SESTESE: Fantini, Hila, Danti, Chelli, Myslihaka, Sorge, Danesi, Giraldi, De Biase, Faggi, Patrignani. A disp.: Rossi, Athuman, Nardini, Scarpelli, Nuti, Alighieri, Kapidani, . All.: Gori Filippo
SCANDICCI: Patacchini, Congiu, Di Bonito, Faralli, Stasi, Tagliavini, Corsinovi, Cesari, Campone, Termini, Bargellini. A disp.: Serio, Cipriani, Sapienza, Bertini, Andreucci, Pepe, Mascalchi, Catalano. All.: Gozzi Francesco
RETI: Patrignani, Sorge, Stasi
Se non fosse Bruce Willis, quello il cui matrimonio non durò perché Demi Moore si trovava in camera troppe ventenni quando lui di anni ne aveva più di quaranta, per due terzi di Armageddon si penserebbe a una comparsa di talento; poi dà una spallata al generino che fin lì provava a eclissarlo e salva il mondo dalla dissoluzione. Ora, l'analogia regge a metà perché lo Scandicci non è un genero cui fare ombra (e comunque male male non gli andrebbe: avrebbe gli zigomi di Ben Affleck che sui titoli di testa fa cose divertenti con Liv Tyler, Liv Tyler ventunenne); però la Sestese è proprio Harry Stamper, defilato finché s'impasta e poi protagonista totale quando c'è da cucinare (o salvare il mondo, che è lo stesso). Questo racconta il 2-1 con cui si conclude la prima gara dei play-off: arrivataci quasi di rincorsa non tanto nel finale quanto nel lungo periodo a cavallo tra l'andata e il ritorno, la Sestese ora si candida a recitare il ruolo dell'antiTau (se si tiene l'analogia sarebbe un meteorite dalla potenza devastante: forse sì, ma forse fermarsi è meglio). Avanti a metà primo tempo, dopo aver concesso (eufemismo) il pari lo Scandicci s'acquatta e non riesce più a pungere davvero; è colpa soprattutto di Chelli che (intuizione fenomenale di Augusti) cattura nella tela Termini, dello Scandicci insieme scudiero e cavaliere, e ne ammortizza ogni spunto offensivo dopo la scarica pregna d'elettricità che in avvio vale quasi il vantaggio. Dopo 7' di riflessioni infatti Tagliavini innesca profondo il centravanti che in progressione, delizia della casa, incenerisce Myslihaka e cerca il secondo palo una volta raggiunto il vertice dell'area di porta; il problema è che lo trova, e poi Fantini agguanta il pallone interrompendone la danza fintamente innocente a cavallo della linea. La Sestese replica con l'affondo mancino di Patrignani che lascia indietro Congiu e sul contrasto con Di Bonito uscito in protezione serve in qualche modo Sorge al limite: destro alto ma Sestese viva (14'). L'episodio che va in scena al 21' rischia però di spingerla già lontano dalla rincorsa alla finale: Termini raccoglie sul secondo palo l'angolo calciato da Corsinovi, primo della gara, col destro a rientrare e scarica all'indietro per Stasi; un mancino lì fa molto comodo, interno aperto e rete sul palo lontano nonostante la guantata di Fantini. Fino ad allora in sostanziale controllo, una volta in vantaggio lo Scandicci s'abbassa e patisce la pressione della Sestese: quale sia la causa e quale la conseguenza è un mistero aggrovigliato, di fatto però lo 0-1 regge appena 8'; è pur vero che il pari è decisamente occasionale, perché Patacchini sbaglia a valutare fuori il tiro di Sorge da via Sestese (apprezzabili comunque sia il coraggio sia, prima, lo sprint mancino di Danti a creare la superiorità numerica) e si vede superare a mezz'altezza. Tra le due reti la Sestese aveva provato a pizzicare tra il 26' e il 28' con lo scatto laterale di Danesi sull'invito di De Biase, ottima la diagonale di Di Bonito, e il rasoterra di Chelli che pescato da Danti in posizione sospetta (buona peraltro la direzione di Landi al netto di due offside padellati: ci sta) aveva superato Faralli senza però trovare lo specchio. La Sestese guadagna gli spogliatoi con una spruzzata di coraggio in più, merito di Patrignani finalmente indiavolato e di Giraldi che dalla bandierina destra sbocconcella il palo esterno nell'unico minuto di recupero. Il legno bastona la Sestese anche in avvio di ripresa, quando Patrignani trova poco angolo sulla scucchiaiata di Danti dietro la difesa. Ma al secondo tentativo l'esito è totalmente differente, perché nella pozione rossoblù finiscono finalmente tutti gli ingredienti giusti: la superiorità numerica sulla corsia mancina grazie allo sprint di De Biase; il tiro feroce di Faggi che cerca l'angolo sul tocco di Faralli a sporcare il traversone; l'intelligenza somma di Patrignani che capisce in anticipo dove finirà la parata di Patacchini e sottoporta spedisce il pallone sotto la traversa (56'). Lo Scandicci ha davanti a sé un quarto d'ora per evitare il crac; ma nonostante i cambi di Zuccaro che per scongelare posizioni e svantaggio si gioca Cipriani e i 2008 Andreucci e Pepe (Bertini aveva già rilevato Campone nel tentativo di riprendersi la sovranità sulla corsia mancina) la Sestese non rischia davvero mai. Anzi, è sua l'ultima scintilla al 3' di recupero: Patacchini e Di Bonito s'imbrogliano in uno scambio corto, Kapidani manda in porta De Biase che però affretta i tempi e non punge a sufficienza. Ma dopo le zero vittorie negli scontri diretti della prima fase, quelle che a parità di punti avevano detto Scandicci secondo e Sestese terza, la vendetta è compiuta; e i suoi tifosi sembrano sussurrare un motivo che a un certo punto fa «voglio solo stare in quest'attimo per sempre».
Calciatoripiù : la retroguardia dello Scandicci era andata bene fino al 2-1 sul quale però, inspiegabilmente caduta nella tenaglia rossoblù, paga un ristagno sanguinoso; il migliore dei suoi è allora Cesari (Scandicci), che quando schizza fuori dalla lampada può esaudire ben più di tre desideri. La sfida però si risolve su altri due duelli, entrambi vinti dalla Sestese che i tre punti li ottiene qui: decisivo Patrignani dopo aver impiegato un quarto di gara a capire come eludere Congiu, superlativo Chelli (Sestese) a far svanire quello che resta il miglior talento del torneo.