RETI: Djoni
FLORIA: Servi, Carrai (69' Galletti), Bautista Berrocal, Macaluso (43' Esteves), Saleh, Santoro, Nuti, Tassi (64' Taddei), Batelli, Bettarelli (46' Pasqual), Ciaccia (62' Poggiali). A disp.: Vila Aliaga, Romoli, Panteri, Materassi. All.: Antonio Benevento.
SETTIGNANESE: Barbieri, Galli, Djoni, Sansò, (69' Arca), Pratesi, Gueye, Tozzi, Pietrosanti, Cecchi (54' Straccali), Genovesi, Scarselli (56' Ragusa, 70' Grassi). A disp.: Roschi, Ciani, Piccioli, Scognamiglio, Vassallo. All.: Fabio Zuccaro.
ARBITRO: Iuculano Cunga di Firenze
RETE: 31' Djoni.
NOTE: ammonito Tassi. Angoli: 2-10. Recupero: 1'+7'. Spettatori: 100 mal contati.
Da sciogliere resta solo un enigma. Solo il diavolo sa se una delle tante volte che l'ha incontrato, e sfidato, Maurizio Romei abbia pensato che sarebbe stato Fabio Zuccaro a rendere un po' meno astratto un sogno lungo una vita: perché per sedersi almeno una volta sulla panchina della Settignanese nel corso delle finali scudetto occorre vincere un campionato d'élite; per vincere un campionato d'élite occorre parteciparci, eventualità che non si verifica da otto anni (addirittura dieci nei Giovanissimi); e per parteciparci occorre vincere uno dei gironi regionali, ipotesi sempre più concreta dopo lo 0-1 nello scontro diretto in casa della Floria. Nel successo c'è molto di Zuccaro, molto sul piano tecnico e tattico (difesa organizzatissima; gran centrocampo, con Tozzi protetto da Gueye e Pietrosanti; attacco ampio, con Cecchi e Scarselli ai lati di Genovesi) e molto del suo approccio alle partite: il primo tempo della Settignanese dovrebbe essere catalogato nell'enciclopedia multimediale alla voce «pressing». La prima mezz'ora è essenzialmente una gran cavalcata verso la rete di Djoni: piagata dalle assenze (a far coppia con Santoro non c'è Fibbi, sostituito da Saleh; non c'è Laaroussi e soprattutto non c'è Materassi, convocato ma evidentemente non arruolabile visto che Benevento non lo rischia neppure per l'assedio finale), la Floria fatica a contenere la pressione della Settignanese e soprattutto a leggere adeguatamente i palloni inattivi, complice Servi non proprio irreprensibile in uscita. Nei primi otto minuti la Settignanese sfiora il vantaggio tre volte, tutte e tre avviate da un traversone profondo di Tozzi: sulla prima e la terza, una punizione laterale e un calcio d'angolo, pesa l'uscita a vuoto di Servi, salvato dal palo sull'interno destro di Genovesi sottoporta e da un rimpallo sul tentativo di Cecchi e però decisivo nell'occasione di mezzo con una gran parata all'incrocio sul destro di Pietrosanti dal limite, favorito dalla corta respinta di Tassi. La Floria impiega un quarto d'ora per capire quale sia la pista migliore in cui accelerare, poi d'un tratto ne scorge una defilata ma liberissima e improvvisamente rischia di passare avanti: se in porta giocasse un portiere standard e non Barbieri, impegnato solo tre volte (quattro?) in tutta la partita e per tre volte (quattro?) decisivo, il tiro-cross di Batelli sporcato da Sansò sulla rimessa laterale mancina di Bautista Berrocal si sarebbe trasformato nel vantaggio (16'). È ugualmente complessa la parata cui sull'altro fronte è chiamato Servi, in affanno in uscita ma formidabile tra i pali: la Settignanese avrebbe segnato cinque minuti prima se non si fosse opposto col corpo al destro rasoterra di Scarselli che, avviata l'azione con un traversone teso letto male da Macaluso, calcia sul primo palo un pallone schizzato dietro la difesa (posizione sospetta, forse c'era fuorigioco; ma la dinamica tradisce il giovanissimo Iuculano Cunga) dopo il rimpallo su Cecchi. In qualche modo Scarselli entra anche nell'azione che genera l'angolo del vantaggio: è sua la sponda sulla quale Bautista Berrocal deve scivolare su Cecchi per chiuderlo in angolo. Dalla bandierina va Tozzi per la sesta volta (zero invece per la Floria nel primo tempo): memore delle difficoltà su quelli d'inizio partita, sul suo traversone a rientrare stavolta Servi non azzarda l'uscita; in questo modo però facilita l'inserimento di Djoni la cui inzuccata schianta il pallone sotto il secondo incrocio. È l'episodio che decide lo scontro diretto, che in avvio di ripresa la