• Allievi RegionaliElite
  • 09/10/2022 10.30.00
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  • Scandicci
    Lapucci
    Lapucci
  • 5 - 1 09/10/2022 10.30.00
  • Arezzo
    Berti
    Raimondi
    Rossi
    Lazzeri

Commento


AREZZO: Strangis, Innocentini, Nacchia (25' Vivoli), Castaldo (78' Carta), Sonnati S., Aiello, Celli (83' Bracciali), Verdini, Montanari (67' Lazzeri), Ferretti (60' Musotti), Benettini (46' Emanuele). A disp.: Bollella, Menchetti . All.: Pozzi Yuri
RETI: Lapucci, Lapucci, Berti, Raimondi, Rossi, Lazzeri
NOTE: Espulso Aiello. Ammoniti Nacchia, Verdini.SCANDICCI: Lami (75' Nati), Lari, Grillo (69' Marotta), Pisco, Hognogi (83' Grisolini), Raimondi (61' Banchini), Papi (63' Grevi), Giraldi, Rossi, Berti (53' Lapucci), Lepri (58' Giusepponi). A disp.: Tagliavini. All.: Fabio Zuccaro.
AREZZO: Strangis, Innocentini, Nacchia (26' Vivoli), Castaldo (85' Carta), Sonnati, Aiello, Celli (83' Bracciali), Verdini, Montanari (68' Lazzeri), Ferretti (61' Musotti), Benettini (46' Emanuele). A disp.: Bolella, Menchetti. All.: Tommaso Nardin.
ARBITRO: Gioia di Valdarno
RETI: 7' Rossi rig., 37' Raimondi, 48' pt Berti, 55', 82' Lapucci, 68' Lazzeri.
NOTE: espulso Aiello (46' pt). Ammoniti Nacchia, Verdini e Raimondi. Angoli: 2-5. Recupero: 3'+3'.



Il caos è una scala. Per un mese l'Arezzo ha tentato di affidarsi al detto con cui Petyr Baelish spiega perché abbia innescato gli eventi che avviano il primo atto del Trono di Spade: chaos is a ladder, il caos è una scala. Il caos delle altre, ovviamente: sullo sfondo c'erano sempre un regno e una corona rimessi in palio da un rimescolamento inevitabile dopo una stagione di ricucitura tra il pre e il postpandemia. Ma da quella scala lo Scandicci lo butta giù: anzi, gliela sfila di sotto prima che riesca ad appoggiarla al muro. È inevitabile il capitombolo, e sonoro; e perlomeno per tre giorni (domani si rigioca, è in calendario il primo dei quattro turni infrasettimanali) il 5-1 finale ristabilisce l'ordine classico dei campionati d'élite nei quali per le neopromosse c'è spazio, sì, ma non così in alto. Soprattutto nel primo tempo per resistenza fisica e qualità individuale e aggregata la prestazione dello Scandicci è impressionante: si vede profonda la mano di Zuccaro che ha preso una squadra forte e l'ha resa una squadra formidabile. Rispetto allo 0-3 di Forcoli cambiano giusto due interpreti, uno dei quali zoppica mesto in tribuna: terzino sinistro gioca Hognogi perché davanti a Chiariello, coccolato dal padre e dai compagni che corrono sotto la tribuna a dedicargli ogni rete, si spalanca una stagione complicatissima; l'altro cambio è Berti per Lapucci, che in 40' esatti segnerà due reti la prima delle quali appena dopo essersi girato per far vedere la targa all'arbitro. L'avvio è godibilissimo in tutti dettagli, da quelli più curiosi (lo Scandicci si schiera con i numeri alla Zuccaro, 2-3-4-5 dietro e 6-7-8-9 in mezzo e 10-11 le due punte; visto che dalla cintola in su anche Nardin è abbastanza creativo, viene fuori un discreto caleidoscopio in cui in mediana si confrontano due numeri nove) a quelli più propriamente tecnici: con quello che sarà l'unico errore di una gara eccellente Grillo, solo in chiusura, sbuccia un pallone facile e incarta per l'Arezzo il primo angolo della gara; il destro a rientrare di Verdini pesca sul secondo palo Sonnati che da cinque metri schiaccia verso la porta un pallone velenoso imbullettato a terra da Lami. L'avvio dello Scandicci sembra nato da una notte di passione tra sonno e timore ma basta la prima accelerazione di Raimondi per far capire a tutti che se è stato è stato solo un flirt, o più probabilmente gossip: Nacchia, che disputerà 25' angoscianti prima che Nardin decida di cautelarsi e sostituirlo con Vivoli, riesce