti, Bianchi, Salvini, Pellinacci, Migliorati, Santorufo, Degl Innocenti, Micheli. A disp.: Meoni, Andreozzi, Demir, Casu, Lupi, Spinelli, Cortopassi, . All.: Serraglini Emiliano
ARBITRO: Simone Mancuso Prizzitano di Pistoia
RETI: Bartolozzi
C'è un tratto metafisico nella rete che Bartolozzi segna allo scadere, la rete che consente alla Sestese di battere il Fucecchio e restare agganciata al San Miniato capolista. C'è un tratto metafisico, e non perché la tribuna del Torrini confina con la chiesa di San Giuseppe Artigiano, e a mezzogiorno il calore del pubblico finisce sovrastato dai rintocchi delle campane, non rintocchi classici, no, O bella regina; c'è un tratto metafisico, perché all'aspetto concretissimo - i tre punti, la scia del San Miniato - se n'aggiunge uno sospeso tra il simbolico e l'arcano: quando si vince una partita così, nella quale con l'ultimo pallone buono si riesce a sconfiggere l'azione congiunta della sorte (due le traverse, di Bartoli nel primo tempo e di Franchi subito prima del vantaggio) e di un avversario organizzatissimo, s'intuisce che la stagione che s'è appena schiusa potrebbe regalare gioie indicibili. Da troppo tempo (dopo il biennio di stop la bacheca delle giovanili è ancora sguarnita) la Sestese non vince un campionato: c'è andata vicina l'anno scorso, ed è finita malissimo. È presto per capire in quale delle tre categorie potrà battagliare meglio, se addirittura lo farà in più d'una (e perché non in tutte e tre? per talento e storia l'ambizione è legittima): di certo la rete di Bartolozzi rende protagonisti gli U15, che se non avessero vinto sarebbero stati risucchiati vicino a Tau (occhio, arriva; ma si sapeva), Affrico e Monteserra e che invece restano incollati alla capolista, che - a proposito di metafisica, di chiesa e di campane - il 2 novembre saranno di scena al Torrini. Di contro, perlomeno per qualche giornata devono essere ricalibrate le ambizioni del Fucecchio: le qualità che ha espresso, le occasioni che ha creato e la solidità difensiva che è riuscito finalmente a esibire (dato curioso e un po' triste: solo in un'altra partita aveva subito una sola rete, nell'1-5 di Livorno; stavolta riduce i pericoli, e perde: perde perché per la prima volta non segna) legittimano qualsiasi sogno, che però i punti e soprattutto la posizione in classifica costringono a ridimensionare. Crolla tutto su un calcio d'angolo di Campani, mezzala fuoriserie; così come tutto era iniziato su un calcio d'angolo di Campani (lo aveva concesso Menichetti su un filtrante di Sponsale da destra) catturato da Shabani dopo che la traiettoria aveva oltrepassato tutto lo specchio: allo sprint su Bianchi segue il destro secco sul primo palo, protetto da Vescovi, che in due tempi impedisce la ribattuta di Petrini (10'). A un angolo il Fucecchio affida la propria risposta: da destra lo calcia Degl'Innocenti a rientrare, e dal secondo palo la testa di Santorufo chiama Varosi alla parata in tuffo (11'). È efficace, e forse più difficile, anche quella sfoderata quattro minuti più tardi per neutralizzare la seconda occasione del Fucecchio, anche questa nata da una ripresa del gioco, stavolta una rimessa laterale: sulla corsia sinistra la batte Andreini, e sullo slancio Degl'Innocenti riesce a farsi largo tra Zerbo e Ghinea, affondare in area di rigore e calciare in porta con l'esterno destro. Col destro, al volo in girata, calcia anche Micheli nell'azione che vale il terzo pericolo per la Sestese: lo avevano creato un contrasto sulla trequarti (Campani e Salvini i duellanti) e il rimbalzo intorno ai venticinque metri, lo neutralizza la fisica, che impedisce che il pallone scenda abbastanza da incastrarsi sotto il secondo incrocio (22'). All'angolo, basso però, mira anche Shabani nel tentativo di capitalizzare la punizione concessa da Mancuso Prizzitano dopo un fallo di Menichetti su Petrini ai venticinque metri scarsi: Vescovi non si fa tradire dallo spiffero che s'apre in mezzo alla barriera, e concede giusto un calcio d'angolo (di nuovo Campani, da destra, alla battuta), che allontana di pugno. Sul rimbalzo il Fucecchio avvia una