• Primavera GIR.A
  • Fiorentina
  • 2 - 1
  • Piacenza


FIORENTINA (4-2-3-1): Seculin, Piccini, Bittante, D'Agostino (56' Panatti) Fatticcioni, Bagnai (52' Biondi), Acosty, Taddei, Iemmello, Carraro, Matos (63' Rosaia). A disp.: Scuffia, Empereur, Grifoni, Baccarin. All.: Renato Buso.
PIACENZA (4-1-4-1): Stocchi 6, Garilli 6, Settino 5.5 (68' Sordini 5.5), Milani 6, Alberici 5.5, Mancini 6, Cambielli 5.5, Felline 6 (64' Molinelli 6), Angarano 6.5, Silva 6, Tremolada 6.5 (77' Maffettone 6). A disp.: Maggio, Cabrini, Altamura, Tazzari. All.: Massimo Cerri.

ARBITRO: Rocca di Vibo Valentia, coad. da Giordano di Siena e Carmignani di Pisa.

RETI: 18' Matos, 26' Carraro, 84' Angarano.
NOTE: ammoniti 58' Iemmello, 64' Alberici. Angoli:4-6. Fuorigioco: 4-6. Recupero 0'+3'. Spettatori: 300 circa.



Le pagelle viola
Seculin: 6 Nel primo tempo usa i guanti solo per coprirsi dal sole in faccia; nella ripresa nulla può sulle due pregevoli conclusioni indirizzate al sette da Angarano. Se sulla prima viene graziato dalla traversa, sulla seconda non può far altro che stare a guardare.
Piccini: 6.5 Chiude le saracinesche dietro, e con lo stesso mazzo di chiavi spalanca quelle offensive. Tra lui ed Acosty, il terzino sinistro piacentino torna in Emilia con sintomi di schizofrenia.
Bittante: 7 Dopo un primo tempo di assoluta vacanza passato a sgroppare su e giù sulla sinistra, nella ripresa inizia a vedere i sorci verdi quando le offensive piacentine si fanno sempre più insistenti. Ma da quella parte non si passa, né palla a terra, né con lanci lunghi, né tanto meno in dribbling.
D'Agostino: 7 Basta il nome, bastano i piedi. Senza forzare più di tanto il regista viola, al rientro dopo cinquantaquattro giorni dall'infortunio di Lecce, disegna passaggi lunghi e corti col medesimo compasso. Dimmi dove la vuoi, e io lì te la metto è il suo slogan. E' suo l'assist per il vantaggio di Matos. 56' Panatti: 6 Entra in campo con il pesante compito sulle spalle di non far rimpiangere il D'Ago . Piedi e visione di gioco non sono certo gli stessi, ma alla fine nessuno se ne accorge visto che da lui passano ben pochi palloni.
Fatticcioni: 6.5 Personalità e senso della posizione da vendere. Sabato e festivi, dalla sua fermata, non passano autobus, tanto meno corriere provenienti dall'Emilia.
Bagnai: 5.5 A tratti incerto, in altri disattento. Colleziona una serie di appoggi sbagliati degni del peggior Quaresma. Buso se ne accorge e nel momento migliore del Piacenza corre ai ripari sostituendolo. 52' Biondi: 6 Per sicurezza, movenze e aspetto fisico ricorda palesemente il miglior Bonucci, anche se per lui oggi, di lavoro, poco e nulla.
Acosty: 6.5 Media aritmetica tra una prima frazione a tratti irritante da 5.5 e un ottimo e ben più incisivo secondo tempo da 7.5. Una cosa è certa, quando parte in velocità saluta tutti e se ne va, salvo poi arrivare al limite e peccare troppo di acerbità.
Taddei: 6 Nel primo tempo, con D'Agostino al fianco, preferisce evitarsi inutili figuracce affidando con costanza ogni manovra al ben più esperto compagno. Nella ripresa, cresce e fa vedere buone cose.
Iemmello: 5.5 Giornata uggiosa quella del centravanti catanzarese. Nonostante la grande quantità di azioni create dai viola, spesso si ritrova fuori dal gioco, e quando quasi per caso ci si ritrova dentro non riesce ad incidere come vorrebbe. Come quando nel finale spara prima fuori dal limite dell'area piccola e poi sul portiere dopo un doppio dribbling in area.