a contrastarlo soltanto quando l'ha dribblato, è entrato in area e soprattutto gli ha nascosto il pallone; ed è un contrasto irregolarissimo che vale allo Scandicci il rigore del vantaggio, trasformato dal mancino rasoterra aperto da Rossi (7'). È Raimondi il perno decisivo del 4-4-2 di Zuccaro: per fermarlo la seconda volta che tocca il pallone Nacchia deve ricorrere di nuovo al fallo con annesso avvertimento colorato. Dall'altra parte l'Arezzo cerca spesso il taglio di Celli che parte da sinistra e converge al centro: Lari lo addomestica costantemente, ma gli spettatori apprezzano perché chiunque attacchi per mezz'ora si gioca soltanto sotto la tribuna; ci rimettono le panchine, a sessanta metri dal nucleo dell'azione. I ritmi sono infernali, al 17' l'Arezzo protesta con Gioia che stranamente mal posizionato sulla punizione veloce di Nacchia fischia a Verdini un fuorigioco che non c'è; cento secondi più tardi lo stesso Verdini interpreta al meglio le consegne da ala destra e col mancino libera sottoporta Celli che in torsione non trova lo specchio. Quando però Raimondi accelera l'Arezzo sente rumori inquietanti in ogni piolo su cui appoggia il proprio peso: già ammonito e destinato ad abbandonare la contesa entro 4', Nacchia si fa lasciare sul posto e sta a guardare il traversone insidioso verso la porta: Strangis allontana e soprattutto respinge l'interno destro di Lepri che a colpo sicuro aveva tentato di convertire in rete la ribattuta. Dopo aver cambiato il terzino sinistro Nardin ripensa anche la mediana: Montanari s'alza dietro Ferretti e Celli, Verdini scivola in posizione di mezzala destra al fianco di Castaldo che s'accentra prendendosi la regia. Ma neppure questi ritocchi riescono a contenere il furore dello Scandicci che al 31' sfiora di nuovo il raddoppio: come se poco gli importasse del terzino che gli tocca in sorte, Raimondi tratta Vivoli come Nacchia e disegna l'ennesimo rasoterra a centro area; stavolta Strangis respinge insomma e deve ringraziare Sonnati, decisivo in opposizione col corpo, se Rossi resta a qualche metro dalla doppietta. È forse il momento migliore della gara dello Scandicci che 3' più tardi fa di nuovo vibrare l'anima del proprio pubblico: Rossi sottrae ad Aiello un pallone mal controllato al limite e, decentrato a sinistra, seppur in caduta riesce a calciare col mancino mirando all'angolo lontano; in controtempo Strangis prega e viene esaudito dal dio dei portieri o chi per lui che soffia sul pallone quanto basta per farlo uscire oltre il palo. Ma non servono profeti per capire che il raddoppio dello Scandicci è maturo, né servono per indovinare il nome del marcatore: il servizio prelibato di Berti, capace di far filtrare il pallone dietro la difesa senza guardare, premia infatti l'immancabile taglio di Raimondi che s'accentra scartando Aiello e poi apre il destro rasoterra sul secondo palo. In vantaggio di due reti al 37', lo Scandicci sfrutta gli 8' rimanenti e i 3' di recupero per raggiungere l'intervallo già virtualmente vincitore: la prova del tris l'allestisce Lepri che accelera sulla corsia mancina, scarta Innocentini al momento di pagare il pedaggio per l'area e pur defilato riesce a indirizzare il mancino verso il secondo palo: stavolta è strepitoso l'intervento di Strangis che ritarda il 3-0. Già, ritarda: perché nel recupero va in scena l'azione che sigilla la partita e fa imbelvire i peraltro educatissimi tifosi ospiti: lanciato centralmente da Giraldi, Raimondi ingaggia un duello in velocità con Aiello che sembra in vantaggio ma poi incomprensibilmente rallenta; perdere il pallone e venire a contatto con l'avversario sono un unico movimento. Gioia ci pensa due-tre secondi, al quarto fischia il fallo che porta con sé inevitabile l'espulsione; l'infrazione è obiettivamente