ripartenza potenzialmente letale: l'alimenta Bianchi, che elegantissimo, alta la testa, scappa dalla propria area di rigore a quella avversaria, e la cestina Pellinacci, che inciampando nel momento d'aprire l'interno destro manca un tocco facile nella porta spalancata. L'episodio punge la Sestese, che gestisce meglio il calcio d'angolo successivo (è il terzo di sette totali, stavolta Campani si porta alla bandiera sinistra): perso dalla difesa del Fucecchio, che lo lascia liberissimo al limite dell'area di porta, Ghinea ha il tempo per armare l'interno destro al volo; ce l'avrebbe anche per imprimere al pallone tutta la forza che serve, ma in questo manca: l'impatto genera un tiro debole, che incredulo Vescovi riesce a bloccare. Più complicato sarebbe stato intervenire sul mancino che, calamitata la sua respinta di pugno dopo il traversone di Kola (efficace il dribbling su Migliorati), dalla trequarti Bartoli scarica verso la porta: solo la traversa, la prima di due, nega alla Sestese il vantaggio alla fine del primo tempo. Segue una ripresa meno intensa, nella prima parte della quale è il Fucecchio ad affacciarsi meglio nella metà campo avversaria; nel conto dei tiri entrano però giusto due punizioni sparacchiate fuori da Migliorati, la seconda delle quali porta con sé una valutazione della quale si discuterà a lungo: se la decisione tecnica di Mancuso Prizzitano è ineccepibile, netto il fallo di Campani su Santorufo lanciato profondo dal filtrante di Spinelli (aveva rilevato Pellinacci), sulla sanzione disciplinare resta più di qualche dubbio. L'espulsione non sarebbe stata un'eresia: centrale la direzione, vicina l'area di rigore, evidente il controllo del pallone, nessun altro difensore in grado d'intervenire. Più banalmente, ai corsi arbitri insegna(va)no: se vi viene un dubbio tra giallo e rosso, è rosso - altrimenti, era la chiusa, il dubbio non vi sarebbe venuto. È evidente che nella testa di Mancuso Prizzitano il dubbio non scatta, e dunque oltre che nel punteggio si resta pari anche nel numero dei duellanti, che per una dozzina di minuti riprendono a battagliare senza spigoli né sussulti; poi la partita torna a infiammarsi, e a infiammarla sono tre che Corti ha inserito dalla panchina nel tentativo di rompere l'opposizione del Fucecchio. I primi due sono Zaiti (fuori Sponsale), che premia il movimento di Petrini a tagliare dal centro verso destra alle spalle di Bianchi, e La Grotta (fuori Di Vico), che al limite dell'area di rigore cattura il rinvio di Salvini e calcia di controbalzo con l'esterno destro, di due pollici oltre il secondo palo; il terzo è Franchi (fuori Zerbo), che sulla trequarti offensiva recupera il pallone allo stesso Salvini e cerca la porta, protetta da Vescovi con l'aiuto della traversa. Oltre al rammarico della Sestese per il secondo legno, l'episodio genera un calcio d'angolo da destra, poi uno da sinistra, poi un altro, sempre Campani in pedana; l'esecuzione decisiva è la terza: nessuno del Fucecchio si ricorda di marcare Bartolozzi, che appostato sul secondo palo non ha bisogno di saltare per spingere il pallone di testa in rete. L'ammonizione (evitabile, evitabilissima per un centrale difensivo, che nel corso della stagione può aver bisogno di giocarsela in situazioni ben diverse) che Mancuso Prizzitano gli notifica per l'esultanza senza maglia merita il perdono immediato: la Sestese vince, vince e sta vicina al San Miniato, vince e ai tre punti allega metafisica, senso, simboli. .
Calciatoripiù: più volte neutralizzata da Vescovi, in difficoltà soprattutto sulle accelerazioni di Micheli e quando nel Fucecchio entra Spinelli, la Sestese, che per tutto il primo tempo s'era affidata alle giocate di Shabani (è un'ala sinistra, nessuno si faccia ingannare dall'otto sulle spalle) e alle geometrie di Bartoli, vicinissimo alla rete con un mancino favoloso, vince la partita con la serie di calci d'angolo che nascono dalla traversa di Franchi. Sul terzo Campani, mezzala fuoriserie, fa scendere il pallone sulla testa di Bartolozzi: da lì in porta, in allegato i tre punti e un po' di metafisica.
Samuele Tofani