LASTRIGIANA: Velleca, Ballini, Marchi, Corsi, Sona, Guasti, El Youssefi, Innocenti, Cavicchi L., Valori, Mandolini. A disp.: Maranghi, Gori, Delle Fave, Bonaiuti, Maranghi, Gasparini, Paoletti, Ermini, Tomeo. All.: Guasti Davide
SCANDICCI: Cei, Galli, Vanni, Sgai, Paoli, Barbetti, Pretelli, Manetti, Bonaccini, Alfani, Sammartino. A disp.: Dos Santos, La Torre, Canzani, Zeoli, Nenci, Bacheca, Chiariello, Rossi. All.: Gozzi Francesco
RETI: Mandolini, Galli, Zeoli, Pretelli, Bonaccini, Vanni
Di Gozzi ho già scritto, di Pretelli anche; quindi qualcuno sbatterà gli occhi pensando a un déjà-vu (e nel caso muoversi per salvare Claire), qualcuno penserà che non ho abbastanza idee e giro sempre sugli stessi argomenti, qualcuno mi scriverà che son fissato, che leggo il calcio sempre con le stesse chiavi, che quando tocca a me «diventa Gozzipiù, Scandiccipiù» (accaduto, accaduto: la realtà è sceneggiatrice). Però è un fatto che ancora una volta nella vittoria dello Scandicci, 1-5 alla Lastrigiana dopo un primo tempo sofferto e una ripresa eccellente, c'è molto di loro due cui però stavolta si aggiungono perlomeno altrettanti protagonisti: Zeoli che stappa la ripresa dopo 3' scarsi dall'ingresso, perché senza esecutori perfetti le intuizioni degli allenatori restano calamite su una lavagna; e Cei, spaziale nel primo tempo e capace di dilatare fin quasi all'intervallo il primo vantaggio ospite. Poi dopo aver sbagliato un rigore la Lastrigiana pareggia, ma affonda nella ripresa e apre allo Scandicci la strada per i play-off: se il girone di ritorno replicherà l'andata, portare in fondo la missione sarà poco meno che matematico. L'incontro si sblocca già al 9', alla prima vera azione ospite: lo scarico di Sammartino invita Alfani a creare un corridoio per Galli, perfetto il timing della sovrapposizione a destra; dì lì al vantaggio bastano una finta, Marchi e Guasti si allargano per seguire il taglio di Pretelli, due passi al centro e il morso col mancino dai venti metri. Velleca è due passi avanti e non riesce a rientrare tra i pali: pallone centrale ma potente sotto la traversa e Scandicci avanti. È immediata la reazione della Lastrigiana che per una ventina di minuti schiaccia lo Scandicci tra la mediana e la trequarti: cento secondi e la punizione tagliata di Marchi pesca a centro area Valori che sfiora soltanto e non trova specchio e pari. Ci va più vicino El Youssefi che 6' dopo insacca sottoporta sugli sviluppi di un'altra punizione, stavolta mancina, calciata corta da Valori al limite per Mandolini: il tiro sporco diventa un assist delizioso, vano però perché la difesa ospite è salita bene. E bene è posizionato Cammilli (ottima direzione: se si spolvera di dosso la supponenza d'inizio partita, peraltro superflua, promette bene) che alza il braccio e annulla. Ma la Lastrigiana resta all'attacco e chiama Cei al primo di tre interventi clamorosi: su di lui sbatte Valori (ricordate Buffon-Zidane nella finale del mondiale 2006? Ecco, stessa dinamica; in scala, ma stessa dinamica) che devia sottoporta la sponda aerea di Cavicchi sul cambio di campo di Marchi. Lo Scandicci si salva, ma anche nei 10' successivi resta troppo contratto e al 28' rischia di vedersi agguantare: Innocenti vince un contrasto in mediana, scambia in ampiezza con Cavicchi che gli rende il pallone di ritorno sulla verticale e cinque passi dentro l'area viene affossato dall'intervento tardivo di Paoli. Evidente il fallo, Cammilli è ben posizionato (ottima direzione: se si spolvera di dosso la supponenza d'inizio partita, peraltro superflua, promette bene) e manda sul dischetto Valori che rinnova il duello con Cei. E l'esito resta lo stesso: parata spaziale (l'ho già scritto, sì?) in tuffo sull'interno destro aperto e pari accartocciato. Per una decina di minuti la Lastrigiana accusa l'errore, poi al 40' prova a colpire in ripartenza dopo aver neutralizzato un angolo avversario: Valori apre il compasso e a cinquanta metri di distanza fa correre Mandolini che svernicia La Torre (fuori Manetti alla mezz'ora) ma patisce il recupero di Pretelli e l'uscita di Cei (Cei e Pretelli, Pretelli e Cei; gli altri due protagonisti sono