Settignanese tenta d'ipotecare sull'ennesimo pallone inattivo che Tozzi calcia verso l'area avversaria: solo, Genovesi salta in controtempo e favorisce la presa di Servi. Sul suo rilancio però la Floria costruisce una delle occasioni più pulite per evitare la sconfitta: una disattenzione della difesa consente a Batelli di violare l'area e aprire il destro rasoterra alla ricerca del secondo palo; ma, che sia un impercettibile errore di mira o un tocco altrettanto impercettibile (e non rilevato, si riprende con un calcio di rinvio) di Barbieri, il pallone s'adagia dalla parte sbagliata della rete. Per quanto sfortunato, l'episodio però stimola la Floria ad attaccare; lo stesso fa l'ingresso d'Esteves, che Benevento manda dentro (fuori Macaluso) per rimpolpare il centrocampo: la sua fisicità impedisce alla Settignanese d'uscire pulita come aveva fatto per tre quarti d'ora, e il baricentro della partita si sposta immediatamente nella sua metà campo. La Floria costruisce subito un'altra buona opportunità non mandata a buon fine da Ciaccia che, pescato a sinistra da Bettarelli sull'apertura di Carrai da destra, calcia male con l'interno destro: per far male a Barbieri ci vuole molto di più che un rasoterra lento e centrale (45'). La Settignanese comunque s'aggiusta ancora prima che dalla panchina Zuccaro chiami le contromosse: un rimpallo tra Genovesi e Saleh che duellavano sulla corsa fa schizzare il pallone verso il limite dell'area della Floria, ove lo raccoglie Cecchi che col destro cerca l'incrocio e trova i guanti di Servi, in affanno in uscita ma formidabile tra i pali. Tozzi s'incarica di calciare anche l'angolo che segue (alla fine della partita saranno dieci, tutti roba sua), stavolta a uscire: la traiettoria ampia favorisce il movimento di Pietrosanti che raccoglie il pallone sul secondo palo e cerca la porta, protetta dalla capocciata di Bautista Berrocal che in zona linea s'immola pur di tenere la partita aperta. Fin qui è andato tutto liscio, forse troppo; ma non sarebbe un big match senza le polemiche, che Iuculano Cunga chiama evitando d'ammonire Tassi per la seconda volta dopo un fallo facilmente codificato: l'errore, evidente, lo segnala anche la decisione di Benevento che lo sostituisce subito inserendo Taddei, peraltro protagonista d'un finale convincente. Con le proteste comunque si fa subito pari: la Floria s'infiamma per un episodio che vede protagonisti Sansò, Poggiali (aveva rilevato Ciaccia da cinque minuti esatti), l'incrocio tra le loro gambe e un possibile fallo di mano in caduta; ma Iuculano Cunga, vestito d'una casacca troppo grande (consiglio se ricapiterà, e ricapiterà perché la Settignanese gioca spesso in nero: taccuino e cartellini nelle tasche dei pantaloni, per evitare contorsioni), sorvola. La Floria comunque resta all'attacco, e nel recupero costruisce tre chance per evitare che la classifica s'allunghi: due le vanifica Barbieri, decisivo in spaccata ad anticipare il taglio di Nuti sull'imbucata di Batelli (72') e strepitoso in tuffo sul destro di Taddei dal limite (77'); nel mezzo la Floria conquista un angolo che affida al destro di Pasqual, e sugli sviluppi del quale Saleh anticipa lo stacco di Servi salito cercare la rete dell'anno (75'). Evidentemente il patto col diavolo stavolta l'ha fatto il dio del calcio: la Settignanese vede da vicinissimo l'élite, grandi le chance che sia doppia. Calciatoripiù : l'ingresso d'Esteves fa sragionare la mediana avversaria, cui d'un tratto mancano il tempo e lo spazio per scegliere la soluzione migliore; fin lì la manovra s'era retta sulla prestazione di Bautista Berrocal (Floria), più volte decisivo in chiusura e prezioso in fase di spinta. Ma non può essere sufficiente per contrastare una squadra che finora non è mai stata sconfitta, e che a giro ha lasciato solo una decina di punti: con un regista come Tozzi e un fantasista come Genovesi attaccare è facilissimo. Se ci s'aggiungono un mediano come Gueye , una difesa solidissima (appena sette le reti subite fin qui: Pratesi è un gran terzino, Djoni un centrale fenomenale) e tra i pali Barbieri (Settignanese), portiere superlativo, si capisce bene come mai salvo suicidi la strada per l'élite sia segnata.