Carraro: 7 Sotto gli occhi di Giancarlo Antognoni che il dieci viola lo ha indossato ormai diversi anni fa, dispensa assist a destra e a manca. Sempre rapido nell'incunearsi negli spazi, sempre il primo a venire in contro per ricevere la sfera; semplicemente di un'altra categoria. Suo il gol del momentaneo 2-0.
Matos: 7 A ritmo di samba lascia tutti a bocca aperta con le sue sgroppate sulle fasce. Temibile, imprendibile, semplicemente inarrestabile. Freddo in occasione del gol del vantaggio, poco lucido quando sul 2-0 si mangia una rete già fatta sparando sull'esterno da pochi metri a porta sguarnita. 63' Rosaia: 6 Morde pallone, gambe ed erba. Messo dentro per interdire, lo fa alla grande, al resto ci pensino gli altri.
All. Buso: 6.5 Rimanere con i piedi per terra aveva professato dopo l'esaltante vittoria con la Juventus in Coppa Italia. Adesso i successi consecutivi diventano tre; volare si può. Si accorge di un Bagnai in difficoltà e lo toglie, riprende costantemente Acosty perché da lui si aspetta di più e nel secondo tempo è tutto un altro giocatore. Nel finale trema, ma al triplice fischio può esultare con pieno merito.
Arbitro
Rocca di Vibo Valentia: 6 Non commette errori particolarmente rilevanti aldilà di qualche dubbia valutazione. Unica pecca lo scarso utilizzo dei cartellini, sacrosanti in alcune circostanze e spesso salutari per tenere a bada gli animi caldi.
IL COMMENTO
Sognare si può. A dirlo, è l'ottimo momento di forma che stanno attraversando i viola, tre vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, a confermarlo è una classifica sempre più bella. Una Fiorentina non certo travolgente, sciupona, che a fronte di un Piacenza ultra rinunciatario è stata prima capace di farlo rientrare in partita, salvo poi rischiare di farsi addirittura pareggiare in un'ultima azione da brivido. Un primo tempo tutto in discesa quello della squadra di Buso, avanti già al 18'con Matos imbeccato da un perfetto assist di D'Agostino, e sul 2-0 al 26'con un colpo di testa a palombella dai dodici metri di Carraro. Con D'Agostino in cabina di regia, vero valore aggiunto per fantasia ed inventiva, e i due razzi esterni Acosty e Matos la squadra gigliata va che è una meraviglia. E se è solo una questione di acerbità ad impedire allo stesso ghanese di trovare la via del gol cercata, forse, con troppa insistenza, è un clamoroso mancamento quello che colpisce l'ottimo Matos, che da due passi manda clamorosamente fuori. La viola continua a spingere, il Piacenza, dalla sua, si arrabatta, ma quando arriva sulla tre quarti, quando ci arriva, sbatte costantemente contro la cintura difensiva gigliata. Partita chiusa? Neanche per sogno. E' Angarano, troppo spesso abbandonato ad un triste e solitario destino, là davanti a suonare la carica per gli emiliani, ma il suo bolide dai venti metri centra in pieno la traversa. E se la giornata no di Iemmello si completa con due conclusioni da pochi metri, una fuori e l'altra respinta da Stocchi, Angarano stavolta prende meglio la mira e con una parabola alla Del Piero riapre i conti. Soffrire diventa dunque la parola chiave del finale viola, e quando al 93' è ancora il bomber piacentino a ritrovarsi sui piedi la palla del clamoroso pareggio, da due passi, sugli sviluppi di un corner dalla destra, tutto solo, sugli spalti del Poggioloni si grida già alla beffa. Ma il centravanti di scuola Inter manca incredibilmente il facile tap-in, e con esso manda alle ortiche i sogni di gloria di un Piacenza troppo arrendevole per tornare a casa con qualche punto in saccoccia. Punti, tre e pesanti, che si conquista invece con pieno merito la Fiorentina, che continua così il suo volo verso le zone altissime della classifica.