minima, una via di mezzo tra un contrasto duro e un fallo leggero, ma una volta rilevata la sanzione disciplinare scatta obbligatoria. L'Arezzo resta in dieci e sulla punizione seguente lo scarto aumenta ancora, perché Strangis respinge corto il tiro di Lepri: il pallone schizza in mezzo all'area di porta da dove Berti lo scaraventa in porta. È l'epilogo della prima frazione che lascia spazio a una ripresa dai ritmi inevitabilmente più bassi (lo Scandicci non ha bisogno d'accelerare, in dieci l'Arezzo non ci riesce) ma egualmente gradevole: per non abbassare troppo il baricentro della squadra Nardin cambia per la terza volta la posizione di Castaldo chiedendogli di sacrificarsi come centrale difensivo. E quando corre il 52' al 3-1 mancano giusto venti centimetri, quelli che misura la scarpa di Grillo sul pallonetto di Celli diretto in porta dopo aver superato Lami: arpionato mentre sta per varcare la linea che più conta il pallone precipita in mezzo all'area da dove Ferretti non centra la porta incustodita. E quanto accade all'azione successiva stende definitivamente l'Arezzo: Zuccaro chiama fuori Berti inserendo Lapucci che spedisce in rete il secondo pallone toccato. Il primo è quello che avvia l'azione, la giocata in orizzontale per Papi che di prima cerca subito la profondità per Raimondi come sempre solo a destra: la sua penetrazione si chiude con un destro rasoterra incrociato che Strangis tocca sul legno, sponda perfetta per l'inserimento di Lapucci e per il 4-0 da tre metri. Succede una cosa analoga, forse ancora più evidente, meno d'un quarto d'ora più tardi: Nardin sostituisce Montanari con Lazzeri che sulla ripresa del gioco s'apposta al vertice dell'area per raccogliere l'eventuale respinta della punizione di Verdini da venticinque metri; sporcato dalla barriera il pallone cade proprio lì e lui con un destro potente di controbalzo lo spedisce sotto il secondo incrocio nonostante la deviazione di Lami. Ma per l'Arezzo la salita è troppo impervia e a 8' dalla fine Lapucci la rende definitivamente impraticabile: metà del merito è però da riconoscere a Banchini che in mediana deruba Emanuele e gli rende possibile scatto, dribbling su Vivoli all'ingresso in area e destro rasoterra sull'uscita di Strangis. È il 5-1 che tra l'86' e l'87' potrebbe assumere dimensioni addirittura più impegnative, ma sia Lapucci (incrocio solo sfiorato come la tripletta, sarebbe stato qualcosa di simile a un record) sia Giraldi sul break di Giusepponi mancano lo specchio. Ma la prova di forza è ugualmente enorme, nessuna scala può sovvertire le gerarchie tradizionali: e domenica c'è la Sestese, la solita classicissima dalle mille suggestioni.
Calciatoripiù: Lazzeri
segna (è una rete inutile, ma è comunque una rete) a venti secondi dall'ingresso sul terreno di gioco; rispetto a Benettini chiamato fuori all'intervallo Emanuele dà maggior preso e profondità all'attacco ospite. Tutto ciò che dell'Arezzo è positivo ruota però intorno a Castaldo : intraprendente da mezzala, instancabile da mediano, generosissimo in mezzo alla difesa. Per i migliori dello Scandicci servirebbe un giornale a parte: se Pisco gioca così in pochi s'affacceranno dalle parti di Lami e Nati; Giraldi corre per diecimila e diecimila palloni tocca; Lari neutralizza Celli con cui genera un duello incandescente; Berti segna e fa segnare, Lapucci si regala una doppietta in meno di metà gara. Il migliore in assoluto non può però essere che Raimondi , ala destra col sei sulla schiena: si prende il rigore del vantaggio, segna il 2-0, provoca l'espulsione di Aiello, colpisce il palo sulla cui respinta arriva la prima rete di Lapucci; i terzini sinistri più forti della Toscana devono rendersi devoti alle arti magiche se vogliono architettare una strategia per neutralizzarlo.