Giovanissimi campioni e non solo: Roberto Paoli racconta il Figline
Quando è arrivato al Figline tre anni fa, Roberto Paoli si era posto l'obiettivo di contribuire alla crescita della società conquistando categorie regionali e inserendo i ragazzi in un percorso che li potesse portare a vestire, un giorno, la maglia della prima squadra. Un obiettivo raggiunto al primo colpo con gli Juniores, attualmente quarti nel girone F dei regionali, e ora molto probabilmente anche con i Giovanissimi, che nel weekend hanno vinto il campionato. Proprio da qui, allargando poi lo sguardo a tutto il settore giovanile, siamo partiti nella nostra chiacchierata con Roberto Paoli, responsabile dell'area tecnica del Figline dagli Juniores ai Giovanissimi B:
La vittoria contro la Grevigiana ha consegnato ai vostri Giovanissimi la certezza del titolo nel girone A: come si è arrivati a questo traguardo? Era l'obiettivo di inizio stagione o lo avete coltivato strada facendo?
Era l'obiettivo già tre anni fa, quando però avevamo una squadra non pronta per raggiungerlo. Dunque abbiamo lavorato in prospettiva sul 2007, che era l'annata più in difficoltà ma che secondo me poteva diventare il fiore all'occhiello della società. Nel corso degli anni ho inserito in totale quindici innesti, mentre in panchina ho voluto fortemente Emanuele Iacopozzi. Pubblicamente non lo abbiamo mai dichiarato ma l'obiettivo interno era il primo posto, ed è stato raggiunto con due giornate di anticipo ai danni di concorrenti importanti come Grevigiana e Pelago. Oltre a questo, ovviamente, la volontà era quella di valorizzare i ragazzi perchè penso che vincere sia importante ma solo se ci si riesce attraverso il gioco e l'insegnamento del giusto metodo.
Una categoria talentuosa a 360 gradi visto che anche i Giovanissimi B, attualmente, sono primi nel loro girone. Che aspettative nutre nei confronti del gruppo di mister Mascagni?
Il mister è laureato in Scienze Motorie, è molto bravo nella parte coordinativa e nel preparare i ragazzi in prospettiva futura. Per questo motivo lho messo alla guida dei 2008, che senza dubbio sono stati i più danneggiati dalla pandemia essendo passati direttamente dalla scuola calcio al calcio a undici. Nella prima parte di stagione potevamo arrivare più in alto, ma ciò che mi interessava non era tanto il risultato quanto che i ragazzi si preparassero al meglio in vista del prossimo anno.
Facciamo un salto di categoria e parliamo di Allievi: i 2006 hanno vissuto una stagione difficile nel girone di merito, mentre i 2005 stanziano nelle zone alte della classifica. Ci racconta questi due gruppi?
Il 2006 è un'annata particolare. Durante la stagione alcuni ragazzi hanno mollato perchè erano in difficoltà nel gestire l'impegno parallelamente alla scuola, e quindi il gruppo è rimasto numericamente povero. Lo stesso mister David Cianfanelli ha dovuto lasciare per motivi personali, così ho affidato la panchina a Sauro Mascagni affinchè continuasse la preparazione della squadra in vista del prossimo anno, senza badare ai risultati. Per quanto riguarda gli Allievi 2005, la rosa è ampia e di qualità ma ciò non è bastato per vincere il campionato. Vorrei comunque ringraziare questi ragazzi, che pur vedendo sfumare la possibilità del titolo non hanno mai mollato e si sono allenati al gran completo fino alla fine. Grande merito in questo senso va a mister Luca Gigli, che ha fatto con loro un grande lavoro mentale.
Anche l'Under 18 potremmo definirlo un esperimento decisamente riuscito, visto che la squadra si trova al terzo posto in classifica. Cosa l'ha portata a decidere di fare questa nuova categoria, a cui molte società hanno rinunciato?
L'Under 18 per me era una categoria importantissima, tanto che al presidente dissi che me ne sarei andato se non fosse stata fatta. Mi sentivo in dovere nei confronti dei ragazzi del 2004, sui quali avevo investito per vincere il campionato Allievi nell'anno del covid e che non potevo certo abbandonare. Solo pochi di loro si sarebbero aggregati agli Juniores, molti sarebbero dovuti andare via e io non volevo assolutamente negare loro la possibilità di giocare. Ovviamente per me si trattava di un impegno non da poco, c'era un gruppo in più da gestire e coordinare tutto è stato massacrante. Ma l'ho fatto volentieri, perchè questi ragazzi avevano il diritto di giocare dopo un anno e mezzo di inattività.
Chiudiamo il nostro percorso a ritroso con gli Juniores: dopo la vittoria del girone provinciale nel 2019/20, causa covid è stata di fatto questa la prima stagione nei regionali. Si aspettava un campionato di alta classifica al primo tentativo?
L'anno scorso avevamo preparato una squadra di altissimo livello che potesse vincere subito il Regionale, ma il covid ce l'ha impedito. C'erano dei giocatori che oggi sono titolari in Eccellenza, quindi molto probabilmente avremmo vinto. Quest'anno invece, con lo slittamento dei fuori quota, ho fatto la squadra con l'obiettivo di salvarci ma le cose sono andate molto diversamente. I nostri Juniores infatti stanno facendo un campionato di vertice, se ci fosse stata la Coppa Toscana sono sicuro che ci saremmo qualificati. In questo senso mi sento di aver vinto una bella scommessa mettendo alla guida della squadra Gianluca Nocentini, un ex calciatore professionista alla prima esperienza in panchina. Molti la ritenevano una scelta azzardata, secondo me invece questo ragazzo avrà un futuro radioso perchè è un vero insegnante di calcio.
La stagione attuale deve ancora finire, ma proviamo a gettare uno sguardo oltre: che programmi ha per il futuro?
Dovrò parlare con la società, ma ci sarà tempo e modo perchè adesso siamo tutti concentrati sulla prima squadra che si sta giocando la promozione in Serie D. Se rimarrò proverò a conquistare la categoria regionale anche con gli Allievi, e ovviamente cercherò di costruire squadre forti in tutte le annate sempre con l'obiettivo primario di far crescere i ragazzi. Intanto, però, ci terrei a ringraziare il presidente Simone Simoni per avermi permesso tre anni fa di far parte di questa gloriosa società. Ad oggi sono molto soddisfatto del mio lavoro, svolto insieme ai miei fidati collaboratori: il direttore sportivo Patrizio Luzzi, il direttore tecnico Francesco Pampaloni, il collaboratore dell'area tecnica attuale Arcangelo Santoro e Samuele Giorgi che invece era presente nel primo periodo. Senza di loro non avrei potuto lavorare in modo costruttivo, raggiungendo i traguardi che ci eravamo prefissati all'inizio del percorso. Sono stati anni difficili in cui tutti, dalle famiglie ai ragazzi passando per dirigenza e allenatori, abbiamo dovuto fare dei sacrifici. I risultati però si sono visti, il nostro settore giovanile sta crescendo dal punto di vista sportivo e soprattutto mentale; ciò che vedo oggi nei ragazzi di tutte le categorie è abnegazione, volontà, sacrificio, correttezza, sportività ed attaccamento alla maglia, e questa è senz'altro la vittoria più bella.
Giulio Dispensieri