CATTOLICA VIRTUS: Bracci, Pagnotta, Peccini, Mugnaini, Lazzerini M., Chirinos, Morozzi, Zini, Echchihab, Fossi F., Andres. A disp.: Ronchi, Narduzzi, Carpini, Picarelli, Lazzerini C., Dona, Gentile, De Sa, Torres Perez. All.: Fraccone Marco
TAU CALCIO: Ricci, BIONDI, Serafini (3), Bracaloni, Gabbrielli, Tancredi, Moschini, Pierucci, Giovannelli, Sarnataro, Bonelli. A disp.: Fallani, Romanelli, Mariotti, Romani, Lamperi, MAtteucci, Guidi, Capocchi, Stondei. All.: Paoletti Luca
ARBITRO: Antonio Simone Lo Bello di Siena
RETI: Pierucci, Bonelli
CATTOLICA VIRTUS: Bracci, Pagnotta (64' Carpini), Peccini, Mugnaini (78' Picarelli), M. Lazzerini, Chirinos Calderon (73' C. Lazzerini), Morozzi, Zini (50' Donà), Echchihab (60' F. Gentile), Fossi (52' De Sa), Andres (68' Torres Perez). A disp.: Ronchi, Narduzzi. All.: Marco Fraccone.TAU ALTOPASCIO: J. Ricci, Biondi (74' Lamperi), Serafini, Bracaloni (58' Matteucci), Gabbrielli, Tancredi (31' Guidi), Moschini, Pierucci, Giovannelli (78' Capocchi), Sarnataro, Bonelli (58' Stondei). A disp.: Fallani, Romanelli, Mariotti, Romani. All.: Luca Paoletti.
ARBITRO: Lo Bello di Siena
RETI: 22' Pierucci, 41' Bonelli.
NOTE: ammoniti Giovannelli e Fossi. Angoli: 2-6. Recupero: 1'+6'.
Conta sempre tantissimo, anche senza Lamporecchio sullo sfondo. Conta tantissimo come contano i duelli tra chi aveva e chi ha ora: tra Menelao e Paride, i Targaryen e i Lannister, Grillo e Conte. Conta perché chi ce l'aveva vuole riprenderlo, e chi ce l'ha vuole tenerlo: più che la storia del calcio, è la storia del mondo raccontata un milione di volte; è il motore di ogni storia. Ogni volta che quei colori s'intrecciano la Toscana si ferma e si mette a guardare; e negli ultimi anni non si sorprende quando prevale il Tau Altopascio, che con la sesta vittoria in sei partite scava il primo solco sull'inseguitrice più vicina, quella che a distanza riavvia la sfida dell'anno scorso sperando che finisca nello stesso modo: l'Affrico, che vincendo lo scontro diretto con la Sestese si candida a competitor principale, sperava che da Soffiano arrivasse un risultato diverso; ma, replay di quella che nell'ultimo biennio è diventata un'abitudine, la Cattolica Virtus esce sconfitta (0-2), e segnala di nuovo che lo scarto può averlo ridotto, non colmato. Lo evidenzia soprattutto la prima mezz'ora, nella quale il pubblico che affolla la terrazza ha bisogno del binocolo per capire che succede: si gioca quasi sempre dall'altra parte, lato chiesa, perché quasi ogni volta che il Tau perde il pallone in zona offensiva lo recupera prima della metà campo. È in questo intervallo infinito che segna la prima delle due reti con cui vince la partita; lo fa grazie a Pierucci, uno dei grandi ex (l'altro è Stondei, che nella quasi mezz'ora che Paoletti gli concede prova a raddoppiare il conto dei dispetti: non gli riesce, ma non per colpa sua), dopo che Lo Bello, cognome da grandissimo e arbitraggio no, gliene aveva negata un'altra sicura, e forse una seconda. Sulla prima, due minuti scarsi sul cronometro, non ci sono dubbi: la seconda parata di Bracci, che insieme a Manuel Lazzerini aveva cercato d'evitare lo svantaggio a freddo dopo una prima risposta d'istinto al colpo di testa di Giovannelli (cross splendido di Pierucci da destra), non è sufficiente a impedire che Bonelli accompagni il pallone in porta; ma Lo Bello, cognome da grandissimo e arbitraggio no, si perde in qualche calcolo trigonometrico e non convalida una rete trasparente. Se paragonata a questa, anche se in tribuna si parla a lungo d'immagini chiarissime (da centrocampo: difficile, anche se le telecamere sono tre), è più