RETI: 13' Raimondi, 52' rig. Rossi
SESTESE: Tognoni De Pugi, Nuti, Gori, Garzi, Papini, Papucci (76' Macchinelli), Gocaj, Rapezzi (70' Corigliano), Baldi, Bravi (55' Ferroni), Boschi (79' Vannini). A disp.: Fantini, Alickaj, Bottai. All.: Andrea Bellini.
SCANDICCI: Lami, Lari, Grillo, Pisco, Hognogi, Raimondi (81' Marotta), Papi, Giraldi, Rossi, Berti (51' Lapucci), Lepri (64' Giusepponi). A disp.: Nati, Grisolini, Francini, Baraoumi, Banchini, Cappelli. All.: Fabio Zuccaro.
ARBITRO: Franco di Prato
RETI: 13' Raimondi, 52' Rossi rig.
NOTE: espulso Hognogi (65'). Ammoniti Pisco, Ferroni e Corigliano. Angoli: 3-4.
È uno schema tipico delle vicende umane, dall'epica variamente raccontata fino alla psicologia quotidiana: per diventar grandi bisogna affrontare il passato, e possibilmente sconfiggerlo. Ora, rispetto al resto delle vicende umane lo sport ha uno statuto particolare che sintetizza nel concetto di rivincita la possibilità di replicare il confronto all'infinito; ma anziché depotenziarlo lo arricchisce, stratificando le suggestioni. Ecco perché quando Zuccaro torna a Sesto i motivi d'interesse esplodono; ed ecco perché quando Zuccaro viene via vincitore da Sesto si può dire ufficialmente che (ma piccolo è mai stato?) il suo Scandicci è diventato grande. Lo 0-2 sulla Sestese è stato decisamente meno scintillante e più fradicio rispetto alla vittoria ampia sull'Arezzo, in parte ridimensionata dall'8-1 registrato a Capezzano; ma anziché depotenziarlo la fatica amplifica il successo: quando si vincono gare così ostiche si può sognare d'arrivare ovunque.
È uno schema tipico delle vicende umane: può essere il Maracanà come il parcheggio della Coop, quando s'affrontano due che la storia e il destino hanno fatto sfidare da quando esistono il contesto non conta. E quindi non conta (cioè: conta, ma conta a parte) la classifica che vedeva la Sestese avanti con una gara in più, né il diverso stato di forma dopo che la sfida con l'Arezzo è finita all'opposto: può succedere di tutto, e può succedere subito. Così non si fa in tempo a prender nota dei sistemi di gioco che c'è già da appuntarsi un'azione da rete: Gori batte profonda una rimessa laterale da sinistra, Bravi spizza per Baldi che infilza la difesa e si porta in posizione di sparo dal lato corto dell'area di porta; l'esecuzione, un esterno destro al volo in corsa, è tanto apprezzabile per coordinazione quanto dimenticabile per l'esito, pallone in fallo laterale dall'altra parte; ma è il segno che la Sestese ha approcciato la gara nel modo giusto. E al 7' potrebbe passare avanti; anzi, passerebbe avanti se Franco non le annullasse la rete del possibile vantaggio: il lungo rilancio di Gori alimenta il doppio triangolo tra Baldi e Bravi che quasi dal fondo mette al centro una via di mezzo tra un tiro rasoterra e un traversone arretrato; l'unico errore di una gara stratosferica rischia di crocifiggere Lami che perde la presa bassa sulla pressione di Boschi, irregolare però secondo Franco assolto per insufficienza di prove. Ci vogliono due urlacci di Zuccaro per far sbiadire l'appannamento dello Scandicci, stranamente disordinato dietro: dopo 10' senza fiato e la pesantissima ammonizione di Hognogi (un tempo dopo lascerà i suoi in dieci) la terza linea s'assesta, merito sia di Grillo che copre le magagne di Pisco insolitamente svagato per tutto il primo tempo sia del filtro di Papi e Giraldi in mediana. Ma il 4-3-3 di Bellini è decisamente aggressivo: in regia Garzi gioca migliaia di palloni; Boschi, Baldi e Bravi vanno in pressione costante sul primo portatore di palla avversario e per lo Scandicci