ancora in panchina, uno per ruolo e l'altro perché è presto). Ma è ancora Lastrigiana, il rintocco del 43' porta in scena il terzo round della sfida che segna il primo tempo: El Youssefi dialoga a destra con Mandolini e premia l'inserimento di Ballini il cui cross dal fondo permette a Valori di sfidare di nuovo Cei e di nuovo uscire sconfitto, terzo grande intervento in angolo. Dalla bandierina però nasce l'1-1: la difesa contiene El Youssefi sul secondo palo, il pallone schizza al limite per Mandolini che apre il destro rasoterra e spinge in buca. L'intervallo serve a Gozzi per affilare le lame: fuori Sammartino, incandescente in avvio e poi sempre più fioco, e dentro Zeoli che in 3' scarsi conferma la bontà dell'intuizione. Corre infatti appena il 48' quando dal contrasto con Innocenti ai venti metri esce un rimpallo invitante solo per alcuni: per farne parte ci vogliono tecnica, presente, e coraggio, presente; la volée di destro, violentissima, si addormenta sotto la traversa. Da qui in poi la Lastrigiana scompare: per un tempo lo Scandicci governa, domina, dilaga. Già al 52' si sentono le prime trombe che annunciano l'1-3: fa le prove Alfani che calcia alto sull'assist dal fondo di Zeoli dopo la giocata profonda dell'incontenibile Pretelli (e all'inizio dell'azione Cammilli, per il commento sulla direzione leggere sopra, sorvola su una spinta sospetta di Velleca su di lui). Bastano comunque 5' per vedere l'araldo entrare in scena (ecco: se avesse segnato un napoletano avrei potuto scrivere «Annunciazione annunciazione» senza forzarlo: alcuni hanno tutte le fortune): Bonaccini ruba a Sona la rimessa laterale di Marchi, scappa a destra e cerca Alfani sul secondo palo; la sua torre a centro area libera Pretelli che in elevazione spinge il pallone sotto la traversa e corona una partita enorme con una rete pesante. Per un quarto d'ora la Lastrigiana affoga, poi prova a riaffiorare a 18' dalla fine: subentrato a Valori, Tomeo danza al limite e scarica per Mandolini che col destro battezza il primo angolo ma trova Cei che conserva il doppio vantaggio. La Lastrigiana gestisce male l'angolo e favorisce la ripartenza dello Scandicci: innescato dal lungo rilancio, Pretelli brucia la difesa e salta Velleca uscito in ritardo fuori area ma vede Ballini tirargli il diagonale via dalla linea. Ma accade come per l'1-3: rete al secondo tentativo dopo 2' scarsi. La Torre sprinta su Marchi e crossa per Bonaccini che di testa anticipa Corsi e bagna una partita da leader (tira poco, si sbatte molto: se riesce anche a metter dentro uno dei pochi palloni utili per un centravanti è la prestazione perfetta) con la terza rete stagionale. La gara si trascina sull'1-4 per un quarto d'ora abbondante, poi nel recupero lo Scandicci torna a pungere; e di nuovo prima di segnare porta in scena la prova: la allestisce Bonaccini che al vertice destro sgraffigna il pallone a Gasparini e cerca il secondo palo, solo sfiorato. La quinta rete arriva al 94' quando Rossi lascia al palo Marchi e rientrato sul sinistro crossa per Vanni: letale l'inserimento a sinistra, così come la volée mancina che s'insacca dopo uno schiaffo al palo. Per lo Scandicci è il modo migliore per chiudere l'andata: ora pochi conti e occhio al calendario, domenica c'è da accompagnare Gozzi di ritorno a Soffiano.
Calciatoripiù: la Lastrigiana si sgonfia dopo un buon primo tempo; fin lì Innocenti, peraltro protagonista dell'episodio del rigore, aveva nascosto l'inferiorità numerica dinanzi alla talentuosa mediana avversaria. Mandolini (Lastrigiana) ogni tanto si scorda che il pallone è bene collettivo, ma quando si accende dà sempre l'impressione di poter essere pericoloso. I migliori in assoluto vanno però ovviamente censiti tra le schiere ospiti. Cei si conferma portiere meraviglioso, Galli sblocca il punteggio col sinistro e poi strazia la corsia di competenza con una serie eterna di sovrapposizioni; nella ripresa cresce molto Alfani, supportato dall'ubiquo Pretelli (lo so, lo so). Trono e corona però stavolta spettano a Zeoli (Scandicci): per spezzare una partita complicata c'era bisogno di un incantesimo potente; più che re forse allora è mago.