- Allievi Regionali GIR.D
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Lunigiana
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1 - 0
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Folgor Marlia
LUNIGIANA: Leri, Sivilotti, Pelliccia, Riani, Surace, Borghetti, El Khir (1'st. Bertorelli), Marsiglia, Tedeschi, Zoppi (39' st. Leoncini), Gerali. Allenatore Chelotti.
FOLGOR MARLIA: Semola, Bertolozzi, Giorgetti, Battaglia, Paganucci, Lieja, Danesi, Lamandini, Russo, Salvadori, Riccioli. Allenatore Viani.
ARBITRO: Muttini di Carrara.
RETE: 46' Zoppi.
NOTE: espulso per doppia ammonizione Marsiglia.
Il primo dribbling: vedrai che adesso crossa. No, avanza ancora. E ora che fa? Una finta: e che finta. Guarda e appoggia alla Mancini a Zoppi che punta in orizzontale e si infila dritto sul palco èlite, nel cuore dei duecento assiepati sulle tribune e nella storia della provincia. Una storia minima, forse, ma bellissima, di intensità profonda. Impossibile descrivere nel modo più completo l'assist del gemello Tedeschi a Zoppi che affonda con tutta la forza alle spalle dell'esterrefatto Semola un gol da vertigine a sei minuti dall'inizio della seconda frazione e poi conservalo con un atteggiamento tattico davvero di primordine. Per apprezzarlo in tutta la sua bellezza occorreva vederlo e adesso bisogna registrarlo e rivederlo e magari rivederlo in cassetta. Poi, alle 12,04 dentro un pomeriggio che è diventato il riassunto di ogni cosa, in cui gli Allievi Regionali del Lunigiana sono stati chiamati a fare i conti con le loro grandezze (leggi le esibizioni al Lunezia), le amnesie (le sconfitte fuori casa), le tante virtù e qualche vizio. Chiamato a fronteggiarsi senza possibilità di fuga o scorciatoie a dare il meglio di se contro gli squadroni Capostrada, Santa Maria, Stiava, Pietrasanta e Lanciotto messe in fila in chiaro ordine cronologico dando il meglio di sé per vincere ben 22 volte e conquistare a ottanta minuti dal termine la matematica promozione. Non solo e non tanto per salvare una leadership quasi mai messa in discussione (con quella di ieri, 16 giornate in testa al campionato): la posta in palio è molto più alta, riguardava un intero progetto. La scommessa della società tutta su Giorgio Chelotti che molto probabilmente passerà a dirigere le operazioni della prima squadra, l'azzardo di Chelotti su un gruppo ricco di talenti (da Moscovì' Marsiglia, a Tedeschi, da Zoppi a El Khir, da Filippi a Surace, da Pelliccia a Borghetti, da Gerali a Riani a l portiere Leri ma non comodissimo da gestire. E'lite doveva essere, promozione è: il Lunigiana dimostra con i fatti che attraverso l'organizzazione, un manipolo di giovani eroi può arrivare a vincere. Ha vinto la squadra di Giorgio Chelotti, quello che di tattica e di psicologia applicata al calcio ne sa molto di più di molti presunti allenatori. Quello che domenica dopo le dodici ha fatto sentire il... caldo dentro a tanti genitori, nonni e dirigenti.
L'intervista
Giorgio Chelotti festeggia la vittoria del girone e la storica conquista del girone di élite del suo Lunigiana. Un girone di ritorno ad altissimi livelli, così nemmeno le due sconfitte col Capostrada hanno messo a repentaglio la vittoria del campionato. Il momento fondamentale per la vittoria è stata la striscia di dodici vittorie consecutive. Questa è stata interrotta dalla sconfitta a Pietrasanta e dalla sconfitta col Capostrada, ma la squadra ha saputo reagire bene .
Il 6-2 a Pistoia avrebbe potuto cambiare la storia di questo campionato, invece...
Le due sconfitte col Capostrada sono state molto diverse. All'andata, in casa nostra, è stata una sconfitta immeritata. Al ritorno, dopo il primo tempo, chiuso in vantaggio per noi, nel secondo tempo come tiravano ci facevano gol e siamo usciti a pezzi. Da quella sconfitta lì, mi sono detto che la nostra sconfitta sarebbe stata il primo passo verso la vittoria del campionato. A volte le sconfitte sono formative e possono tirare fuori il meglio dalle squadre. In settimana abbiamo analizzati la batosta e abbiamo cominciare a testa bassa per non fare altri passi falsi. La svolta è stata a Stiava, dove abbiamo vinto 1-0 una partita difficilissima. Poi sia il Pelli che la Folgor Marlia hanno fatto la loro onesta partita .
A fine campionato, ritiene che la sua squadra fosse quella tecnicamente più forte?
Penso che a livello tecnico il Capostrada avesse qualcosa in più di noi, però in generale, considerando anche la forza fisica, noi abbiamo di essere la squadra più completa. La mia squadra si è sempre espressa molto bene nel campo grande, soffrendo un po' i campi più piccoli che incontravamo in trasferta .
