- Giovanissimi B GIR.B
- Citta di Pontedera
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3 - 0
- San Miniato Basso
CITTÀ DI PONTEDERA: Filidei, L. Spina, Desii, Bellini, Bicchierini, Luschi, Petrillo, Ceccotti, Niccolai, Marcelli, Kelmendi. A disp.: Amato, R. Spina, Trafeli. All.: Manolo Dal Bo'.
GIOV. SAN MINIATO: Bonfiglioli, Peragnoli, Zichella, Adragna, Montanelli, Ciampini, Vannini, Lisi, Fergosti, Maltinti, Terenzi. A disp.: Salvadori, Rampinelli Carmignani. All.: Claudio Masiello.
ARBITRO: Akarmut di Pontedera.
Nel maledetto sabato segnato dalla tragedia di Morosini, nel campo di Pardossi la partita finisce ancor prima di iniziare. A detta dell'arbitro, data la quantità di pioggia scesa in tutto il giorno, le condizioni del campo non permettevano il regolare svolgimento di una partita di calcio. Occorre però fare delle precisazioni, e ricostruire come si è arrivati alla decisione di rinviare la gara. Entrambe le squadre si sono presentate al campo, e riscaldate senza troppi problemi proprio all'interno del terreno di gioco. L'arbitro attende fino alle 16:30, ora dell'inizio della partita, per effettuare il sopralluogo insieme ai capitani e decidere assieme a loro. Durante il giro del campo evidenzia la presenza di due grandi pozze d'acqua nei pressi delle due porte, che avrebbero potuto mettere in seria difficoltà entrambi i portieri. Dopo aver verificato, peraltro senza troppa convinzione, il rimbalzo della sfera sul terreno, rientra negli spogliatoi ed univocamente decide che la partita non si farà. Non solo per le pozze, e nemmeno per la pioggia - diminuita già da qualche ora - ma perché non avrebbe senso iniziare e poi sospendere tutto dopo venti minuti perché non si può continuare . Ai dirigenti che le fanno osservare la contrarietà dei capitani, risponde che un ragazzo di tredici anni giocherebbe anche con la mota fin quassù . Ora, il limite di questo fantomatico fin quassù poco interessa. Ciò che lascia perplessi è: 1) che abbia aspettato tutto quel tempo per decidere il da farsi con condizioni meteorologiche ormai stabili da un pezzo; e 2) l'aver fatto il giro del campo coi capitani per poi ignorarne completamente la volontà. Possibile che la federazione abbia regole così ferree ed inoppugnabili? E che le squadre non abbiano voce in capitolo? Decisioni del genere non andrebbero prese alla leggera, ma purtroppo in tutti i presenti questa è stata la sensazione. Il terreno non era al meglio, ma nemmeno così disastroso da non permettere lo svolgimento di una partita. A sei giornate dalla fine, con i destini delle due squadre praticamente scritti, tendendo conto della voglia di giocare di questi ragazzi, si poteva essere molto più flessibili. Inoltre, screditare il pensiero dei ragazzi in base alla loro giovane età è cosa del tutto fuori luogo. Anche lei, signora arbitro, è stata giovane ed è giovane tutt'ora, nonostante siano tre anni che è nel settore. Se qualcuno che da molti anni gira e rigira i campi della zona le da dei consigli, sarebbe meglio non polemizzare ribadendo da quante lune ormai è sulle orme di Collina ed ascoltare con più attenzione. A freddo, ormai col sorriso sulle labbra, non è un sacrilegio ammettere di aver preso una cantonata. Forse, le manca ancora un briciolo di controllo di situazioni del genere. E, dispiace ammetterlo, ma forse dovrebbe fare ancora un po' più d'esperienza. E un bel bagno, non sotto la doccia, né sotto la pioggia, ma di umiltà.
Gabriele Nieri
CITTÀ DI PONTEDERA: Filidei, L. Spina, Desii, Bellini, Bicchierini, Luschi, Petrillo, Ceccotti, Niccolai, Marcelli, Kelmendi. A disp.: Amato, R. Spina, Trafeli. All.: Manolo Dal Bo'.<br >GIOV. SAN MINIATO: Bonfiglioli, Peragnoli, Zichella, Adragna, Montanelli, Ciampini, Vannini, Lisi, Fergosti, Maltinti, Terenzi. A disp.: Salvadori, Rampinelli Carmignani. All.: Claudio Masiello.<br >
ARBITRO: Akarmut di Pontedera.
Nel maledetto sabato segnato dalla tragedia di Morosini, nel campo di Pardossi la partita finisce ancor prima di iniziare. A detta dell'arbitro, data la quantità di pioggia scesa in tutto il giorno, le condizioni del campo non permettevano il regolare svolgimento di una partita di calcio. Occorre però fare delle precisazioni, e ricostruire come si è arrivati alla decisione di rinviare la gara. Entrambe le squadre si sono presentate al campo, e riscaldate senza troppi problemi proprio all'interno del terreno di gioco. L'arbitro attende fino alle 16:30, ora dell'inizio della partita, per effettuare il sopralluogo insieme ai capitani e decidere assieme a loro. Durante il giro del campo evidenzia la presenza di due grandi pozze d'acqua nei pressi delle due porte, che avrebbero potuto mettere in seria difficoltà entrambi i portieri. Dopo aver verificato, peraltro senza troppa convinzione, il rimbalzo della sfera sul terreno, rientra negli spogliatoi ed univocamente decide che la partita non si farà. Non solo per le pozze, e nemmeno per la pioggia - diminuita già da qualche ora - ma perché non avrebbe senso iniziare e poi sospendere tutto dopo venti minuti perché non si può continuare . Ai dirigenti che le fanno osservare la contrarietà dei capitani, risponde che un ragazzo di tredici anni giocherebbe anche con la mota fin quassù . Ora, il limite di questo fantomatico fin quassù poco interessa. Ciò che lascia perplessi è: 1) che abbia aspettato tutto quel tempo per decidere il da farsi con condizioni meteorologiche ormai stabili da un pezzo; e 2) l'aver fatto il giro del campo coi capitani per poi ignorarne completamente la volontà. Possibile che la federazione abbia regole così ferree ed inoppugnabili? E che le squadre non abbiano voce in capitolo? Decisioni del genere non andrebbero prese alla leggera, ma purtroppo in tutti i presenti questa è stata la sensazione. Il terreno non era al meglio, ma nemmeno così disastroso da non permettere lo svolgimento di una partita. A sei giornate dalla fine, con i destini delle due squadre praticamente scritti, tendendo conto della voglia di giocare di questi ragazzi, si poteva essere molto più flessibili. Inoltre, screditare il pensiero dei ragazzi in base alla loro giovane età è cosa del tutto fuori luogo. Anche lei, signora arbitro, è stata giovane ed è giovane tutt'ora, nonostante siano tre anni che è nel settore. Se qualcuno che da molti anni gira e rigira i campi della zona le da dei consigli, sarebbe meglio non polemizzare ribadendo da quante lune ormai è sulle orme di Collina ed ascoltare con più attenzione. A freddo, ormai col sorriso sulle labbra, non è un sacrilegio ammettere di aver preso una cantonata. Forse, le manca ancora un briciolo di controllo di situazioni del genere. E, dispiace ammetterlo, ma forse dovrebbe fare ancora un po' più d'esperienza. E un bel bagno, non sotto la doccia, né sotto la pioggia, ma di umiltà.
Gabriele Nieri