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    La stagione dei Giovanissimi del Figline.Intervista a mister Iacopozzi

Basterebbero i numeri per raccontare il girone d’andata dei Giovanissimi del Figline, primi (e imbattuti) nel girone A fiorentino. Si è dimostrata una macchina quasi perfetta quella guidata da Emanuele Iacopozzi: sessantasei reti realizzate in appena dieci partite, una sola subita. Proprio con il tecnico gialloblù abbiamo fatto il punto sulla prima parte di stagione, in attesa di tornare in campo e provare a continuare la rincorsa a un sogno chiamato Giovanissimi regionali. Ecco l'intervista pubblicata sull'ultimo numero di Calciopiù e che vi proponiamo integralmente.


 


Nove vittorie e un pareggio, di gran lunga il miglior attacco e la miglior difesa del campionato, oltre a cinque punti di vantaggio sulla seconda alla fine del girone d’andata: è riduttivo parlare di stagione positiva?


Finora è stata una stagione più che positiva, ma abbiamo ancora il girone di ritorno da giocare. I ragazzi hanno disputato un grande girone d’andata e i numeri della nostra classifica raccontano qualcosa di incredibile. Ma il campionato è lungo, abbiamo altre dieci partite e il nostro percorso sarà sempre più difficile: siamo la prima in classifica, gli avversari daranno qualcosa in più quando ci affronteranno. Dovremo giocare su campi difficili come Pelago e Reggello e su quello dell’Albereta. Solo se continueremo con questa determinazione potremo raggiungere il nostro sogno.


 


A proposito di sogno, vi aspettavate questo percorso? L’obiettivo è sempre stato quello di vincere il campionato e conquistare la categoria Giovanissimi regionali?


Figline è una società grande e seria. La prima squadra è prima nel campionato di Eccellenza, a livello di settore giovanile invece siamo ancora un po’ indietro rispetto a società blasonate del fiorentino o dell’aretino come Sangiovannese e Montevarchi. Siamo nel girone di merito di Firenze con gli Allievi B, ma mancano le categorie Allievi e Giovanissimi regionali. È due anni che lavoriamo in questa direzione: già dall’anno scorso col ds Patrizio Luzzi e col responsabile del settore giovanile Roberto Paoli stiamo lavorando per costruire una squadra che possa giocarsi la vittoria del campionato. Abbiamo iniziato la stagione consapevoli di avere un bel gruppo e una buona rosa, poi ovviamente sarà il campo che dimostrerà il nostro valore.


 


Che cosa può rappresentare il traguardo Giovanissimi regionali per il Figline?


Indubbiamente tanto. È un importante riconoscimento per la società a livello regionale, ma lo è anche per i ragazzi. Poter offrire delle categorie giovanili regionali è un qualcosa in più che aiuta a far rimanere i nostri giocatori più rappresentativi e ad averne di nuovi. È uno stimolo in più, ci dà la possibilità di confrontarci con società più blasonate. Figline fino a un paio di anni fa era in C1, ha una società e uno staff seri. E il discorso riguarda anche la prima squadra: giustamente non puoi avere una prima squadra che lotta per la Serie D e allo stesso tempo non contare su categorie giovanili regionali. È tutto collegato, e se i calciatori della prima squadra riesci a costruirli in casa è meglio.


 


Torniamo al campionato. L’unica partita che avete pareggiato (e in cui avete subito anche l’unico gol) è stata quella in casa col Reggello: era la quarta d’andata, il match finì 1-1. È stata la partita più difficile che avete giocato? E il Reggello - attualmente secondo in classifica - è la squadra più forte delle inseguitrici?


Credo che la Grevigiana sia stata la squadra migliore che abbiamo incontrato, nonostante la nostra vittoria per 8-0. L’abbiamo incontrata in un momento di difficoltà, in questa prima parte di stagione so che ha avuto delle assenze importanti. È comunque una squadra di qualità e che gioca a calcio. In tal senso mi ha fatto un’ottima impressione anche il Belmonte. Mi piacciono le squadre che attaccano, sono convinto che non si possa insegnare ai ragazzi a difendersi e basta senza provare a giocare a calcio. Detto questo, il Reggello è una squadra quadrata e difficile da affrontare. L’unico gol che abbiamo subito è stato proprio contro di loro, anche se è stato un episodio. Vincevamo 1-0, all’ultimo minuto abbiamo preso gol su punizione mentre il portiere era ancora a sistemare la barriera. In generale, in tutte e dieci le partite non abbiamo subito più di sei-sette tiri in porta.


 


La difesa gialloblù ha subito finora appena un gol, mentre le reti realizzate sono state ben sessantasei. Di queste, esattamente la metà - trentatre - portano la firma di Luzzi. Quale di questi aspetti pensa possa aver inciso maggiormente sul vostro campionato?


Dalla Serie A alle giovanili il discorso è sempre lo stesso: i campionati li vincono le squadre che subiscono meno reti. È sempre così, la differenza la fanno i gol subiti. E noi abbiamo una grande difesa, insieme a un reparto offensivo molto valido: Luzzi ha realizzato trentatre reti, ma è tutta la squadra che gira alla perfezione. Abbiamo segnato e creato sempre tantissimo; Luzzi è bravo, ma sono i compagni di squadra che lo mettono davanti al portiere. Ho sempre pensato di avere una buona squadra, i ragazzi sono cresciuti tanto, mi rendono orgoglioso e affrontano ogni partita con la giusta mentalità: scendono sempre in campo per giocare e provare a vincere. Poi si può anche perdere, ma in campo vanno sempre messi massima voglia, impegno e rispetto dell’avversario.


 


Dopo un avvio quasi perfetto, il rischio che può correre una squadra è quello di adagiarsi troppo e magari sottovalutare l’avversario. A che cosa dovrà prestare particolare attenzione il suo Figline? Che cosa si aspetta dalla seconda parte di stagione?


Non siamo sempre stati primi: tra il turno di riposo alla seconda giornata e il pari col Reggello alla quarta, siamo arrivati al primo posto all’ottava di campionato, poi abbiamo allungato vincendo lo scontro diretto a Greve. Servirà dunque sempre massima concentrazione. Il pareggio col Reggello lì per lì l’abbiamo subito come una sconfitta, ma poi abbiamo capito che è stato importante anche quello per il nostro cammino. Ho la fortuna di allenare dei ragazzi meravigliosi che riescono sempre ad affrontare al meglio e superare le difficoltà della partita.


 


Come state vivendo questo momentaneo stop dei campionati?


Abbiamo dei positivi, ma la società ha deciso di non sospendere gli allenamenti. Siamo passati da tre a due allenamenti a settimana, i ragazzi arrivano al campo già cambiati e si fanno la doccia a casa. C’è stato un po’ da aggiustarsi, ma è una decisione che appoggio in pieno: è giusto che chi ha voglia di allenarsi possa continuare a farlo. I ragazzi affrontano allenamenti diversi rispetto al solito, ma li vedo contenti di poter stare un’ora e mezzo a divertirsi. Ci tengo a ringraziarli di nuovo, hanno disputato un girone d’andata strepitoso. Ma per i ringraziamenti completi aspettiamo fine stagione. Ancora non abbiamo fatto niente, il calcio - soprattutto adesso col covid - diventa ancora di più un’incognita. Mai come quest’anno non si può dire: ce l’abbiamo quasi fatta.


Benedetta Ghelli