• Allievi Provinciali GIR.A
  • Resco Reggello
  • 0 - 0
  • San Piero a Sieve


RESCO REGGELLO: Quarta, Cellai, Brogi, Parenti, Meminaj, Bernini M., Bernini E., Francini, Bianchi, Inzitari, Carotti. A disp.: Molisse, Sabatini, Violetti, Volpe.
SAN PIERO SIEVE: De Marziani, Pieri, Cipriani, Beritini, Blinishta, Talluri, Hasushaj, Merolla, Kane, Rapi, Ez Zoubir. A disp.: Bacciotti, Grisolia, Bouchrite, Parra, Goti, Sequi. All.: Filippo Galeotti.

ARBITRO: Stefano Bernardini della sez. Valdarno.



Reggello e San Piero a Sieve non riescono a superarsi e terminano la sfida che le aveva viste affrontarsi a reti bianche. Le due formazioni si dispongono fin dall'inizio in maniera quasi speculare, lottando sì su ogni pallone ma, proprio per questo, concedendo poco allo spettacolo (per così dire) e mettendo in evidenza una buonissima intensità. Non ci sono grandi sussulti nel corso della prima frazione, se non alcuni tentativi piuttosto innocui da parte di Bianchi e Kane. I due estremi difensori, dunque, non hanno vita complicata nello sventare determinate minacce, ma, anzi, sono più le volte in cui sono chiamati a girare il pallone coi piedi che non i tiri subiti. L'intervallo giunge quindi a dar modo agli schieramenti di riprendere fiato, oltre che a dare la possibilità agli allenatori di effettuare i soliti cambi di routine. Al riprendere delle velleità, ad ogni modo, è sempre l'equilibrio il protagonista principale dell'incontro: il pallone rimpalla tra le due trequarti u po' come fosse una partita di ping pong, con le mediane in grande spolvero e con le difese capaci di mandare spesso e volentieri fuorigiri gli attacchi avversari. Poco prima della fine della gara, sono i calci piazzati ad assumere una crescente importanza: dato che gli attaccanti non trovano spazio, la possibilità di spingersi in avanti con le torri grazie ai calci piazzati risultano essere chance ghiotte, ma sfruttate poco e male. L'unica vera grande chance della sfida arriva nel finale sui piedi di Merolla: il numero 8 si vede recapitato sui piedi un pallone ghiottissimo nel cuore dell'area avversaria, ma il rimpallo che segue non inquadra la porta avversaria per una manciata di centimetri. Non accade più niente, il triplice fischio assegna un punto ciascuno alle due formazioni, artefici comunque di prove solide e molto ordinate.

RESCO REGGELLO: Quarta, Cellai, Brogi, Parenti, Meminaj, Bernini M., Bernini E., Francini, Bianchi, Inzitari, Carotti. A disp.: Molisse, Sabatini, Violetti, Volpe. <br >SAN PIERO SIEVE: De Marziani, Pieri, Cipriani, Beritini, Blinishta, Talluri, Hasushaj, Merolla, Kane, Rapi, Ez Zoubir. A disp.: Bacciotti, Grisolia, Bouchrite, Parra, Goti, Sequi. All.: Filippo Galeotti.<br > ARBITRO: Stefano Bernardini della sez. Valdarno. Reggello e San Piero a Sieve non riescono a superarsi e terminano la sfida che le aveva viste affrontarsi a reti bianche. Le due formazioni si dispongono fin dall'inizio in maniera quasi speculare, lottando s&igrave; su ogni pallone ma, proprio per questo, concedendo poco allo spettacolo (per cos&igrave; dire) e mettendo in evidenza una buonissima intensit&agrave;. Non ci sono grandi sussulti nel corso della prima frazione, se non alcuni tentativi piuttosto innocui da parte di Bianchi e Kane. I due estremi difensori, dunque, non hanno vita complicata nello sventare determinate minacce, ma, anzi, sono pi&ugrave; le volte in cui sono chiamati a girare il pallone coi piedi che non i tiri subiti. L'intervallo giunge quindi a dar modo agli schieramenti di riprendere fiato, oltre che a dare la possibilit&agrave; agli allenatori di effettuare i soliti cambi di routine. Al riprendere delle velleit&agrave;, ad ogni modo, &egrave; sempre l'equilibrio il protagonista principale dell'incontro: il pallone rimpalla tra le due trequarti u po' come fosse una partita di ping pong, con le mediane in grande spolvero e con le difese capaci di mandare spesso e volentieri fuorigiri gli attacchi avversari. Poco prima della fine della gara, sono i calci piazzati ad assumere una crescente importanza: dato che gli attaccanti non trovano spazio, la possibilit&agrave; di spingersi in avanti con le torri grazie ai calci piazzati risultano essere chance ghiotte, ma sfruttate poco e male. L'unica vera grande chance della sfida arriva nel finale sui piedi di Merolla: il numero 8 si vede recapitato sui piedi un pallone ghiottissimo nel cuore dell'area avversaria, ma il rimpallo che segue non inquadra la porta avversaria per una manciata di centimetri. Non accade pi&ugrave; niente, il triplice fischio assegna un punto ciascuno alle due formazioni, artefici comunque di prove solide e molto ordinate.




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