Gianluca Bigiotti FIORENTINA (4-2-3-1): Seculin, Piccini, Bittante, D'Agostino (56' Panatti) Fatticcioni, Bagnai (52' Biondi), Acosty, Taddei, Iemmello, Carraro, Matos (63' Rosaia). A disp.: Scuffia, Empereur, Grifoni, Baccarin. All.: Renato Buso.<br >PIACENZA (4-1-4-1): Stocchi 6, Garilli 6, Settino 5.5 (68' Sordini 5.5), Milani 6, Alberici 5.5, Mancini 6, Cambielli 5.5, Felline 6 (64' Molinelli 6), Angarano 6.5, Silva 6, Tremolada 6.5 (77' Maffettone 6). A disp.: Maggio, Cabrini, Altamura, Tazzari. All.: Massimo Cerri.<br > ARBITRO: Rocca di Vibo Valentia, coad. da Giordano di Siena e Carmignani di Pisa.<br > RETI: 18' Matos, 26' Carraro, 84' Angarano.<br >NOTE: ammoniti 58' Iemmello, 64' Alberici. Angoli:4-6. Fuorigioco: 4-6. Recupero 0'+3'. Spettatori: 300 circa. Le pagelle viola<br ><b>Seculin: 6 </b>Nel primo tempo usa i guanti solo per coprirsi dal sole in faccia; nella ripresa nulla pu&ograve; sulle due pregevoli conclusioni indirizzate al sette da Angarano. Se sulla prima viene graziato dalla traversa, sulla seconda non pu&ograve; far altro che stare a guardare.<br ><b>Piccini: 6.5</b> Chiude le saracinesche dietro, e con lo stesso mazzo di chiavi spalanca quelle offensive. Tra lui ed Acosty, il terzino sinistro piacentino torna in Emilia con sintomi di schizofrenia. <br ><b>Bittante: 7</b> Dopo un primo tempo di assoluta vacanza passato a sgroppare su e gi&ugrave; sulla sinistra, nella ripresa inizia a vedere i sorci verdi quando le offensive piacentine si fanno sempre pi&ugrave; insistenti. Ma da quella parte non si passa, n&eacute; palla a terra, n&eacute; con lanci lunghi, n&eacute; tanto meno in dribbling. <br ><b>D'Agostino: 7</b> Basta il nome, bastano i piedi. Senza forzare pi&ugrave; di tanto il regista viola, al rientro dopo cinquantaquattro giorni dall'infortunio di Lecce, disegna passaggi lunghi e corti col medesimo compasso. Dimmi dove la vuoi, e io l&igrave; te la metto &egrave; il suo slogan. E' suo l'assist per il vantaggio di Matos. <b>56' Panatti: 6</b> Entra in campo con il pesante compito sulle spalle di non far rimpiangere il D'Ago . Piedi e visione di gioco non sono certo gli stessi, ma alla fine nessuno se ne accorge visto che da lui passano ben pochi palloni. <br ><b>Fatticcioni: 6.5</b> Personalit&agrave; e senso della posizione da vendere. Sabato e festivi, dalla sua fermata, non passano autobus, tanto meno corriere provenienti dall'Emilia. <br ><b>Bagnai: 5.5</b> A tratti incerto, in altri disattento. Colleziona una serie di appoggi sbagliati degni del peggior Quaresma. Buso se ne accorge e nel momento migliore del Piacenza corre ai ripari sostituendolo. <b>52' Biondi: 6 </b>Per sicurezza, movenze e aspetto fisico ricorda palesemente il miglior Bonucci, anche se per lui oggi, di lavoro, poco e nulla. <br ><b>Acosty: 6.5</b> Media aritmetica tra una prima frazione a tratti irritante da 5.5 e un ottimo e ben pi&ugrave; incisivo secondo tempo da 7.5. Una cosa &egrave; certa, quando parte in velocit&agrave; saluta tutti e se ne va, salvo poi arrivare al limite e peccare troppo di acerbit&agrave;. <br ><b>Taddei: 6</b> Nel primo tempo, con D'Agostino al fianco, preferisce evitarsi inutili figuracce affidando con costanza ogni manovra al ben pi&ugrave; esperto compagno. Nella ripresa, cresce e fa vedere buone cose. <br ><b>Iemmello: 5.5</b> Giornata uggiosa quella del centravanti catanzarese. Nonostante la grande quantit&agrave; di azioni create dai viola, spesso si ritrova fuori dal gioco, e quando quasi per caso ci si ritrova dentro non riesce ad incidere come vorrebbe. Come quando nel finale spara prima fuori dal limite dell'area piccola e poi sul portiere dopo un doppio dribbling in area. <br ><b>Carraro: 7</b> Sotto gli occhi di Giancarlo Antognoni che il dieci viola lo ha indossato ormai diversi anni fa, dispensa assist a destra e a manca. Sempre