sembra difficile uscire dalla propria metà campo. Sembra, appunto: perché all'ala destra gioca uno che già decisivo con l'Arezzo promette d'esserlo per tutto il resto della stagione. È Raimondi colui al quale lo Scandicci s'affida per guadare un frangente difficile; ed è Raimondi che costruisce la prima palla-gol raccogliendo un corto rinvio di Papini e sfiorando il palo lontano con un destro a incrociare dopo essersi decentrato per scartare Gori. Una signora, evidentemente in tribuna per affetto e non per il calcio, commenta sottolineando che «questo sei corre proprio piano, arrivano sempre prima i nostri»: se avesse avuto un po' più occhio (ma le sarebbe bastato aver letto Calciopiù della settimana prima) avrebbe evitato; e avrebbe fatto una figura migliore. Perché 5' dopo è proprio la rapidità di Raimondi a condannare la Sestese: arretrato fino alla trequarti, Berti imbastisce l'azione in mediana e scarica per Papi che percepisce il taglio di Raimondi e lo serve con una scelta di tempo perfetta a far fuori Gori senza che scatti il fuorigioco; oltre a smentire la signora quello che viene dopo (dribbling su Tognoni De Pugi in uscita e destro rasoterra in equilibrio precario, in rete con l'aiuto del secondo palo) rappresenta la sintesi di un'ala fenomenale e soprattutto porta in vantaggio lo Scandicci. Ma la Sestese, che per buona parte del primo tempo terrà lo Scandicci schiacciato al di qua della linea mediana, reagisce subito: il fallo di Pisco (ammonito) su Baldi le vale una punizione sulla trequarti destra; il destro di Garzi accarezza il pallone verso la testa di Nuti che stacca solo in mezzo all'area di porta senza però trovare lo specchio. La Sestese continua a premere e al 17' si ferma a una decina di centimetri dal pari: insolitamente svagato per tutto il primo tempo, Pisco buca un pallone facile in mezzo all'area regalandolo a Baldi che lo calamita e attende il primo passo di Lami per superarlo in pallonetto, insufficiente però per valere l'1-1; splendido tatticamente almeno quanto è solido in marcatura, Grillo ha già capito che cosa stia per succedere ed è volato sul palo lontano su cui fa perno per ripulire la linea di porta ed evitare che l'ultimo rimbalzo la superi. Pur se in vantaggio lo Scandicci è in affanno, Zuccaro tenta d'aggiustarlo alzando di una decina di metri la posizione di Raimondi (si stringono Papi, Giraldi e Rossi) per costringere Gori a restare bloccato sulla terza linea. Ma all'azione successiva la Sestese sfiora di nuovo il pari: dalla mediana Garzi vernicia un lancio profondo che scavalca Pisco, in difficoltà ormai acclarata, e porta di nuovo Baldi in posizione di sparo; è superlativa la parata di Lami che lo affronta in uscita e in tuffo blocca il suo destro potentissimo. La sfida si ripete poco prima della mezz'ora: Gocaj alza la testa e scavalca la difesa per servire Rapezzi, contrastato due volte da Grillo di nuovo decisivo; il pallone schizza nella zona di Baldi cui di nuovo s'oppone Lami a terra. Per 10' lo Scandicci prende fiato, poi ringrazia Franco che non s'accorge che Lari era salito tardi e nega a Baldi la rivincita per un fuorigioco che non c'è. Ma i ringraziamenti diventano proteste cento secondi più tardi quando Raimondi, quello che per la signora correva piano, svernicia Gori recuperandogli cinque metri in tre passi: la trattenuta che facilita l'uscita di Tognoni De Pugi è troppo leggera per portare all'espulsione che sarebbe stata automatica in caso di fischio. Lo Scandicci comunque chiude il primo tempo all'attacco, soluzione utile a prendere fiato anche se non a raddoppiare: Raimondi non