RETI: Fiorentino, Materassi, Bracale, Bracale, Pelagatti, Fiorentino
MONTELUPO: Gori, Mazzacuva (75' Giaquinta), A. Parrini, Marcoionni (51' Rosa), Scali (51' Zanobetti), Bentivoglio, Milanesi (75' Canardi), Balis (72' Pelucchini), Rosone (72' Frangioni), Cintelli, Cei (57' G. Tofani). A disp.: Ceccatelli. All.: Cristiano Coli - Fabio Fabiani.
FOLGOR CALENZANO: Gennaro, Lastrucci (75' Accordi), Pasquinucci, Saraci, Becheri, Giolli (77' Pancani), Baroni (73' Cetani), Materassi (72' Bandini), Andrea Fiorentino (82' Giardini), Pelagatti (85' Arcuri), Bracale (79' Tapinassi). A disp.: Giorgi, Lako. All.: Massimo Fiorentino.
ARBITRO: Vezzani di Empoli
RETI: 1', 67' Andrea Fiorentino, 4' Materassi, 7', 12' Bracale, 53' Pelagatti.
NOTE: ammoniti Cintelli, Balis e Fiorentino. Angoli: 3-4. Recupero: 0'+0'.
Sentita oggi, la frase con cui Jaime Lannister saluta (vabbè) Ned Stark a metà della prima stagione del Trono di spade è quasi una profezia: per contenere la furia del leone ci sono davvero pochi lupi in questo branco. Il Montelupo arrivava allo scontro diretto forte di nove successi di fila grazie ai quali s'era improvvisamente scoperto ambizioso; ma con un primo quarto d'ora torrido (al 12' si sta già 0-4) nonostante il vento infame e con sei reti complessive il Calenzano spiega chiaramente che per l'élite sarà al massimo sfida a due con lo Sporting Arno. Non c'è bisogno di grande fantasia per capire che cosa sia successo al Brandani (tribuna di legno favolosa peraltro): per rendere la gara scontata fin dal primo ciack la regia mette in scena il peggior approccio stagionale del Montelupo che evidentemente sente troppo la sfida (avesse vinto sarebbe davvero rientrato in gara, e ora invece scivola a meno nove: rincorsa finita) e forse il miglior Calenzano di sempre. La prima azione la costruisce il Montelupo (cross insidioso di Cintelli) e Gennaro in uscita blocca. Alla seconda il Calenzano passa avanti: sul lungo rinvio infatti Bentivoglio e Scali fanno rimbalzare il pallone una volta, che al limite dell'area è sempre una volta di troppo tanto più se in zona c'è un fuoriclasse come Andrea Fiorentino (ipotesi non smentibile e dunque facilmente azzardabile: nell'élite sarebbe agevolmente arrivato in doppia cifra; e a Mannelli potrebbe essere utile al Torneo delle regioni): nonostante il fisico notevole, è una sequenza apparentemente banale quella che gli consente di ottenere il possesso, infilarsi in mezzo ai centrali e scaricare in porta il destro del vantaggio. E dopo meno di un minuto il Calenzano si trova a condurre. Ne passano altri tre e il dislivello già raddoppia: Bracale (ipotesi non smentibile e dunque facilmente azzardabile: giocherebbe titolare in due terzi delle squadre d'élite) avanza centralmente fino alla trequarti e apre a sinistra per Materassi che appostato quasi sul lato corto dell'area di porta dà uno sguardo a Gori e col destro gli fa passare il pallone tra le gambe. Evidentemente il Calenzano qualche pagina di storia contemporanea l'ha studiata, perlomeno quella in cui si descrive la guerra lampo come la tattica con cui si sviluppano manovre rapide e travolgenti destinate a sfondare le linee avversarie nei loro punti più deboli; può metterla in pratica perché il Montelupo continua a concedere l'uno contro uno ad Andrea Fiorentino che al 7' va via di potenza a Bentivoglio e, decentratosi quasi fino al fondo, finta il tiro e invece serve Bracale a venti centimetri dalla linea: rete quasi banale e 0-3. Si chiude qui la partita più breve del mondo, anche se il Montelupo prova a riaprirla con la verticalizzazione di Mazzacuva per Balis che cade in mezzo all'area sulla tenaglia Gennaro-Saraci: Vezzani avvia la serie di decisioni contestate dal tifo locale non punendo un contatto per il quale il rigore sarebbe però stato eccessivo. Al Montelupo va male che sul proseguimento dell'azione il Calenzano trovi anche la quarta rete: dalla trequarti mancina, un passo avanti alle panchine, Bracale calcia in porta una punizione arcuata che dopo la spizzata di Bentivoglio finisce di correre in porta, accanto al palo più lontano. Sullo 0-4 in tribuna ci si concentra soprattutto sulle strategie per non finire preda del gelo negli ottanta minuti successivi: prova a suggerirne una