• Giovanissimi Provinciali GIR.B
  • Sesto 2010
  • 1 - 3
  • Fortis Juventus


SESTO CALCIO: Esperio, Boretti, Ulivelli, Cardini, Colicelli, Paladini, Sartini, Petre, Badii, Aurizi, Iacob. A disp.: Negri, Escondo, Perisha, Mocaj, Thefaj. All.: Massimo Giubillaro.
FORTIS JUV.: Demarziani, Blinishta, Cioppi, Bartolini, Lukolic, Mignani, Marucelli, Malaj, Haka, Gori, Coppola. A disp.: Caiazza, Piattoli, Abazaj, Ustabeqiri, Mucaj, Kane, Bregu. All.: Yuri Filipponi.

ARBITRO: Carraresi di Firenze.

RETI: Colicelli, Coppola, Marucelli, Mignani.



È la giornata della festa per la Fortis Juventus, che con questa vittoria per 3-1 sul campo del Sesto Calcio conquista i tre punti che le mancavano per laurearsi campione: il Girone B dei Giovanissimi di Firenze lo vince dunque la banda di Yuri Filipponi, che alla penultima giornata di campionato mette fine alla sfida con il Firenze Ovest, un estenuante testa a testa durato praticamente tutto l'anno, un appassionante botta e risposta lungo una stagione intera. Acquisita la matematica certezza, la festa comincia: al triplice fischio dell'arbitro i ragazzi della Fortis esplodono in un urlo in cui sta tutta la gioia per una vittoria sudatissima e meritatissima, tutto lo stress accumulato in una stagione lunghissima e pesantissima, tutta l'ansia di un'attesa che si è trascinata fino alla penultima tappa di questo tour de force. È la vittoria del gruppo, come si dice sempre e come spesso è vero; è la vittoria di una squadra che ha costruito le sue certezze passo dopo passo, partita dopo partita, successo dopo successo, è la vittoria di una squadra che si è dimostrata matura abbastanza da reggere la pressione che pesa sempre sulle spalle di chi è favorito, è la vittoria di un gruppo che nel collettivo ha trovato una forza che va ben oltre quella degli individui, è la vittoria di un allenatore che che con pazienza, attenzione, intelligenza ha costruito una macchina perfetta composta da ingranaggi che si muovono con la precisione meccanica di un motore, con l'armonia di un orchestra. Ma parliamo un attimo della partita, prima di passare alle dichiarazione post-gara del fresco campione Yuri Filipponi. Dopo una buona prima parte di gara costellata di palle-gol fallite un po' per sfortuna e un po' per imprecisione, al 33' la Fortis passa finalmente (e meritatamente) in vantaggio: la prima firma sul tabellino dei marcatori la mette Coppola, a segno con una pennellata direttamente su calcio di punizione. Il gol incassato costringe i sestesi a scrollarsi di dosso il torpore iniziale e a lanciarsi in attacco alla ricerca di un immediato pareggio: nel finale i locali sfiorano il pareggio con Aurisi, che con una cannonata dalla media distanza scheggia la traversa. Purtroppo per i sestesi, la Dea Bendata non è dalla loro parte: il pallone non vuole saperne di entrare, il punteggio non cambia, il primo tempo finisce con gli ospiti in vantaggio per 0-1. Nella ripresa la Fortis porta al massimo i giri del suo motore offensivo e chiude il conto con un micidiale uno-due firmato Marucelli e Mignani: il primo segna con un stop-e-tiro dal limite dell'area di rigore (da sottolineare lo splendido assist Malaj), il secondo con un tocco in mischia sugli sviluppi di un calcio di punizione. Di fatto la partita finisce qui, nel finale c'è giusto il tempo per il gol della bandiera dei sestesi: Colicelli approfitta della corta respinta della retroguardia avversaria sugli sviluppi di un calcio d'angolo e dal limite dell'area di rigore scaraventa il pallone all'incrocio dei pali, fissando così il punteggio sull'1-3 finale.

