AFFRICO: Campanale, Benelli, Pallotti, La Spina, D Onofrio, Ciberti, Kodra, Giannoni, Torracchi, Marcantonini, Casamenti. A disp.: Gentile, Sordini, Labiad, Nocentini, Salsi, Mencarelli, Hoxha, . All.: Gola Matteo
GIOV. FUCECCHIO: Criachi, Ciampalini, Matteoni, Salvadori N., Collura, Federighi, Gabbrielli, Sardelli, Ciappi, Masha, Salvadori G.. A disp.: Tacchi, Pannocchia, Tamburini, Pellegrini, Dainelli, Terreni, . All.: Citi Michele
ARBITRO: Marco Luddi di Firenze
RETI: Mencarelli, Mencarelli, Casamenti, D Onofrio, Federighi, Federighi, Matteoni
AFFRICO: Campanale, Benelli, Pallotti, La Spina, D'Onofrio, Ciberti, Kodra, Giannoni, Torracchi (39' Mencarelli), Marcantonini, Casamenti. A disp.: C. Gentile, Sordini, Corsini, Labiad, Nocentini, Salsi, Mencarelli, Hoxha. All.: Matteo Gola.
GIOV.FUCECCHIO: Criachi, Ciampalini, Matteoni, N. Salvadori, Collura, Federighi, Gabbrielli, Sardelli, Ciappi, Masha (50' Aposti), G. Salvadori (36' Comanducci, 68' Russo). A disp.: Tacchi, Pannocchia, Tamburini, A. Pellegrini, Dainelli, Terreni. All.: Michele Citi.
ARBITRO: Luddi di Firenze
RETI: 5' D'Onofrio, 20' Casamenti, 30' Matteoni, 41', 69' Federighi, 64', 74' Mencarelli.
NOTE: ammoniti Pallotti, Casamenti, Mencarelli, Sardelli e Giannoni. Angoli: 4-4. Recupero: 2'+6'.
Del secolo no, sarebbe smisurata; ma se si moltiplicano il peso specifico e il tasso di spettacolarità basta uno sguardo al risultato per capire come mai Affrico-Fucecchio la definizione di partita dell'anno se la meriti. E a proposito di risultati: comunque si formi, un 4-3 non può lasciare indifferenti; tantomeno può farlo se l'arbitro convalida la rete del pari subito prima d'assegnare il recupero, e la rete dell'ultimo vantaggio subito prima che il recupero finisca. E il 4-3 non può lasciare indifferenti neppure per l'effetto che provoca sulla classifica: l'Affrico scalcia via il Fucecchio che scivola a -5, e si sgancia dal Tau fermato sul pari della Cattolica Virtus; in testa rimane una strana coppia, lo Sporting Cecina l'altra metà. Solo altre due volte l'Affrico aveva subito più di due reti: a Lastra a Signa, ove vinse 4-5; e all'andata col Fucecchio, che paradossalmente mostra ancora una volta che l'unico settore in cui fatica è l'attacco. Non può essere un accidente il fatto che le reti nascano esclusivamente dalla difesa, tra la punizione di Matteoni alla mezz'ora esatta e la doppietta di Federighi a tentare di circoscrivere la ripresa, 2-2 in avvio e 3-3 in chiusura. È un problema che dopo il mercato di dicembre invece l'Affrico non deve fronteggiare: è decisiva l'unica sostituzione operata da Gola, l'ingresso di Mencarelli che dopo averci provato di mano (evidente, ammonito) segna le due reti che decidono la contesa. Ma chi della partita avesse visto solo la prima mezz'ora non capirebbe come mai per vincere, ed eliminare dalla corsa al titolo una delle rivali, l'Affrico abbia avuto bisogno dell'ultimo briciolo del recupero: per un quarto d'ora infatti il Fucecchio fatica a uscire dalla propria metà campo, dov'è costretto a rintanarsi dagli affondi di Casamenti e Marcantonini e dal pressing soffocante della mediana avversaria, dove La Spina s'appoggia al dinamismo di Kodra e Giannoni per verticalizzare rapidamente ogni volta che recupera il pallone. Dal primo fallo che il Fucecchio si gioca per rallentare le iniziative avversarie nasce la punizione del vantaggio. La calcia La Spina col destro dalla trequarti sinistra; un doppio rimpallo in area fa schizzare il pallone sul lato corto dell'area di porta, dove D'Onofrio ricorda come mai sui palloni inattivi i centrali di difesa salgono dal giorno in cui Dio o chi per lui creò il calcio: la sua girata col destro spedisce il pallone sul secondo palo e sblocca il punteggio dopo cinque minuti appena. Ne passano altri cinque e il Fucecchio rischia di vedere la partita già compromessa: gli va bene che il mancino di Marcantonini, che in corsa cerca l'incrocio sul triangolo Pallotti-Torracchi sporcato da Federighi al limite dell'area, esca di mezzo metro scarso. Per uscire dalla propria metà campo il Fucecchio ha bisogno di