rapido nell'incunearsi negli spazi, sempre il primo a venire in contro per ricevere la sfera; semplicemente di un'altra categoria. Suo il gol del momentaneo 2-0. <br ><b>Matos: 7</b> A ritmo di samba lascia tutti a bocca aperta con le sue sgroppate sulle fasce. Temibile, imprendibile, semplicemente inarrestabile. Freddo in occasione del gol del vantaggio, poco lucido quando sul 2-0 si mangia una rete gi&agrave; fatta sparando sull'esterno da pochi metri a porta sguarnita. <b>63' Rosaia: 6</b> Morde pallone, gambe ed erba. Messo dentro per interdire, lo fa alla grande, al resto ci pensino gli altri.<br ><b>All. Buso: 6.5</b> Rimanere con i piedi per terra aveva professato dopo l'esaltante vittoria con la Juventus in Coppa Italia. Adesso i successi consecutivi diventano tre; volare si pu&ograve;. Si accorge di un Bagnai in difficolt&agrave; e lo toglie, riprende costantemente Acosty perch&eacute; da lui si aspetta di pi&ugrave; e nel secondo tempo &egrave; tutto un altro giocatore. Nel finale trema, ma al triplice fischio pu&ograve; esultare con pieno merito. <br >Arbitro<br ><b>Rocca di Vibo Valentia: 6</b> Non commette errori particolarmente rilevanti aldil&agrave; di qualche dubbia valutazione. Unica pecca lo scarso utilizzo dei cartellini, sacrosanti in alcune circostanze e spesso salutari per tenere a bada gli animi caldi. <br >IL COMMENTO<br >Sognare si pu&ograve;. A dirlo, &egrave; l'ottimo momento di forma che stanno attraversando i viola, tre vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, a confermarlo &egrave; una classifica sempre pi&ugrave; bella. Una Fiorentina non certo travolgente, sciupona, che a fronte di un Piacenza ultra rinunciatario &egrave; stata prima capace di farlo rientrare in partita, salvo poi rischiare di farsi addirittura pareggiare in un'ultima azione da brivido. Un primo tempo tutto in discesa quello della squadra di Buso, avanti gi&agrave; al 18'con Matos imbeccato da un perfetto assist di D'Agostino, e sul 2-0 al 26'con un colpo di testa a palombella dai dodici metri di Carraro. Con D'Agostino in cabina di regia, vero valore aggiunto per fantasia ed inventiva, e i due razzi esterni Acosty e Matos la squadra gigliata va che &egrave; una meraviglia. E se &egrave; solo una questione di acerbit&agrave; ad impedire allo stesso ghanese di trovare la via del gol cercata, forse, con troppa insistenza, &egrave; un clamoroso mancamento quello che colpisce l'ottimo Matos, che da due passi manda clamorosamente fuori. La viola continua a spingere, il Piacenza, dalla sua, si arrabatta, ma quando arriva sulla tre quarti, quando ci arriva, sbatte costantemente contro la cintura difensiva gigliata. Partita chiusa? Neanche per sogno. E' Angarano, troppo spesso abbandonato ad un triste e solitario destino, l&agrave; davanti a suonare la carica per gli emiliani, ma il suo bolide dai venti metri centra in pieno la traversa. E se la giornata no di Iemmello si completa con due conclusioni da pochi metri, una fuori e l'altra respinta da Stocchi, Angarano stavolta prende meglio la mira e con una parabola alla Del Piero riapre i conti. Soffrire diventa dunque la parola chiave del finale viola, e quando al 93' &egrave; ancora il bomber piacentino a ritrovarsi sui piedi la palla del clamoroso pareggio, da due passi, sugli sviluppi di un corner dalla destra, tutto solo, sugli spalti del Poggioloni si grida gi&agrave; alla beffa. Ma il centravanti di scuola Inter manca incredibilmente il facile tap-in, e con esso manda alle ortiche i sogni di gloria di un Piacenza troppo arrendevole per tornare a casa con qualche punto in saccoccia. Punti, tre e pesanti, che si conquista invece con pieno merito la Fiorentina, che continua cos&igrave; il suo volo verso le zone altissime della classifica. Gianluca Bigiotti




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