L'INTERVISTA: YURI FILIPPONI
Mister, innanzitutto complimenti per la vittoria.
- È stato un anno semplicemente incredibile per me, per i ragazzi e per la società, la stagione 2016/2017 resterà per me, per questa squadra e per questa società un picco d'eccellenza nelle nostre biografie sportive. All'inizio dell'anno sapevamo di essere una squadra forte, sapevamo quali e quante aspettative c'erano, sapevamo che la vittoria poteva, doveva essere il nostro obiettivo. Sapevamo tutto questo eppure nessuno avrebbe immaginato un campionato così, nemmeno nelle più rosee aspettative del più ostinato ottimista. Abbiamo vinto ventisette partite, ne abbiamo pareggiata solo una, ne abbiamo persono solo una... Insomma, la nostra è stata una marcia inarrestabile verso la vittoria, che oggi ci possiamo finalmente gustare con la certezza della matematica.
Il testa a testa con il Firenze Ovest è stato uno dei più belli che si ricordi nella storia recente di questo campionato e non solo. Loro hanno fatto una stagione straordinaria, voi siete riusciti a fare addirittura di più. Cosa si porterà dietro di questo appassionante duello?
- Voglio fare i complimenti al Firenze per l'incredibile annata, fa impressione pensare che la stessa squadra che quest'anno è arrivata seconda l'anno scorso galleggiasse tra la media e bassa classifica. E voglio fare i complimenti soprattutto al loro allenatore, perché ha trasformato una squadra da modesti risultati come quella dell'anno scorso in una corazzata capace di giocare alla pari con noi, con il Legnaia, con il Novoli e con le altre squadre che all'inizio della stagione erano date per favorite. Quando una simile trasformazione avviene, bisogna riconoscere i meriti dell'allenatore nel tirar fuori il meglio dai suoi giocatori, nel ricostruirne l'autostima, nell'accrescerne le certezze.
Parliamo dei suoi meriti. La sua squadra ha sempre giocato un calcio spettacolare, spezzando quella presunta dicotomia tra bel gioco e vittorie.
- È la cosa di cui sono in assoluto più soddisfato, essere riuscito a vincere seguendo una filosofia, costruendo un sistema, definendo un metodo. A differenza di altri allenatori, questa squadra non è stata costruita seguendo le mie esigenze e i miei desideri. Alla fine della scorsa stagione ho considerato a lungo la possibilità di prendermi una pausa, quando ho deciso di continuare per un altro anno ormai era troppo tardi per mettersi a costruire la squadra dalle fondamenta. E quindi sono stato costretto a tirar fuori il meglio da quello che avevo, ad adattare il modulo, gli schemi, i movimenti, gli stili di gioco ai giocatori che avevo, sono stato un sarto che prende le misure per cucire il completo adatto al cliente. E sono orgoglioso di dire che le scelte mie, dei miei collaboratori e della società alla fine si sono rivelate non solo vincenti ma anche giuste. Questo per noi non è stato solo un campioanto vinto, è stato anche un anno di grande crescita personale, emotiva, umana.
C'è stato un momento in cui si è reso conto che i suoi ragazzi potevano vincerlo, questo campionato?
- Ci sono stati due momenti in cui mi sono fermato a pensare a che cosa sarebbe stato di noi in questa stagione. La prima volta è stata alla sesta giornata di campionato, quando abbiamo subìto l'unica sconfitta dell'annata. Perdemmo 4-1 contro il Legnaia, una sconfitta che fece nascere in me diversi dubbi sulla capacità di questa squadra di arrivare fino in fondo, fino alla primavera lottando spalla a spalla con le altre superpotenze del girone. I dubbi sparirono subito, perché già dalla partita successiva i ragazzi mi dimostrarono un carattere, una caparbietà, una testardaggine, un cuore che raramente mi è capitato di vedere nella mia vita da allenatore. Vittoria dopo vittoria, punto dopo punto, l'autostima aumentava, le certezze si rafforzavanno. La certezza che noi questo campionato potevamo vincerlo l'ho avuta dopo la sfida contro il Firenze oVest: vincemmo nettamente e giocammo probabilmente una delle migliori partite della stagione, dando una dimostrazione delle nostre qualità, lanciano un avvertimento a tutte le altre squadre in lotta per il titolo.
Un'ultima domanda: l'anno prossimo dove sarà e cosa farà?
- Ancora non lo so, ancora ci sto pensando e in ogni caso adesso voglio solo godermi la festa, assoporare la vittoria, vivere la felicità del successo. Quando faccio lo sforzo di immaginare il futuro, l'immagine che più spesso mi si forma nella testa è quella di me che mi prendo una pausa dal calcio: gli ultimi due anni sono stati particolarmente faticosi e dispendiosi, soprattutto da punto di vista emotivo, credo di aver bisogno di ricaricare le pile con un anno sabbatico. Ma in ogni caso, è ancora troppo presto per decidere, ci penserò tra un po'. Ora voglio solo festeggiare, ringraziare i miei ragazzi per la vittoria che mi hanno regalato e la società per il sostegno che mi ha offerto. Grazie a tutti, di cuore.