dodici minuti, ma la prima volta che ce la fa suggerisce che il finale non è così scontato: esce dalla parte sbagliata del palo lontano (Campanale sembrava comunque in traiettoria) il mancino rasoterra di Masha liberato al limite dalla sponda di Gianluca Salvadori. Non va meglio tre minuti più tardi sul rimpallo che sul lancio di Federighi, gran libero, vanifica la diagonale perfetta di D'Onofrio (grande coppia con Ciberti) e consente a Ciappi di scaricare il mancino verso il secondo palo, niente più che un desiderio. Ci s'aspetta che al terzo tentativo il Fucecchio vada più vicino al pari, o quantomeno allo specchio; ma non c'è nessun terzo tentativo, perché Ciampalini non esce sulla discesa di Pallotti e gli consente d'alzare la testa quando per vedere l'area non occorre strizzare gli occhi: da qui è facilissimo confezionare un filtrante perfetto per Casamenti che, scattato in posizione regolarissima, stoppa il pallone col destro e da cinque metri lo accarezza in porta col mancino rasoterra (20'). Sulla ripresa del gioco il Fucecchio perde il pallone e rischia la catastrofe: avviato dall'ennesima intuizione feroce di Marcantonini che cerca sempre la verticale, il triangolo con Casamenti libera sul fondo Kodra il cui traversone molto stretto sfiora la traversa e ricorda a Criachi che a questi livelli ogni distrazione può esser fatale. Basta aver visto una partita ogni tanto per accorgersi che per evitare d'arrendersi già all'intervallo il Fucecchio ha a disposizione una sola strategia: provare dal nulla a costruire un episodio, e poi sfruttarlo. L'occasione gliela offre la discesa di Gianluca Salvadori che La Spina tampona al limite dell'area: l'esecuzione di Matteoni, che col mancino aggira la barriera e scaraventa il pallone sotto il primo incrocio, è la via giusta per il 2-1. L'Affrico non la prende bene, e tra la fine del tempo regolamentare e l'ultimo dei due minuti di recupero costruisce due occasioni per raddoppiare di nuovo il vantaggio: gliele annullano Collura, a murare la girata di Torracchi favorito da un rimpallo sul servizio di Marcantonini (splendido il triangolo con Casamenti), e con un brivido Criachi che nega a D'Onofrio la doppietta cercata con una punizione da lontanissimo e rimbalzo annesso. Anche se il risultato s'è riaperto Citi però non può esser soddisfatto, e negli spogliatoi annuncia che replicherà l'esperimento già architettato occasionalmente: Matteoni, il cui mancino è troppo prezioso per assegnargli anche compiti difensivi, sale all'ala; alle sue spalle si piazza Comanducci che rileva Gianluca Salvadori, sacrificato. La mossa paga subito: da quel mancino nasce un traversone dal fondo, letto malissimo da Campanale che si fa scavalcare; sul secondo palo taglia Federighi che col corpo accompagna il pallone in rete (41'). D'un tratto dunque l'Affrico vede svanire un vantaggio che coltivava da inizio partita, e con lui la testa della classifica; ma Gola, che cento secondi prima del 2-2 aveva deciso di sostituire Torracchi con Mencarelli, continua a esser convinto della bontà dell'assetto e degli interpreti. Alla lunga avrà ragione, ma nell'immediato rischia di vedere completarsi la rimonta del Fucecchio: Pallotti deve spendere il fallo da ammonizione per fermare l'incursione di Gabbrielli, cui Citi affida la punizione dalla stessa zolla da cui nel primo tempo aveva segnato Matteoni. L'esecuzione è diversa sia per dinamica (col destro anziché col mancino, sul secondo palo anziché sul primo) sia per esito, ma non di molto: Campanale, che in uscita soffre tantissimo ma sui pali è ultrareattivo, allontana di pugno un pallone complicatissimo. Fino al quarto d'ora però l'Affrico continua ad annaspare, improvvisamente avviluppato nel pressing del Fucecchio che lo costringe a sbagliare anche le scelte più semplici: ne è due volte vittima Benelli che per due volte prova a mandare in porta Ciappi, prima con un dribbling azzardato sulla trequarti (lo vanifica la scivolata gigantesca di Ciberti, 50') e poi con un corto retropassaggio per Campanale, disturbato nel rinvio inevitabilmente sporco ma comunque efficace (51'). L'Affrico capisce che se continua a giocar così non regge neppure il pareggio e s'affida a uno sprint di Casamenti per rompere la pressione: la scelta è giusta, perché se Luddi fosse posizionato meglio s'accorgerebbe della punibilità del braccio di Ciampalini, aperto in orizzontale per intercettare il traversone. La decisione di sorvolare, su quest'episodio come sul successivo pestone subito da Kodra, non è granché supportabile; è un bene che dal male non nasca un malissimo, e che Sardelli chiuda con un tiro centrale, facile per Campanale, la ripartenza condotta da Ciappi e Gabbrielli. D'un tocco di mano, nella stessa area e ugualmente evidente, Luddi s'accorge quattro minuti più tardi: non lo avesse fatto avrebbe convalidato la rete di Mencarelli (ammonito, giusto) sulla punizione di Marcantonini, e sarebbe stato un problema ancora più grande. Sull'altro fronte continuano i problemi per Benelli, che a un primo tempo positivo non riesce ad abbinare una ripresa adeguata: buona nell'intenzione, la sua diagonale è imprecisa nell'esecuzione e costringe di nuovo Campanale a un duello ravvicinato con un avversario, stavolta Gabbrielli avviatosi verso la porta dalla verticalizzazione di Ciappi. È in questo contesto che improvvisamente l'Affrico torna avanti: fresco nonostante un'ora a duemila, Giannoni alza la pressione fino al limite dell'area e recupera il pallone al centro dell'arco; da lì lo scarica a destra per Marcantonini, la cui accelerazione si completa con un rasoterra al centro. È un pallone perfetto per Mencarelli che col destro lo colpisce così sporco da fargli assumere una traiettoria imprendibile: anziché tuffarsi (il tiro era angolato ma lentissimo) Criachi prova a rincorrerlo, ma lo raggiunge soltanto quando ha superato la linea di porta. Allo scadere mancano quattro minuti, e i tifosi dell'Affrico avviano il conto alla rovescia e l'app di Campionando per scoprire i risultati di Tau e Sporting Cecina; ma sarebbe stato meglio aspettare, perché sull'angolo di Gabbrielli da destra Campanale esce di nuovo malissimo, e di testa Federighi schianta in porta il pallone del 3-3 (69'). Ora sono i tifosi del Fucecchio ad avviare il conto alla rovescia, sacramentando contro i cinque minuti di recupero decisi da Luddi. Non ha torto lui, e non hanno torto loro: se sul traversone di Casamenti da sinistra Matteoni era riuscito a ripiegare, riscoprendosi d'un tratto terzino, e ad anticiparlo, su quello di Kodra da destra Mencarelli è solo; per un fenomeno di quel calibro lì aprire il destro al volo e schioccare il pallone sul secondo palo è poco più d'un esercizio di stretching. È il 4-3 che resta intatto nonostante l'ultimo assalto del Fucecchio, neutralizzato da Campanale che con la figura s'oppone ad Aposti (aveva rilevato Masha) assurdamente libero sul secondo palo sul traversone rasoterra di Russo (aveva rilevato Comanducci subito prima del 3-3, nel tentativo d'appesantire la spinta offensiva). Il boato dell'Affrico all'ultimo fischio di Luddi vuol dire tanto: nella corsa al titolo c'è una rivale in meno; e in attacco, è ufficiale, tanto peso in più. D'altra parte c'è un motivo per cui, da Riva a Batistuta a Ronaldo quello vero, quando si ripensa alle squadre che ci hanno fatto sognare, e alle partite che ci hanno fatto sognare, si pensa innanzitutto a chi faceva gol. Calciatoripiù : che giochi terzino o all'ala Matteoni è sempre splendido, come la rete su punizione e come l'assist che avvia la doppietta di Federighi , a segno poi sull'angolo di Gabbrielli (Giov.Fucecchio). In qualsiasi altro campo la somma sarebbe stata sufficiente per vincere, o quantomeno per non perdere; ma in quasi nessun altro campo si devono affrontare tutti insieme talenti come Marcantonini e Casamenti (lo stop per la rete del raddoppio profuma di qualità enormi), mezzali inesauribili come Giannoni , dal cui break nasce la rete del 3-2, e soprattutto centravanti come Mencarelli (Affrico): nella corsa al titolo toscano, e forse oltre, le sue reti (sono già quattro in quattro giornate) possono diventare un'insidia contro cui non esiste antidoto.