Fiorentino che al 17' strappa a destra lasciando Scali a guardargli la targa e serve dentro un gran pallone per Pelagatti che da centro area cerca rasoterra il secondo palo, solo sfiorato. Sul calcio di rinvio il Calenzano recupera il possesso e serve di nuovo in profondità Fiorentino che va vicino alla doppietta dopo l'ennesimo sprint su Scali: solo il palo riesce a respingere il suo destro violento. Per qualche minuto ancora il Montelupo non riesce a trovare un'idea per spezzare l'assedio: gli va bene (per dire, per dire) che finisca alto il colpo di testa di Baroni, solo in mezzo all'area di porta sull'angolo di Materassi, e che Gori riesca a opporsi al destro di Fiorentino andato via in palleggio a Mazzacuva e Marcoionni. Poi alla mezz'ora la partita cambia perché finalmente il Montelupo trova l'assetto giusto e il Calenzano decide che, dato il successo ormai assicurato, per un po' può consentire agli avversari di venir fuori: il più pericoloso è Rosone che prima cerca la porta con un mancino al volo dalla trequarti (pallone a lato di una spanna, 31') e poi la trova sul traversone di Cintelli innescato da Milanesi e lasciato passare da Gennaro che esce a vuoto; sarebbe l'1-4 che però Vezzani non convalida per un tocco di mano ai limiti dell'invisibile (35'). Il Montelupo ha comunque il carattere giusto per chiudere il primo tempo all'attacco (e bene fanno Coli e Fabiani a non lasciare nessuno degli undici negli spogliatoi): Balis verticalizza per Cintelli che entra in area e col destro rasoterra cerca il primo palo coperto dalla scarpa mancina di Gennaro. Per dare un po' di sapore alla ripresa servirebbe una rete del Montelupo: ci va vicino Milanesi che in scivolata sottoporta manca per un decimo l'impatto sul traversone di Cei finalmente inarrestabile in azione di sfondamento. Ma, messo alle spalle un altro intervento sospetto nell'area ospite (Saraci s'aiuta un po' con le mani su Milanesi) sul quale Vezzani sorvola, ci si ricorda che quando il Calenzano attacca tutto diventa inutile: Bentivoglio è in netto vantaggio sulla verticalizzazione di Fiorentino, ma si fa aggirare da Pelagatti che ottiene il controllo del pallone e da posizione defilatissima riesce ad anticipare l'uscita di Gori (53'). Allo 0-5 segue quasi ovvio lo 0-6, e quasi ovvio è anche il nome del suo autore: anche se da solo in mezzo a Zanobetti (era uscito Scali), Bentivoglio e Mazzacuva, come nel primo tempo Fiorentino riesce a mettere il corpo avanti e calciando col destro rasoterra («Oggi due di destro» dirà rivolto alla panchina al momento della sostituzione) a spedire di nuovo il pallone tra i pali (63'). Poco resta da segnalare nell'ultima mezz'ora se non la traversa di Bracale che dalla trequarti sfiora la tripletta (70') e l'ottima parata di Gennaro che all'ultima azione dell'incontro salva l'inviolabilità opponendosi al rasoterra mancino di Pelucchini (era uscito Balis perché aumentasse un po' il peso dell'attacco) servito al limite dal rimpallo tra Saraci e Cintelli. È la sottolineatura su una partita perfetta in casa Calenzano, che così esclude ufficialmente una rivale dalla corsa all'élite; ma la cartolina finale se la merita Cristiano Coli che, ottimo allenatore e persona perbene, nonostante l'umore tetro al fischio finale va a congratularsi con ognuno dei venti calciatori avversari. Si può essere dei vincenti anche quando si perde male uno scontro diretto.
Calciatoripiù : favorito dalle iniziative di Cintelli che s'accende alla mezz'ora, in un paio di circostanze Rosone (Montelupo) va vicino alla rete della bandiera. Ma c'è poco da fare quando s'affronta una squadra che abbina alla solidità difensiva (insuperabile il trio Becheri-Saraci-Giolli ) la qualità in mediana e un attacco formidabile: protagonisti di mille incursioni, Materassi e Bracale arrotondano il bottino che Andrea Fiorentino (Folgor Calenzano) aveva iniziato ad accumulare dopo una manciata di secondi. È lui l'attore principale di una squadra ben costruita (ringraziare Caciagli, please) e ben diretta: segna, combatte e ha un potere raro, qualsiasi sia la dinamica dell'azione riesce sempre a uscirne fronte alla porta; e considerata la potenza dei suoi quadricipiti si capisce perché appena lo vedono le difese comincino a singhiozzare.