SESTO CALCIO: Esperio, Boretti, Ulivelli, Cardini, Colicelli, Paladini, Sartini, Petre, Badii, Aurizi, Iacob. A disp.: Negri, Escondo, Perisha, Mocaj, Thefaj. All.: Massimo Giubillaro. <br >FORTIS JUV.: Demarziani, Blinishta, Cioppi, Bartolini, Lukolic, Mignani, Marucelli, Malaj, Haka, Gori, Coppola. A disp.: Caiazza, Piattoli, Abazaj, Ustabeqiri, Mucaj, Kane, Bregu. All.: Yuri Filipponi. <br > ARBITRO: Carraresi di Firenze. <br > RETI: Colicelli, Coppola, Marucelli, Mignani. &Egrave; la giornata della festa per la Fortis Juventus, che con questa vittoria per 3-1 sul campo del Sesto Calcio conquista i tre punti che le mancavano per laurearsi campione: il Girone B dei Giovanissimi di Firenze lo vince dunque la banda di Yuri Filipponi, che alla penultima giornata di campionato mette fine alla sfida con il Firenze Ovest, un estenuante testa a testa durato praticamente tutto l'anno, un appassionante botta e risposta lungo una stagione intera. Acquisita la matematica certezza, la festa comincia: al triplice fischio dell'arbitro i ragazzi della Fortis esplodono in un urlo in cui sta tutta la gioia per una vittoria sudatissima e meritatissima, tutto lo stress accumulato in una stagione lunghissima e pesantissima, tutta l'ansia di un'attesa che si &egrave; trascinata fino alla penultima tappa di questo tour de force. &Egrave; la vittoria del gruppo, come si dice sempre e come spesso &egrave; vero; &egrave; la vittoria di una squadra che ha costruito le sue certezze passo dopo passo, partita dopo partita, successo dopo successo, &egrave; la vittoria di una squadra che si &egrave; dimostrata matura abbastanza da reggere la pressione che pesa sempre sulle spalle di chi &egrave; favorito, &egrave; la vittoria di un gruppo che nel collettivo ha trovato una forza che va ben oltre quella degli individui, &egrave; la vittoria di un allenatore che che con pazienza, attenzione, intelligenza ha costruito una macchina perfetta composta da ingranaggi che si muovono con la precisione meccanica di un motore, con l'armonia di un orchestra. Ma parliamo un attimo della partita, prima di passare alle dichiarazione post-gara del fresco campione Yuri Filipponi. Dopo una buona prima parte di gara costellata di palle-gol fallite un po' per sfortuna e un po' per imprecisione, al 33' la Fortis passa finalmente (e meritatamente) in vantaggio: la prima firma sul tabellino dei marcatori la mette Coppola, a segno con una pennellata direttamente su calcio di punizione. Il gol incassato costringe i sestesi a scrollarsi di dosso il torpore iniziale e a lanciarsi in attacco alla ricerca di un immediato pareggio: nel finale i locali sfiorano il pareggio con Aurisi, che con una cannonata dalla media distanza scheggia la traversa. Purtroppo per i sestesi, la Dea Bendata non &egrave; dalla loro parte: il pallone non vuole saperne di entrare, il punteggio non cambia, il primo tempo finisce con gli ospiti in vantaggio per 0-1. Nella ripresa la Fortis porta al massimo i giri del suo motore offensivo e chiude il conto con un micidiale uno-due firmato Marucelli e Mignani: il primo segna con un stop-e-tiro dal limite dell'area di rigore (da sottolineare lo splendido assist Malaj), il secondo con un tocco in mischia sugli sviluppi di un calcio di punizione. Di fatto la partita finisce qui, nel finale c'&egrave; giusto il tempo per il gol della bandiera dei sestesi: Colicelli approfitta della corta respinta della retroguardia avversaria sugli sviluppi di un calcio d'angolo e dal limite dell'area di rigore scaraventa il pallone all'incrocio dei pali, fissando cos&igrave; il punteggio sull'1-3 finale.<br ><br >L'INTERVISTA: YURI FILIPPONI<br >Mister, innanzitutto complimenti per la vittoria. <br >- &Egrave; stato un anno semplicemente incredibile per me, per i ragazzi e per la societ&agrave;, la stagione 2016/2017 rester&agrave; per me, per questa squadra e per questa societ&agrave; un picco d'eccellenza nelle nostre biografie sportive. All'inizio dell'anno sapevamo di essere una squadra forte, sapevamo quali e quante aspettative c'erano, sapevamo che la vittoria poteva, doveva essere il nostro obiettivo. Sapevamo tutto questo eppure nessuno avrebbe immaginato un campionato cos&igrave;, nemmeno nelle pi&ugrave; rosee aspettative del pi&ugrave; ostinato ottimista. Abbiamo vinto ventisette partite, ne abbiamo pareggiata solo una, ne abbiamo persono solo una... Insomma, la nostra &egrave; stata una marcia inarrestabile verso la vittoria, che oggi ci possiamo finalmente gustare con la certezza della matematica. <br >Il testa a testa con il Firenze Ovest &egrave; stato uno dei pi&ugrave; belli che si ricordi nella storia recente di questo campionato e non solo. Loro hanno fatto una stagione straordinaria, voi siete riusciti a fare addirittura di pi&ugrave;. Cosa si porter&agrave; dietro di questo appassionante duello?