- Juniores Provinciali GIR.A
- Pelago
-
0 - 2
- Albereta
PELAGO: Munafò, Moggi (60' Biagi), Donnini V., Vannelli, Donnini L., Benvenuti, Romanelli (55' Focardi), Gallico, Gabbrielli, Maestrini, Silvi. A disp.: Bettoni, Mirri, Pili. All.: Dreucci.
ALBERETA: Frilli, Catania (75' Bargelli), Galli, Rigacci, Battaglini, Secci, Rostagno, Flavi (83' Innocenti), Prezioso (77' Matteini), Riccucci, Segreto (85' Lapenta). A disp.: Catelani. All.: Scarpelli.
Reti: 37' Riccucci, 59' Prezioso.
L'Albereta si aggiudica con merito, con un gol per tempo, una partita controllata senza eccessivi problemi e che avrebbe anche potuto assumere un punteggio molto più rotondo. Tuttavia, la sensazione è stata molto positiva: una squadra ordinata, abbastanza compatta tra i reparti, finalmente alleggerita da quelle amnesie che lo scorso anno capitavano troppo spesso e che quest'anno erano emerse nei finali concitati delle prime partite. Il Pelago sembra avere fatto qualche passo indietro: un amalgama ancora da precisare, un reparto, quello offensivo, che va davvero trasformato in qualcosa di più pungente, che risponda davvero alle esigenze per le quali viene chiamato in causa. Fin dalle prime battute di gioco appare chiaro che, salvo eventi imponderabili, la partita è indirizzata lungo una direttrice abbastanza chiara: gli ospiti tengono bene il campo e sembrano aspettare solo l'occasione buona per colpire, mentre i padroni di casa mostrano subito qualche difficoltà nella costruzione del gioco e soprattutto molta imprecisione nei passaggi, specie nella zona nevralgica del campo. Questa situazione porta al paradosso che l'Albereta ci impiega molto di più prima di arrivare al tiro, proprio per la ricerca della manovra, spesso molto ricercata, mentre il Pelago non disegna le conclusioni da lontano, cercando di sfruttare l'erba bagnata che imprime velocità e talvolta anche traiettorie imprevedibili al pallone. Frilli, tuttavia, appare in giornata e controlla con agio ogni tiro scagliato da non meno di 20-25 metri. A centrocampo, intanto, Flavi ha preso in mano la bacchetta del direttore d'orchestra e distribuisce palloni con sagacia e tempismo, mentre in avanti Segreto, svariando molto alle spalle di Prezioso (che fa un lavoro molto utile, tenendo occupati regolarmente i due centrali), lascia aperti spazi interessanti sui quali si catapulta sempre con tempismo Riccucci. L'intesa tra i tre e con chi sta alle loro spalle si fa sempre più stretta. I contropiedi dell'Albereta mettono sotto pressione una difesa che non pare impenetrabile, ma che conserva ancora lucidità. E' quest'ultima che difetta, invece, all'estremo difensore della squadra di casa, Munafò, che al 36' si lancia in un'uscita quasi fino al limite dell'area per recuperare una palla che aveva respinto di pugno. L'operazione gli riesce malissimo perché consegna il pallone sui piedi di Riccucci, che confeziona dal limite un delizioso pallonetto che rende vano anche il disperato tentativo sulla linea di porta di Moggi. E' un vantaggio scaturito da un errore, dirà la cronaca, ma esso è, in realtà, la logica conseguenza - se nel calcio vige la logica - di una crescente pressione, iniziata da un quarto d'ora, e che aveva messo in evidenza alcune debolezze strutturali su cui i ragazzi di Biondi avrebbero potuto costruire le loro azioni più pericolose. Passato in svantaggio, il Pelago ha cercato di mettere più impegno, ma ciò è andato a scapito ulteriore della chiarezza della manovra, già troppo imprecisa per impensierire veramente una retroguardia oggi impeccabile in tutti i suoi elementi. Nei primi cinque minuti della ripresa i padroni di casa hanno prodotto il forcing maggiore, arrivando a chiudere l'Albereta nella sua area per diversi minuti ed ottenendo ben quattro calci d'angolo di fila. Su uno di