Per la sua società è una vittoria doppiamente importante: oltre al prestigio, la conquista del girone di élite..
Non avevamo mai vinto un girone degli Allievi Regionali. È un traguardo storico e ci riempie di soddisfazione raggiungerlo. Fin da quando la società ha intuito che avremmo potuto imporci nel girone, ha iniziato a lavorare per il girone di élite della prossima stagione, credo che possa rappresentare un importante salto di qualità per noi .
Questo gruppo, che due anni fa si salvò nelle ultime giornate, adesso vince il girone: solo merito degli innesti?
No, c'è stata comunque una grande maturazione. Ovviamente i 4-5 ragazzi che sono arrivati hanno favorito il salto di qualità, ma credo che raccogliamo i frutti di un lavoro biennale che, dopo la vittoria nella passata stagione del titolo provinciale, ci ha portato a questo traguardo. Penso che ogni società dovrebbe dare modo ai propri tecnici di lavorare per due anni. Nel primo anno non si conoscono i ragazzi e i genitori, il secondo si conoscono anche troppo...
Spesso invece gli allenatori non riescono a finire nemmeno una stagione. Viste anche le sue esperienze tra i professionisti, non le sembra che a volte ci sia più pressione tra i dilettanti che non tra i professionisti?
Sì, il dilettantismo è sempre più difficile del professionismo. Credo che dipenda dal fatto che nei dilettanti c'è molto più contatto con i genitori. Nei professionisti c'è meno contatto e c'è più modo di lavorare. L'esperienza che mi sono portato dietro in questi anni mi consiglia di tenere i genitori dove devono stare.
Al di là dei valori del gruppo, ci sono ragazzi che hanno fatto la differenza?
Indubbiamente è stato fondamentale il gruppo: la nostra rosa è di venti giocatori e agli allenamenti non è mancato quasi mai nessuno. Poi ovviamente ci sono ragazzi di qualità che hanno fatto la differenza; gli attaccanti Zoppi e Tedeschi, che insieme hanno fatto molte reti, ma anche Marsiglia, Borghetti, Filippi .
Per chi vince i gironi B, C e D, la stagione non ha un seguito. Che cosa ne pensa?
Mi sembra un po' assurdo. D'accordo lasciare il titolo regionale a chi vince il girone di élite, ma almeno la partecipazione alla Coppa.. O quantomeno un triangolare con le altre due vincenti: il calcio è amicizia e concludere la stagione con le altre due vincenti sarebbe una bella occasione di incontro tra i ragazzi .
Massimiliano Baldini
LUNIGIANA: Leri, Sivilotti, Pelliccia, Riani, Surace, Borghetti, El Khir (1'st. Bertorelli), Marsiglia, Tedeschi, Zoppi (39' st. Leoncini), Gerali. Allenatore Chelotti.<br >FOLGOR MARLIA: Semola, Bertolozzi, Giorgetti, Battaglia, Paganucci, Lieja, Danesi, Lamandini, Russo, Salvadori, Riccioli. Allenatore Viani. <br >
ARBITRO: Muttini di Carrara. <br >
RETE: 46' Zoppi. <br >NOTE: espulso per doppia ammonizione Marsiglia.
Il primo dribbling: vedrai che adesso crossa. No, avanza ancora. E ora che fa? Una finta: e che finta. Guarda e appoggia alla Mancini a Zoppi che punta in orizzontale e si infila dritto sul palco èlite, nel cuore dei duecento assiepati sulle tribune e nella storia della provincia. Una storia minima, forse, ma bellissima, di intensità profonda. Impossibile descrivere nel modo più completo l'assist del gemello Tedeschi a Zoppi che affonda con tutta la forza alle spalle dell'esterrefatto Semola un gol da vertigine a sei minuti dall'inizio della seconda frazione e poi conservalo con un atteggiamento tattico davvero di primordine. Per apprezzarlo in tutta la sua bellezza occorreva vederlo e adesso bisogna registrarlo e rivederlo e magari rivederlo in cassetta. Poi, alle 12,04 dentro un pomeriggio che è diventato il riassunto di ogni cosa, in cui gli Allievi Regionali del Lunigiana sono stati chiamati a fare i conti con le loro grandezze (leggi le esibizioni al Lunezia), le amnesie (le sconfitte fuori casa), le tante virtù e qualche vizio. Chiamato a fronteggiarsi senza possibilità di fuga o scorciatoie a dare il meglio di se contro gli squadroni Capostrada, Santa Maria, Stiava, Pietrasanta e Lanciotto messe in fila in chiaro ordine cronologico dando il meglio di sé per vincere ben 22 volte e conquistare a ottanta minuti dal termine la matematica promozione. Non solo e non tanto per salvare una leadership quasi mai messa in discussione (con quella di ieri, 16 giornate in testa al campionato): la posta in palio è molto più alta, riguardava un intero progetto. La scommessa della società tutta su Giorgio Chelotti che molto probabilmente passerà a dirigere le operazioni della prima squadra, l'azzardo di Chelotti su un gruppo ricco di talenti (da Moscovì' Marsiglia, a Tedeschi, da Zoppi a El Khir, da Filippi a Surace, da Pelliccia a Borghetti, da Gerali