• Juniores Provinciali GIR.A
  • Albereta San Salvi
  • 0 - 3
  • Molinense


ALBERETA: Frilli, Catania (55' Rostagno), Falorni, Rigacci, Calamai, Battaglini, Ciofini, Sciarrone, Prezioso, Segreto (75' Cela), Matteini (65' Martelli). All.: Bioni

MOLINENSE: A. Barbiero, M. Barbiero, Caioli, Nardoni, Cernera, Pieretti, Romero Camacho, Brunetti, Pettineo, Bergamo, Varvarito. All.: Boni.


RETI: Bergamo 2, Brunetti



La Molinense, terza forza del campionato, si aggiudica con merito l'incontro disputato sabato pomeriggio nella ghiacciaia di Nave a Rovezzano, dimostrando una superiorità in tutti i reparti nei confronti di un'Albereta che, ancora una volta, mostra limiti tecnici e caratteriali che, a questi livelli, vengono sempre puntualmente puniti. Paradossalmente, la partita ha pochi spunti di cronaca, poiché ripropone semplicemente altri incontri già visti da queste parti. La squadra di casa parte bene, con piglio sicuro, controlla con equilibrio tutte le zone del campo, tiene la Molinense nella sua metà campo per 7-8 minuti, senza peraltro riuscire ad andare al tiro. Poi al primo affondo gli ospiti passano. Una punizione dalla tre-quarti mette Pettineo, facilmente sfuggito ad una marcatura non propriamente asfissiante, nelle condizioni di battere a rete di testa indisturbato; Frilli (rimasto colpevolmente immobile tra i pali) compie il miracolo, ma sulla sua respinta Bergamo infila, sempre di testa, sotto la traversa. A quel punto il mini-soufflé imbastito nei primi minuti dalla squadra di casa si affloscia ed emergono carenze di ogni genere. Già priva di alcuni uomini-chiave, specie in avanti, mancano oggettivamente le possibilità per cercare di essere pericolosi. Appaiono velleitarie alcune galoppate senza meta svolte dagli avanti dell'Albereta, cui la difesa della Molinense risponde sempre in maniera molto attenta e precisa e senza mai commettere falli. Il giovane arbitro, peraltro, evidenzia lacune piuttosto rilevanti, certamente ravvisate dagli osservatori del settore, rischiando di fare degenerare una partita altrimenti molto corretta. Falli non visti, altri fischiati per normali contrasti di gioco, fuorigioco semplicemente eliminati dal novero degli interventi che vanno sanzionati. Esemplare la dinamica del raddoppio della Molinense, giunto al 15'. Un contropiede ben orchestrato viene interrotto per un fallo in attacco che lascia tutti perplessi, giocatori compresi. Sulla successiva ripresa del gioco l'Albereta si fa trovare scoperta sulla propria sinistra dove Brunetti riceve liberissimo il pallone a meno di una decina di metri. Il suo tiro è centrale e Frilli stavolta ci mette i guantoni aperti, invece di bloccare la non irresistibile conclusione, rimandando sui piedi dello stesso Brunetti il pallone; a quel punto diventa facile per lo stesso attaccante battere a rete da distanza ravvicinata. La reazione dell'Albereta è poca cosa e si limita a qualche tentativo da fuori area, contrato dalla difesa. Il portiere della Molinense, Barbiero, osserva con distacco l'incontro, più preoccupato dei modi per riscaldarsi che dei pericoli che potevano giungergli dalla squadra avversaria. Nella ripresa il piglio della squadra di casa è nettamente migliore. Alcuni suoi giocatori, finalmente scongelati, si ricordano come si gioca la calcio e Barbiero comincia a dare un senso alla sua presenza. I pericoli giungono però solo sui calci di punizione di Segreto, mai su conclusioni al termine di azioni manovrate, segno indiscusso della pochezza dell'attacco dell'Albereta. La Molinense si limita a controllare la partita, senza dare mai la sensazione di volere affondare. Peraltro riesce ad arrotondare il punteggio a metà ripresa con Bergamo, pronto a riprendere una ribattuta della difesa dell'Albereta su azione iniziata da calcio d'angolo. La dinamica delle reti incassate lascia qualche tenue speranza ai ragazzi di Biondi, che hanno subito non meno di 7-8 goal su azioni nate da calci da fermo. Bastasse solo un po' più di concentrazione si sarebbe a metà dell'opera, ma l'errore più grande sarebbe credere che solo l'aggiunta di dosi massicce di questo ingrediente possa bastare. Occorre ben altro.