questi, in mischia, è nata l'occasione - invero casuale - che avrebbe potuto far girare la partita: Frilli respinge corto l'ennesimo calcio dalla bandierina e sul pallone si precipita Gabbrielli che ha la porta quasi spalancata davanti. Il suo potente tiro a colpo sicuro viene però deviato da un salvataggio miracoloso di Battaglini che praticamente si sdraia davanti con rapidità ed efficacia, facendo impennare il pallone sopra la traversa, tra le imprecazioni dei ragazzi della squadra di casa. Passata la sfuriata del Pelago, l'Albereta ha atteso solo il momento buono per il raddoppio: ci hanno provato in molti, soprattutto Prezioso e Segreto che, con il passare del tempo, hanno fatto quasi quello che volevano con i loro marcatori. Il raddoppio, al 14', è frutto proprio di un'intesa tra i due. Flavi recupera una palla e la cede a Segreto poco dopo il cerchio di centrocampo. Nonostante un'entrata pericolosa, la punta dell'Albereta riesce e mettere in moto Prezioso lungo l'asse centrale del campo, ponendolo nelle condizioni di affrontare tutto solo Munafò, che viene trafitto una seconda volta. Nella mezz'ora che resta si contano non meno di quattro occasioni per l'Albereta per chiudere definitivamente l'incontro. La più incredibile arriva attorno alla mezz'ora. Segreto, lanciato sulla destra da Rostagno, vede leggermente fuori porta Munafò, ma il suo tiro, indirizzato sotto la traversa, viene appena toccato dal portiere, facendolo rimbalzare contro i legni; sulla cui ribattuta l'accorrente Prezioso conclude di testa, ma Munafò si fa perdonare l'incertezza del primo tempo, deviando propria sulla linea con un gesto tecnico spettacolare. L'ultima annotazione è sull'unica conclusione pericolosa del Pelago, un calcio di punizione dal limite dell'area al 42' della ripresa, che Maestrini indirizza all'incrocio sulla sinistra di Frilli, prontissimo a deviare in calcio d'angolo con un balzo felino.
PELAGO: Munafò, Moggi (60' Biagi), Donnini V., Vannelli, Donnini L., Benvenuti, Romanelli (55' Focardi), Gallico, Gabbrielli, Maestrini, Silvi. A disp.: Bettoni, Mirri, Pili. All.: Dreucci.<br >ALBERETA: Frilli, Catania (75' Bargelli), Galli, Rigacci, Battaglini, Secci, Rostagno, Flavi (83' Innocenti), Prezioso (77' Matteini), Riccucci, Segreto (85' Lapenta). A disp.: Catelani. All.: Scarpelli.<br >Reti: 37' Riccucci, 59' Prezioso.
L'Albereta si aggiudica con merito, con un gol per tempo, una partita controllata senza eccessivi problemi e che avrebbe anche potuto assumere un punteggio molto più rotondo. Tuttavia, la sensazione è stata molto positiva: una squadra ordinata, abbastanza compatta tra i reparti, finalmente alleggerita da quelle amnesie che lo scorso anno capitavano troppo spesso e che quest'anno erano emerse nei finali concitati delle prime partite. Il Pelago sembra avere fatto qualche passo indietro: un amalgama ancora da precisare, un reparto, quello offensivo, che va davvero trasformato in qualcosa di più pungente, che risponda davvero alle esigenze per le quali viene chiamato in causa. Fin dalle prime battute di gioco appare chiaro che, salvo eventi imponderabili, la partita è indirizzata lungo una direttrice abbastanza chiara: gli ospiti tengono bene il campo e sembrano aspettare solo l'occasione buona per colpire, mentre i padroni di casa mostrano subito qualche difficoltà nella costruzione del gioco e soprattutto molta imprecisione nei passaggi, specie nella zona nevralgica del campo. Questa situazione porta al paradosso che l'Albereta ci impiega molto di più prima di arrivare al tiro, proprio per la ricerca della manovra, spesso molto ricercata, mentre il Pelago non disegna le conclusioni da lontano, cercando di sfruttare l'erba bagnata che imprime velocità e talvolta anche traiettorie imprevedibili al pallone. Frilli, tuttavia, appare