Mattia Di Vivona tra passato e futuro: parla il nuovo dg della Zenith
Nel calcio, anche le storie più belle e più lunghe possono finire. E il caso di Mattia Di Vivona, che dopo tanti anni ha lasciato il Coiano Santa Lucia sposando il progetto della Zenith Prato. Una decisione importante, che guarda al futuro ma che non dimentica quanto fatto in passato. Proprio da qui siamo partiti nella nostra chiacchierata con il nuovo direttore generale bluamaranto, che ci spiega i motivi della sua scelta:
Quella al Coiano Santa Lucia è stata un'esperienza bellissima, che mi ha cresciuto e formato. Tuttavia mi sono reso conto che non c'erano più le condizioni per portare avanti questo progetto, e quando ciò accade bisogna avere la maturità di prendere una decisione. Non è facile lasciare da parte i sentimenti, quella parte non razionale di noi stessi che nel calcio è una componente imprescindibile. Ma ci sono dei momenti, come nel mio caso, in cui servono la fermezza e il coraggio di dire basta.
Si sarebbe aspettato un epilogo del genere?
Sono sincero, non mi sarei mai immaginato di lasciare il Coiano. Talvolta però la vita ti porta a prendere delle decisioni, e io l'ho fatto in totale serenità. Ho soltanto un rammarico, quello di non aver potuto concludere la stagione alla guida degli Juniores insieme a mio padre Alessandro. L'ho trovata una decisione poco seria, una caduta di stile da parte di una società come il Coiano che invece si è sempre distinta per il contrario. Ne esco comunque sereno, non c'è stata alcuna tensione con il presidente Roberto Macrì.
Ora la attende una nuova avventura: tra le tante società che l'avevano contattata, perchè ha scelto proprio la Zenith Prato?
Innanzitutto ci tengo a dire che mi ha fatto molto piacere ricevere le offerte di diverse società, tra cui anche alcune professioniste. Ho scelto la Zenith perchè è senza dubbio la realtà più importante della provincia di Prato, e anche una delle più prestigiose in tutta la Toscana. Vorrei ringraziare il presidente Carmine Valentini, il vicepresidente Enrico Cammelli e la consigliera Giulia Valentini: ho sentito in loro la volontà forte di coinvolgermi in un progetto vero e strutturato, in cui finalmente ho avvertito poca filosofia e tanta concretezza. Questa società fa parlare i fatti, basta vedere com'è stato riqualificato esclusivamente con risorse proprie l'impianto sportivo Chiavacci. Riguardo al mio ruolo, mi occuperò della direzione generale della società insieme ad Enrico Cammelli, che è la vera anima operativa della Zenith Prato. Qui c'è voglia di fare calcio in un determinato modo, e in questo senso i risultati parlano chiaro.
Ambizione e voglia di ripartire anche dopo i fatti che hanno portato alla perdita delle categorie Allievi e Giovanissimi Regionali Elite: che idea si è fatto di quella vicenda?
Il gesto è da condannare, un qualcosa che non si può e non si deve vedere su un campo di calcio. Ritengo però che la decisione presa sia fortemente distaccata dalla realtà delle cose. Stiamo parlando non di un dirigente, ma di un genitore che in quel momento stava facendo il guardalinee solo per passione e per dare un mano. Sicuramente ha sbagliato, ma un provvedimento anche forte andava preso nei suoi confronti, non ai danni della società. Non credo sia corretto buttare via dieci anni di lavoro che sono serviti per conquistare le categorie Elite, a causa del colpo di testa di una singola persona.
Giulio Dispensieri