giustificata la decisione identica che prende due minuti più tardi: niente rete neppure sul tiro di Moschini (scarico succulento di Giovannelli) smorzato da Bracci e spazzato da Chirinos Calderon in scivolata subito prima della linea, o subito dopo. Per il Tau lo sberleffo sarebbe massimo se dopo un avvio così finisse in svantaggio alla prima azione della Cattolica; ma non ci manca tanto: se anziché stoppare il pallone e favorire così il disturbo di Tancredi (ottima mezz'ora; poi si ferma, e Paoletti lo sostituisce con Guidi) dal disco del rigore avesse calciato di prima sul cross di Morozzi, che aveva sprintato fino all'ultima linea sull'apertura di Mugnaini, Fossi non si sarebbe limitato a un tiro debole e facile per Jordan Ricci; e forse la Cattolica Virtus sarebbe passata in vantaggio (11'). È un episodio che pesa; perché di tutto il primo tempo sarà l'occasione migliore per trovare la porta; se ne conterà soltanto un'altra alla mezz'ora, identico il protagonista, stavolta di testa sul traversone di Andres girato oltre il secondo palo. Per il resto è soltanto Tau: Bracci s'oppone sia a Giovannelli, al tiro dopo lo scambio tra Sarnataro e Bonelli con rimpallo in allegato (16), sia a Gabbrielli che da trentacinque metri mal contati aveva scaricato il destro sotto il secondo incrocio (19'); e ringrazia il dio del calcio e la buona sorte se sull'angolo prodotto dall'ultima parata (lo batte Sarnataro, a rientrare da sinistra) il tuffo di Pierucci a colpo sicuro fa schizzare il pallone a lato. Due occasioni di fila però non le sciupa: è perfetto l'interno mancino con cui converte in rete la punizione che Giovannelli aveva conquistato al limite (fallo di Peccini) dopo un'azione ben sviluppata con Sarnataro e Bonelli; imperfetta stavolta la lettura di Bracci, che si fa sorprendere da un rasoterra angolatissimo ma non granché potente (22'). Il vantaggio a metà tempo, che poi diventerà metà gara, è legittimissimo; e avrebbe assunto dimensioni doppie se sul lancio di Sarnataro, che aveva imbastito una ripartenza feroce dopo una verticalizzazione di Peccini non chiusa né da Andres né da Mugnaini, anziché cercare lo spicchio sotto la traversa il mancino di Bonelli avesse preferito un tiro secco al centro della porta, o un diagonale rasoterra: così sarebbe stato molto più difficile calciare alto (37'). Per il raddoppio basta comunque attendere il riavvio dopo la pausa; e stavolta di lamentarsi ha ragione la Cattolica Virtus: Giovannelli è in posizione palesemente irregolare sul lungo lancio dalla trequarti; e dunque sulla sua sponda per Bonelli, che col destro gelido batte Bracci, Lo Bello avrebbe dovuto fischiare, e alzare il braccio, e far riprendere il gioco con una punizione indiretta per la difesa. Invece, cognome da grandissimo e arbitraggio no, stavolta convalida; né convincono le spiegazioni che porge a Dino Somigli, il secondo di Fraccone: dalla tribuna si sentono benissimo, e sarebbe meglio non aver colto quella gran confusione tra la fotografia d'una posizione di fuorigioco e la valutazione della punibilità. Sta di fatto che il Tau aveva segnato due reti regolari e una irregolare; se ne trova convalidate una regolare e una irregolare: comunque due; ma sarebbe bene che il dio del calcio o chi per lui trovasse altri strumenti per rendere equo il risultato d'una partita. Perché, anche se l'azione che lo produce no, lo 0-2 è più che motivato; lo dimostra l'annotazione del 51': solo ora la Cattolica Virtus, trascinata da Donà che entra bene e costringe Guidi a una diagonale in apnea, conquista il primo calcio d'angolo della partita (alla fine ne batterà soltanto due; sei