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    Lorenzo Billi torna a Pontassieve. Intervista al nuovo ds

Non esiste al mondo sensazione più intensa di quella generata dal sentirsi a casa. Può dirsi fortunato non chi possiede più di un'abitazione, ma chi può dirsi a casa propria in più posti differenti. E' il potere del calcio, e di quanto di buono si semina nei posti in cui si sta. Lorenzo Billi respira aria familiare in due società, per non dire tre: è però sulla tratta Pontassieve-Soffiano, sede della Cattolica Virtus, che il viaggio può farlo a occhi chiusi. Conclusa poche settimane fa la sua esperienza in giallorosso, dove ha seduto dietro la scrivania della direzione sportiva del prestigioso vivaio della San Michele, Billi è stato annunciato a stretto giro di posta come nuovo diesse del Pontassieve. Un (altro) ritorno a casa per lui. Ecco l'intervista uscita sull'ultimo numero di Calciopiù.

Queste due costanti, Pontassieve e Cattolica, nella sua vita sportiva.
Aggiungo anche un'altra esperienza che mi è davvero cara, sono i due anni a Montevarchi: anche lì sono stato benissimo, nella cornice di un biennio in cui sono cresciuto molto come allenatore, durante il quale ho conosciuto alcune persone come Cesare Margiacchi, Giorgio Rosadini e Roberto Burzi che mi proposero di intraprendere il percorso di direttore sportivo, che poi non svolsi a Montevarchi ma alla Cattolica. Sì, quella a Montevarchi è stata molto più di una parentesi, mi sento legato a loro e sono tuttora in contatto con i ragazzi del 2002 che allenai negli Allievi elite e con i quali centrammo una comodissima salvezza e con i 2003, assieme ai quali vivemmo purtroppo l'interruzione dell'attività dovuta alla pandemia.

Non può essere contenuto da parentesi neanche il periodo successivo, che si è concluso poche settimane fa, quello alla Cattolica Virtus.
Decisamente no. Si tratta di un periodo enormemente importante sul piano formativo, perchè ho avuto la splendida opportunità, nonché il piacere, di stare accanto a delle persone competenti al massimo grado, come Paolo Bosi, con il quale ho tuttora e avrò anche in futuro un ottimo rapporto. Alla Cattolica ho lavorato con lui e assieme ad altri grandi dirigenti come Luciano Bresci e Gabriele Sarti, che oltre a darmi una mano sono diventati miei amici. Devo tanto a Gabriele, e la figura di Luciano Bresci in particolare mi ha aiutato moltissimo a crescere. Non potrei aggiungere poi altro, se non che lavorare alla Cattolica significa svolgere un ruolo bellissimo in un posto che lo è altrettanto.

Da dove si origina la scelta di chiudere l'esperienza in giallorosso?
Non c'è un motivo specifico che mi ha condotto alla decisione di venire via, ma è un pensiero che già stavo maturando da un po' di tempo. Avevo voglia di cambiare e sono passato in una società come il Pontassieve che non è diretta concorrente della Cattolica: mi sono confrontato per tempo con Bosi, e la decisione di dimettermi mi ha consentito di trasferire il mio impegno altrove in una cornice di massima correttezza e trasparenza. Non ci sono precisi motivi per cui ho salutato la Cattolica, piuttosto sono forti quelli che mi hanno spinto a tornare a Pontassieve, e riguardano la voglia di ricostruire, di dare una mano a una società che, credetemi, dispone di un impianto che in tutta la Toscana sono in pochissimi ad avere. Due campi a undici di cui uno in sintetico, un nuovo campo a sette, uno a cinque al coperto e altri spazi per gli allenamenti: una struttura quasi unica nella nostra regione e non solo. L'intenzione è quella di ricreare un movimento giovanile importante e restituirlo al paese di Pontassieve, questo è il progetto al quale darò mano e che è stato tracciato da presidente Sebastiano Giusti, dal suo vice Stefano Bigoni e da tutti coloro che stanno collaborando con il nuovo staff dirigenziale.

La parola chiave è ricostruire?
Si può provare a fare calcio a livello giovanile in modo ottimale senza dipendere dalle categorie: si può farlo bene sia nell'elite, sia nei regionali standard o nei provinciali. Sì, la parola ricostruire è centrale: vorrei provare soprattutto a ricostruire la mentalità che serva per sfruttare il potenziale di cui dispone il Pontassieve, dove come ho detto non manca nulla, a partire dalle fondamenta di una scuola calcio ben diretta da Antonio Guidelli e Samuele Carotti, un settore giovanile con ampi margini di crescita e curato in ogni dettaglio, con figure specifiche come quelle dei preparatori atletici e dei portieri e allenatori all'altezza del progetto. Che è quello di far sì che il vivaio sia un serbatoio costante per gli Juniores, che militano nel prestigioso campionato elite, e per la prima squadra. A mio avviso ricostruire significa soprattutto plasmare la mentalità giusta, rinforzare il legame con il paese per rifondare un settore giovanile che sia all'altezza degli impianti che gestiamo. Sul campo, l'obiettivo è quello di provare a riprendere le più importanti categorie possibilmente nel giro di tre anni. Proseguirò il lavoro di Claudio Ermini, da cui eredito il ruolo di diesse, e che aveva iniziato questo tipo di lavoro.