a Riani a l portiere Leri ma non comodissimo da gestire. E'lite doveva essere, promozione è: il Lunigiana dimostra con i fatti che attraverso l'organizzazione, un manipolo di giovani eroi può arrivare a vincere. Ha vinto la squadra di Giorgio Chelotti, quello che di tattica e di psicologia applicata al calcio ne sa molto di più di molti presunti allenatori. Quello che domenica dopo le dodici ha fatto sentire il... caldo dentro a tanti genitori, nonni e dirigenti. <br >L'intervista<br ><b>Giorgio Chelotti </b>festeggia la vittoria del girone e la storica conquista del girone di élite del suo Lunigiana. Un girone di ritorno ad altissimi livelli, così nemmeno le due sconfitte col Capostrada hanno messo a repentaglio la vittoria del campionato. <b>Il momento fondamentale per la vittoria è stata la striscia di dodici vittorie consecutive. Questa è stata interrotta dalla sconfitta a Pietrasanta e dalla sconfitta col Capostrada, ma la squadra ha saputo reagire bene</b> .<br >Il 6-2 a Pistoia avrebbe potuto cambiare la storia di questo campionato, invece... <br > <b>Le due sconfitte col Capostrada sono state molto diverse. All'andata, in casa nostra, è stata una sconfitta immeritata. Al ritorno, dopo il primo tempo, chiuso in vantaggio per noi, nel secondo tempo come tiravano ci facevano gol e siamo usciti a pezzi. Da quella sconfitta lì, mi sono detto che la nostra sconfitta sarebbe stata il primo passo verso la vittoria del campionato. A volte le sconfitte sono formative e possono tirare fuori il meglio dalle squadre. In settimana abbiamo analizzati la batosta e abbiamo cominciare a testa bassa per non fare altri passi falsi. La svolta è stata a Stiava, dove abbiamo vinto 1-0 una partita difficilissima. Poi sia il Pelli che la Folgor Marlia hanno fatto la loro onesta partita</b> . <br >A fine campionato, ritiene che la sua squadra fosse quella tecnicamente più forte?<br > <b>Penso che a livello tecnico il Capostrada avesse qualcosa in più di noi, però in generale, considerando anche la forza fisica, noi abbiamo di essere la squadra più completa. La mia squadra si è sempre espressa molto bene nel campo grande, soffrendo un po' i campi più piccoli che incontravamo in trasferta</b> . <br >Per la sua società è una vittoria doppiamente importante: oltre al prestigio, la conquista del girone di élite..<br > <b>Non avevamo mai vinto un girone degli Allievi Regionali. È un traguardo storico e ci riempie di soddisfazione raggiungerlo. Fin da quando la società ha intuito che avremmo potuto imporci nel girone, ha iniziato a lavorare per il girone di élite della prossima stagione, credo che possa rappresentare un importante salto di qualità per noi</b> .<br >Questo gruppo, che due anni fa si salvò nelle ultime giornate, adesso vince il girone: solo merito degli innesti? <br > <b>No, c'è stata comunque una grande maturazione. Ovviamente i 4-5 ragazzi che sono arrivati hanno favorito il salto di qualità, ma credo che raccogliamo i frutti di un lavoro biennale che, dopo la vittoria nella passata stagione del titolo provinciale, ci ha portato a questo traguardo. Penso che ogni società dovrebbe dare modo ai propri tecnici di lavorare per due anni. Nel primo anno non si conoscono i ragazzi e i genitori, il secondo si conoscono anche troppo... </b> <br >Spesso invece gli allenatori non riescono a finire nemmeno una stagione. Viste anche le sue esperienze tra i professionisti, non le sembra che a volte ci sia più pressione tra i dilettanti che non tra i professionisti? <br > <b>Sì, il dilettantismo è sempre più difficile del professionismo. Credo che dipenda dal fatto che nei dilettanti c'è molto più contatto con i genitori. Nei professionisti c'è meno contatto e c'è più modo di lavorare. L'esperienza che mi sono portato dietro in questi anni mi consiglia di tenere i genitori dove devono stare</b>. <br >Al di là dei valori del gruppo, ci sono ragazzi che hanno fatto la differenza? <br > <b>Indubbiamente è stato fondamentale il gruppo: la nostra rosa è di venti giocatori e agli allenamenti non è mancato quasi mai nessuno. Poi ovviamente ci sono ragazzi di qualità che hanno fatto la differenza; gli attaccanti Zoppi e Tedeschi, che insieme hanno fatto molte reti, ma anche Marsiglia, Borghetti, Filippi</b> .<br >Per chi vince i gironi B, C e D, la stagione non ha un seguito. Che cosa ne pensa?<br > <b>Mi sembra un po' assurdo. D'accordo lasciare il titolo regionale a chi vince il girone di élite, ma almeno la partecipazione alla Coppa.. O quantomeno un triangolare con le altre due vincenti: il calcio è amicizia e concludere la stagione con le altre due vincenti sarebbe una bella occasione di incontro tra i ragazzi</b> .
Massimiliano Baldini