dall'altra parte). Non ne nascono pericoli, al contrario di quelli che genera lo scivolone di Chirinos Calderon sull'imbucata di Sarnataro per Bonelli ostacolato dall'uscita di Bracci. Peggio rischia di fare Jordan Ricci, che sbagliando un rinvio facile serve a De Sa il pallone del possibile pareggio: infastidito dal ripiegamento di Guidi, lo cestina calciando altissimo col destro. Anche se alla fine mancano venti minuti abbondanti (corre il 63': e Lo Bello concederà cinque minuti di recupero, poi diventati sei lordi), è l'ultima occasione da rete costruita dalla Cattolica Virtus. Le tre che avviano la partita verso il finale arrivano tutte sotto la terrazza, che ospita un pubblico finalmente attento alla partita senza bisogno di sforzare gli occhi; delle prime due protagoniste è l'altro grande ex, Stondei, che sfrutta i filtranti di Matteucci (aveva rilevato Bracaloni a metà ripresa: grande ingresso in regia) per puntare Bracci: la prima volta lo scarta, ma si defila e in caduta spedisce a lato il rasoterra; la seconda ha bisogno di due tentativi per romperne l'opposizione, ma la parata con la parte interna della gamba rallenta la corsa del pallone, che Chirinos Calderon impedisce a Sarnataro d'accompagnare in porta. Nella terza, la Cattolica ormai in dieci perché Torres Perez (aveva rilevato Andres nell'ultimo quarto di gara) si ferma, l'istinto del bomber brilla d'una scintilla d'altruismo: la sua sponda a chiudere il triangolo favorisce l'inserimento di Guidi, sul cui cambio di campo Capocchi si vede sbarrare lo specchio dall'uscita di Bracci. È l'ultima delle occasioni del Tau, per contare le quali basta rileggere da capo la cronaca (auguri): più che sul successo, ormai non dovrebbero esserci dubbi sul nome della squadra favorita per il titolo toscano. Anche se nessuno lo ammetterà mai, l'obiettivo è chiaro: vincerle tutte fino a metà dicembre, e guardare la classifica solo alla vigilia del trittico Fucecchio-Sestese-Affrico, l'albero di Natale già in salotto. Pensarlo in un pomeriggio che più che ottobre sembra primavera fa un po' specie; ma ormai più di niente ci si sorprende, neppure del Tau che tutte le volte che scende a Soffiano prova a imporsi e spesso ci riesce. Calciatoripiù: Morozzi e De Sa , che nella ripresa Fraccone schiera subito da centravanti abbassando Echchihab e Andres alle sue spalle, provano a dare sostanza alla manovra della Cattolica Virtus, che però resta agganciata alla partita soltanto grazie alle parate di Bracci . È vero che sulla punizione dello svantaggio Pierucci (partita strepitosa da mezzala come Moschini ) lo beffa; ma in almeno altre cinque situazioni alleggerisce lo scarto. Un Tau così, pressoché perfetto in tutti i reparti, avrebbe potuto segnare molto più delle due reti convalidate: Giovannelli è diventato il prototipo dell'attaccante perfetto, che vive per segnare ma a segnare non s'ostina; e anche se sottoporta sbagliano molto Bonelli (una rete buona non convalidata; una rete irregolare convalidata: fa comunque uno), Sarnataro e Stondei regalano rapidità, qualità, pericolosità. Peccato che a calcio si giochi in undici, e dunque che di quattro ne possano giocare soltanto tre. Se a un attacco entusiasmante e a un centrocampo concreto e tecnicissimo s'aggiunge una linea difensiva che vede Biondi alzarsi diecimila volte sia da terzino destro sia, nei venti minuti in cui Paoletti passa al 3-4-2-1, da esterno di centrocampo, e Gabbrielli costruire centralmente un muricciolo sia con Tancredi sia con Guidi , si capisce come mai su sei partite il Tau ne ha vinte sei; e solo perché la matematica gli ha impedito d'andare oltre.