in giornata e controlla con agio ogni tiro scagliato da non meno di 20-25 metri. A centrocampo, intanto, Flavi ha preso in mano la bacchetta del direttore d'orchestra e distribuisce palloni con sagacia e tempismo, mentre in avanti Segreto, svariando molto alle spalle di Prezioso (che fa un lavoro molto utile, tenendo occupati regolarmente i due centrali), lascia aperti spazi interessanti sui quali si catapulta sempre con tempismo Riccucci. L'intesa tra i tre e con chi sta alle loro spalle si fa sempre più stretta. I contropiedi dell'Albereta mettono sotto pressione una difesa che non pare impenetrabile, ma che conserva ancora lucidità. E' quest'ultima che difetta, invece, all'estremo difensore della squadra di casa, Munafò, che al 36' si lancia in un'uscita quasi fino al limite dell'area per recuperare una palla che aveva respinto di pugno. L'operazione gli riesce malissimo perché consegna il pallone sui piedi di Riccucci, che confeziona dal limite un delizioso pallonetto che rende vano anche il disperato tentativo sulla linea di porta di Moggi. E' un vantaggio scaturito da un errore, dirà la cronaca, ma esso è, in realtà, la logica conseguenza - se nel calcio vige la logica - di una crescente pressione, iniziata da un quarto d'ora, e che aveva messo in evidenza alcune debolezze strutturali su cui i ragazzi di Biondi avrebbero potuto costruire le loro azioni più pericolose. Passato in svantaggio, il Pelago ha cercato di mettere più impegno, ma ciò è andato a scapito ulteriore della chiarezza della manovra, già troppo imprecisa per impensierire veramente una retroguardia oggi impeccabile in tutti i suoi elementi. Nei primi cinque minuti della ripresa i padroni di casa hanno prodotto il forcing maggiore, arrivando a chiudere l'Albereta nella sua area per diversi minuti ed ottenendo ben quattro calci d'angolo di fila. Su uno di questi, in mischia, è nata l'occasione - invero casuale - che avrebbe potuto far girare la partita: Frilli respinge corto l'ennesimo calcio dalla bandierina e sul pallone si precipita Gabbrielli che ha la porta quasi spalancata davanti. Il suo potente tiro a colpo sicuro viene però deviato da un salvataggio miracoloso di Battaglini che praticamente si sdraia davanti con rapidità ed efficacia, facendo impennare il pallone sopra la traversa, tra le imprecazioni dei ragazzi della squadra di casa. Passata la sfuriata del Pelago, l'Albereta ha atteso solo il momento buono per il raddoppio: ci hanno provato in molti, soprattutto Prezioso e Segreto che, con il passare del tempo, hanno fatto quasi quello che volevano con i loro marcatori. Il raddoppio, al 14', è frutto proprio di un'intesa tra i due. Flavi recupera una palla e la cede a Segreto poco dopo il cerchio di centrocampo. Nonostante un'entrata pericolosa, la punta dell'Albereta riesce e mettere in moto Prezioso lungo l'asse centrale del campo, ponendolo nelle condizioni di affrontare tutto solo Munafò, che viene trafitto una seconda volta. Nella mezz'ora che resta si contano non meno di quattro occasioni per l'Albereta per chiudere definitivamente l'incontro. La più incredibile arriva attorno alla mezz'ora. Segreto, lanciato sulla destra da Rostagno, vede leggermente fuori porta Munafò, ma il suo tiro, indirizzato sotto la traversa, viene appena toccato dal portiere, facendolo rimbalzare contro i legni; sulla cui ribattuta l'accorrente Prezioso conclude di testa, ma Munafò si fa perdonare l'incertezza del primo tempo, deviando propria sulla linea con un gesto tecnico spettacolare. L'ultima annotazione è sull'unica conclusione pericolosa del Pelago, un calcio di punizione dal limite dell'area al 42' della ripresa, che Maestrini indirizza all'incrocio sulla sinistra di Frilli, prontissimo a deviare in calcio d'angolo con un balzo felino.