ALBERETA: Frilli, Catania (55' Rostagno), Falorni, Rigacci, Calamai, Battaglini, Ciofini, Sciarrone, Prezioso, Segreto (75' Cela), Matteini (65' Martelli). All.: Bioni <br >MOLINENSE: A. Barbiero, M. Barbiero, Caioli, Nardoni, Cernera, Pieretti, Romero Camacho, Brunetti, Pettineo, Bergamo, Varvarito. All.: Boni. <br > RETI: Bergamo 2, Brunetti La Molinense, terza forza del campionato, si aggiudica con merito l'incontro disputato sabato pomeriggio nella ghiacciaia di Nave a Rovezzano, dimostrando una superiorit&agrave; in tutti i reparti nei confronti di un'Albereta che, ancora una volta, mostra limiti tecnici e caratteriali che, a questi livelli, vengono sempre puntualmente puniti. Paradossalmente, la partita ha pochi spunti di cronaca, poich&eacute; ripropone semplicemente altri incontri gi&agrave; visti da queste parti. La squadra di casa parte bene, con piglio sicuro, controlla con equilibrio tutte le zone del campo, tiene la Molinense nella sua met&agrave; campo per 7-8 minuti, senza peraltro riuscire ad andare al tiro. Poi al primo affondo gli ospiti passano. Una punizione dalla tre-quarti mette Pettineo, facilmente sfuggito ad una marcatura non propriamente asfissiante, nelle condizioni di battere a rete di testa indisturbato; Frilli (rimasto colpevolmente immobile tra i pali) compie il miracolo, ma sulla sua respinta Bergamo infila, sempre di testa, sotto la traversa. A quel punto il mini-souffl&eacute; imbastito nei primi minuti dalla squadra di casa si affloscia ed emergono carenze di ogni genere. Gi&agrave; priva di alcuni uomini-chiave, specie in avanti, mancano oggettivamente le possibilit&agrave; per cercare di essere pericolosi. Appaiono velleitarie alcune galoppate senza meta svolte dagli avanti dell'Albereta, cui la difesa della Molinense risponde sempre in maniera molto attenta e precisa e senza mai commettere falli. Il giovane arbitro, peraltro, evidenzia lacune piuttosto rilevanti, certamente ravvisate dagli osservatori del settore, rischiando di fare degenerare una partita altrimenti molto corretta. Falli non visti, altri fischiati per normali contrasti di gioco, fuorigioco semplicemente eliminati dal novero degli interventi che vanno sanzionati. Esemplare la dinamica del raddoppio della Molinense, giunto al 15'. Un contropiede ben orchestrato viene interrotto per un fallo in attacco che lascia tutti perplessi, giocatori compresi. Sulla successiva ripresa del gioco l'Albereta si fa trovare scoperta sulla propria sinistra dove Brunetti riceve liberissimo il pallone a meno di una decina di metri. Il suo tiro &egrave; centrale e Frilli stavolta ci mette i guantoni aperti, invece di bloccare la non irresistibile conclusione, rimandando sui piedi dello stesso Brunetti il pallone; a quel punto diventa facile per lo stesso attaccante battere a rete da distanza ravvicinata. La reazione dell'Albereta &egrave; poca cosa e si limita a qualche tentativo da fuori area, contrato dalla difesa. Il portiere della Molinense, Barbiero, osserva con distacco l'incontro, pi&ugrave; preoccupato dei modi per riscaldarsi che dei pericoli che potevano giungergli dalla squadra avversaria. Nella ripresa il piglio della squadra di casa &egrave; nettamente migliore. Alcuni suoi giocatori, finalmente scongelati, si ricordano come si gioca la calcio e Barbiero comincia a dare un senso alla sua presenza. I pericoli giungono per&ograve; solo sui calci di punizione di Segreto, mai su conclusioni al termine di azioni manovrate, segno indiscusso della pochezza dell'attacco dell'Albereta. La Molinense si limita a controllare la partita, senza dare mai la sensazione di volere affondare. Peraltro riesce ad arrotondare il punteggio a met&agrave; ripresa con Bergamo, pronto a riprendere una ribattuta della difesa dell'Albereta su azione iniziata da calcio d'angolo. La dinamica delle reti incassate lascia qualche tenue speranza ai ragazzi di Biondi, che hanno subito non meno di 7-8 goal su azioni nate da calci da fermo. Bastasse solo un po' pi&ugrave; di concentrazione si sarebbe a met&agrave; dell'opera, ma l'errore pi&ugrave; grande sarebbe credere che solo l'aggiunta di dosi massicce di questo ingrediente possa bastare. Occorre ben altro.




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