approfitta dell'errore di Papini, che interrompe un lancio lungo verso l'area ma si scorda del pallone, e si fa chiudere da una scivolata valida solo per un angolo senza esito. L'avvio della ripresa sembra annunciare la replica del primo tempo, ma è sufficiente un episodio per distruggere ogni volontà di rivalsa della Sestese: servito in area da Rossi, Lepri viene teso da Papini quando rientra sul destro per calciare; Franco (e a proposito di Franco: ha diretto insomma, molto impreciso soprattutto in sede disciplinare; ma sugli episodi decisivi, la posizione regolare di Raimondi sullo 0-1 e il rigore del raddoppio, ha visto bene; e sulla rete annullata alla Sestese merita un'assoluzione per insufficienza di prove, era più vicino di tutti rispetto al dettaglio mani di Lami-pallone-piedi di Boschi) concede allo Scandicci un rigore evidente che Rossi gelido appoggia in rete. Da qui in poi la Sestese sparisce, improvvisamente incapace di costruire vere azioni da rete sia in parità sia in superiorità numerica. Prima dell'espulsione di Hognogi ci sono però da raccontare almeno quattro occasioni dello Scandicci: Raimondi, quello che secondo la signora correva piano, scarta Gori e Papucci uscito in copertura e dal fondo centra sottoporta per Lapucci (era stato sostituito Berti) infastidito da Papini e in ritardo d'una spanna (58'); Lepri avanza centralmente e scarica per Rossi che calcia col destro dall'arco dell'area senza però trovare lo specchio (61'); Giraldi verticalizza per Lepri che dal limite manca l'incrocio per un palmo (63'); Raimondi, quello che secondo la signora correva piano, spacca di nuovo in due la difesa locale e dal fondo serve a centro area Rossi cui Gori con la figura nega la doppietta (64'). Poi la partita rischia di nuovo di cambiare volto: Franco punisce con la seconda ammonizione un fallo leggero di Hognogi su Baldi e lascia lo Scandicci in dieci per mezz'ora. Ma la Sestese non riesce ad approfittarne, neppure quando Bellini cambia qualcosa davanti inserendo Corigliano, Macchinelli e Vallini (era già entrato Ferroni); funzionano le contromosse di Zuccaro che abbassa Rossi (il nove!) sulla linea dei difensori e nel finale inserisce Marotta per alzare Lari e dare nuovo equilibrio al 4-4-1 che viene fuori. Dall'espulsione in poi si registrano solo un'azione per parte, la sovrapposizione di Lari su Raimondi chiusa col muro di Papini su Lapucci servito a centro area (78') e l'uscita bassa di Lami sul pallone profondo di Ferroni per Vannini a 7' dalla fine. È uno schema tipico delle vicende umane, quando s'esce vincitori dalla sfida al passato s'acquistano poteri nuovi: lo Scandicci vedrà d'usarli già domenica col Capezzano in quello che s'annuncia come il big-match di giornata.
Calciatoripiù : costante punto d'equilibrio della manovra, Garzi gestisce qualche centinaio di palloni ripulendone qualche migliaio; a destra Nuti tampona bene le offensive avversarie, nel primo tempo lo Scandicci sussulta ogni volta che Bravi (Sestese) accelera; infallibile dal dischetto, Rossi è preziosissimo sia da ala sinistra sia da mezzala sia da terzino nell'ultima mezz'ora; quando in mediana Papi alza la testa si sa che qualcosa sta per accadere; per tutto il primo tempo Grillo rende imperforabile una difesa che senza lui e Lami sarebbe caduta più volte; il migliore però è ancora una volta Raimondi (Scandicci), quello che corre piano soltanto secondo Usain Bolt e una signora in tribuna. Su sua richiesta (di Raimondi, non della signora) la madre l'ha registrato con lo smartphone finché non è uscito: speriamo che almeno lei sia riuscita a stargli dietro.