E' questa la scadenza temporale che vi siete dati?
Il progetto che abbiamo messo nero su bianco con il Pontassieve riguarda un arco temporale di un triennio, al termine del quale tirare le fila e valutare cosa siamo riusciti a fare. Anche perchè riconquistare le categorie perdute, come ad esempio gli Allievi regionali, non è affatto cosa scontata. Nei provinciali ogni anno si ritrovano tante squadre ottimamente allestite e organizzate con le quali fare i conti se si coltivano sogni di gloria. Il prossimo sarà l'anno zero, dal quale inizia la ricostruzione.

La missione più importante sarà affidata ai 2008, impegnati nel campionato provinciale Allievi?
In quella categoria partiamo dalla base di un buon gruppo che, nonostante il fatto che perderà qualche elemento, si presenterà comunque con un saldo attivo, e dunque rinforzato, ai nastri di partenza della prossima stagione. Ma devono essere tutte le nostre squadre a sentirsi chiamate in causa nel percorso di crescita che devono portare avanti, e l'esempio migliore sono i 2009 che stanno beneficiando dell'ottimo lavoro svolto da mister Cardi, o i 2010 che prenderanno parte ai Giovanissimi regionali, un gruppo che stiamo rinforzando. Infine i 2011 sono una buona squadra uscita dalla scuola calcio e l'obiettivo condiviso con mister Luigi D'Andretta sarà quello di prepararla al meglio in vista dei futuri impegni che sosterrà, curando al meglio il passaggio dal comparto dei più piccoli al settore giovanile a undici.

Il ruolo che ricoprirà a Pontassieve riguarderà solo l'attività del settore giovanile?
Di comune accordo con il presidente abbiamo programmato un lavoro che mi porterà a seguire da vicino le due squadre Esordienti primo e secondo anno, nelle vesti di direttore tecnico. Sarà fondamentale l'aiuto e il confronto che avrò con i responsabili del comparto dedicato ai più piccoli, che mi relazioneranno aumentando le mie conoscenze sui ragazzi destinati un domani a far parte del settore giovanile. Iniziare a prendere conoscenza con i calciatori più piccoli, che nelle stagioni sportive successive saranno protagonisti nei Giovanissimi e negli Allievi, è fondamentale per un direttore sportivo: spesso arriviamo a compiere valutazioni frettolose, e sbagliate. Seguire il biennio Esordienti al pari delle altre squadre mi darà invece la possibilità di seguire al meglio la crescita dei ragazzi, conoscere loro e le loro famiglie. In un paese come quello di Pontassieve è fondamentale quest'ultimo aspetto, mi riferisco al fatto di avere un contatto costante e diretto con i genitori dei nostri tesserati, e personalmente voglio rendermi disponibile per ascoltare le loro problematiche incontrate nello svolgimento dell'attività sportiva e non solo.

Ha già definito lo staff tecnico del settore giovanile del Pontassieve per la stagione 2024/25?
Partendo dagli Allievi, ho tanta fiducia in Andrea Del Lungo, che guiderà una squadra che nonostante tre o quattro partenze vi assicuro che si presenterà al via rinforzata rispetto a questa stagione. Massimo Cardi è confermato alla guida dei 2009, un gruppo sul quale puntiamo moltissimo, quasi fossero i portabandiera di questo nostro nuovo corso. Conferma anche per Alberto Pelli che allenerà un 2010 rinforzato a sua volta; due ragazzi partiranno verso squadre importanti, ma il gruppo accoglierà dei nuovi arrivi. Luigi D'Andretta infine guiderà i futuri Giovanissimi B 2011.

Per concludere, quale dovrà essere il biglietto da visita del Pontassieve nei prossimi anni?
Quello di una società che opera in un impianto che in pochi hanno, che è un punto d'aggregazione sportiva e sociale per un paese che si merita un settore giovanile all'altezza della situazione. Quando un ragazzo saluta Pontassieve lo fa per due motivi: perchè lui e i suoi genitori sono attratti dalla possibilità di prendere parte a una categoria che noi in questo momento non abbiamo, o perchè sono convinti che altrove si apprenda qualcosa in più. Con il lavoro che svolgeremo, proveremo a dimostrare il contrario. Giorno dopo giorno.
Lorenzo Martinelli