<br >- Voglio fare i complimenti al Firenze per l'incredibile annata, fa impressione pensare che la stessa squadra che quest'anno &egrave; arrivata seconda l'anno scorso galleggiasse tra la media e bassa classifica. E voglio fare i complimenti soprattutto al loro allenatore, perch&eacute; ha trasformato una squadra da modesti risultati come quella dell'anno scorso in una corazzata capace di giocare alla pari con noi, con il Legnaia, con il Novoli e con le altre squadre che all'inizio della stagione erano date per favorite. Quando una simile trasformazione avviene, bisogna riconoscere i meriti dell'allenatore nel tirar fuori il meglio dai suoi giocatori, nel ricostruirne l'autostima, nell'accrescerne le certezze. <br >Parliamo dei suoi meriti. La sua squadra ha sempre giocato un calcio spettacolare, spezzando quella presunta dicotomia tra bel gioco e vittorie. <br >- &Egrave; la cosa di cui sono in assoluto pi&ugrave; soddisfato, essere riuscito a vincere seguendo una filosofia, costruendo un sistema, definendo un metodo. A differenza di altri allenatori, questa squadra non &egrave; stata costruita seguendo le mie esigenze e i miei desideri. Alla fine della scorsa stagione ho considerato a lungo la possibilit&agrave; di prendermi una pausa, quando ho deciso di continuare per un altro anno ormai era troppo tardi per mettersi a costruire la squadra dalle fondamenta. E quindi sono stato costretto a tirar fuori il meglio da quello che avevo, ad adattare il modulo, gli schemi, i movimenti, gli stili di gioco ai giocatori che avevo, sono stato un sarto che prende le misure per cucire il completo adatto al cliente. E sono orgoglioso di dire che le scelte mie, dei miei collaboratori e della societ&agrave; alla fine si sono rivelate non solo vincenti ma anche giuste. Questo per noi non &egrave; stato solo un campioanto vinto, &egrave; stato anche un anno di grande crescita personale, emotiva, umana. <br >C'&egrave; stato un momento in cui si &egrave; reso conto che i suoi ragazzi potevano vincerlo, questo campionato?<br >- Ci sono stati due momenti in cui mi sono fermato a pensare a che cosa sarebbe stato di noi in questa stagione. La prima volta &egrave; stata alla sesta giornata di campionato, quando abbiamo sub&igrave;to l'unica sconfitta dell'annata. Perdemmo 4-1 contro il Legnaia, una sconfitta che fece nascere in me diversi dubbi sulla capacit&agrave; di questa squadra di arrivare fino in fondo, fino alla primavera lottando spalla a spalla con le altre superpotenze del girone. I dubbi sparirono subito, perch&eacute; gi&agrave; dalla partita successiva i ragazzi mi dimostrarono un carattere, una caparbiet&agrave;, una testardaggine, un cuore che raramente mi &egrave; capitato di vedere nella mia vita da allenatore. Vittoria dopo vittoria, punto dopo punto, l'autostima aumentava, le certezze si rafforzavanno. La certezza che noi questo campionato potevamo vincerlo l'ho avuta dopo la sfida contro il Firenze oVest: vincemmo nettamente e giocammo probabilmente una delle migliori partite della stagione, dando una dimostrazione delle nostre qualit&agrave;, lanciano un avvertimento a tutte le altre squadre in lotta per il titolo. <br >Un'ultima domanda: l'anno prossimo dove sar&agrave; e cosa far&agrave;?<br >- Ancora non lo so, ancora ci sto pensando e in ogni caso adesso voglio solo godermi la festa, assoporare la vittoria, vivere la felicit&agrave; del successo. Quando faccio lo sforzo di immaginare il futuro, l'immagine che pi&ugrave; spesso mi si forma nella testa &egrave; quella di me che mi prendo una pausa dal calcio: gli ultimi due anni sono stati particolarmente faticosi e dispendiosi, soprattutto da punto di vista emotivo, credo di aver bisogno di ricaricare le pile con un anno sabbatico. Ma in ogni caso, &egrave; ancora troppo presto per decidere, ci penser&ograve; tra un po'. Ora voglio solo festeggiare, ringraziare i miei ragazzi per la vittoria che mi hanno regalato e la societ&agrave; per il sostegno che mi ha offerto. Grazie a tutti, di cuore.




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