RETI: La Spina, Salsi, Nocentini, Nocentini, Nocentini, Nocentini, Casamenti, Casamenti, Autorete, Sabatino, 1' Genovesi, 1' Genovesi, 1' Genovesi, 1' Genovesi
AFFRICO: Campanales, Pallotti, Yparraguirre, Mangani, Donofrio, Labiad, Benelli, Casamenti, Mencarelli, Genovesi, Panteri. A disp.: Mari, Voican, La Spina, Falli, Scarselli, Salsi, Nocentini. All.: Matteo Gola.
FOLGOR CALENZANO: Acciai, Pieralli, Andreuccetti, Oliarca, Frosali, Cusumano, Magurno, Lazzerini, Innocenti, Benelli, Finotello. A disp.: Braccini, Santucci, Pelagatti, Valoriani, Mazzanti, Pacifico, Martelli, Landi, Sabatino. All.: Andrea Pieri.
ARBITRO: Gean di Firenze.
RETI: 5', 67' Casamenti, 8', 22', 26', 35' Genovesi, 37', 39', 40', 63' Nocentini, 43' Salsi, 57' La Spina, 47' autorete pro Affrico, 45' Sabatino.
Quando ci si trova a commentare un risultato così netto ed evidente, può risultare perfino troppo facile decretare la netta supremazia di una squadra verso l'altra e comminare la giusta lode per qualche singolo distintosi per i gol a grappoli segnati o per il particolare gesto sportivo, ma può essere anche particolarmente difficile in quanto ogni partita deve portare lo scrivente a spunti di riflessione, valutazione del cosa può essere successo' e tentare di spiegare questo simile risultato. Rendiamoci le cose facili e cominciamo dall'ovvio: parlando di questa leva calcistica, l'Affrico è più forte del Calenzano e probabilmente lo sarà anche negli anni a venire. Se il calcio può essere misurato bonariamente in 10 punti cardine - tattica, tecnica, fisicità, scaltrezza, corsa, intensità, squadra, schemi, potenza e qualità della panchina - l'Affrico in questo momento è superiore in tutto. È una squadra stabile e compatta, con precisa identità in campo, con visibili schemi di gioco (che hanno fruttato varie incursioni vincenti), scaltra e già avvezza alle furberie della marcatura e con gran parte del gruppo ormai fisicamente formato e difficilmente contrastabile se non si è di pari stazza. Può essere preso a esempio per tutti il numero 18 Nocentini che, entrato nel secondo tempo al posto di capitan Mencarelli a risultato ormai in ghiacciaia e autore di 4 gol, rappresenta al meglio questa differenza. Un vero e proprio centroattacco stile panzer teutonico' (per premiare una definizione di altri tempi) non ancora quattordicenne, alto più di tutti i presenti alla partita (compreso il pubblico) e con un fisico impossibile da contenere per i valenti difensori calenzanesi. Potremo anche parlare della tecnica sopraffina di Genovesi, numero 10 biancoblù ed autore di 4 gol tutti nel primo tempo, che ha deliziato con geometrie precise, mirabile posizione in campo e spavalda sicurezza in fase realizzativa. Seguendo poi il discusso insegnamento impartito dal calcio britannico, ovvero che nel pieno rispetto della squadra avversaria si gioca al massimo a prescindere dal risultato in atto (regola ancora non proprio del tutto assimilata dal nostro paese), l'Affrico ha continuato a giocare al suo massimo livello fino all'ultimo secondo, segnando ben otto volte nel corso del secondo tempo. Con queste premesse, si può cominciare quindi a capire i motivi di tale imbarcata della squadra rossoblù. Ma il problema focale non è qui. L'Affrico gioca molto bene, ha elementi fuori categoria e un sistema di gioco basato sulla velocità e sui tocchi di prima che stordisce ma il Calenzano alla fine ha sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare, soprattutto sul lato caratteriale. Si può perdere una partita contro un avversario più forte, ma non così. Desta preoccupazione la sensazione che si è percepita dopo appena 8' di gioco. La squadra ospite non ci credeva e probabilmente non ci ha mai creduto. In poche parole era più che sicura di perdere ed è entrata in campo con la vestige della vittima sacrificale. Mai un contrasto vinto, mai una rincorsa a perdifiato su un giocatore avversario sgusciato via, mai un raddoppio di pressing a centrocampo dove l'Affrico ha imperversato come meglio riteneva, mai arrivati primi sulle seconde palle anzi arrivati terzi o quarti, mai un fallo a tentare di fermare lo strapotere fisico avversario e soprattutto mai un segno di rabbia e di reazione per quanto stava succedendo. Timidi, incerti, rassegnati e molto ma molto desiderosi di finire sotto la doccia quanto prima. Se conosco un poco il calcio, questa è la cosa che fa più imbestialire un allenatore e non vorrei essere nei panni di questi giocatori alla ripresa degli allenamenti quando quanto dimostrato in questa gara verrà analizzato insieme al proprio mister. Se nelle prime due partite del girone élite il Calenzano ha avuto da recriminare - e forse anche a ragione - sulla conduzione arbitrale, in questo match ha fatto tutto da sola, autocondannandosi alla invisibile normalità. Questo non è (e non potrà mai più essere) il Calenzano che abbiamo imparato a conoscere. Se il percorso di crescita, soprattutto caratteriale, deve passare anche da queste tranvate ben venga ma questa partita, persa con 12 gol di scarto, deve servire a qualcosa. Quindi che il Calenzano tenga bene a mente questa partita, con i relativi lividi morali, e colga l'occasione per coltivare l'umiltà necessaria a scalare un successivo gradino verso questo livello che per ora non sembra poter sostenere. Lo scontro casalingo con la Settignanese nel prossimo weekend potrebbe essere un nuovo punto di partenza. L'Affrico visto in questa occasione è destinato a lottare per vincere il girone e ha le carte in regola per andare a caccia dello Scandicci, l'altra corazzata del girone H, vincitrice del primo round nel testa a testa giusto nella seconda giornata. Non vedo infatti squadre nel girone che possono in questo momento competere con queste due formazioni. Eviterei, a questo punto volutamente, la fredda cronaca delle azioni (i marcatori sono già in evidenza) e la stilazione dei
Calciatoripiù che, in una partita a senso unico come questa, non hanno sinceramente motivo. Alla prossima miei cari lettori vicini e lontani.