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    Da Figline a Figline (e per Figline). Intervista al presidente Simoni

I fasti del passato, un'estate di rinnovamento, la voglia di vivere il presente e il futuro insieme alla propria gente ripensando proprio a quel passato. In questa estate 2021 si è chiuso un cerchio nel calcio figlinese: nel luglio 1965 nacque l'Associazione Sportiva Calcio Figline, a fine luglio 2021 è nato il Figline 1965. La società gialloblù si spoglia del nome Valdarno per tornare al vecchio Figline: un modo per celebrare le gloriose stagioni (e i grandi protagonisti: Sarri, Semplici, Chiesa, Torricelli, Robbiati) del passato, un modo per riavvicinare anche il paese, legato al nome Figline. Un modo infine per tenere bene a mente che l'obiettivo è salire ancora più in alto, superare quel gradino che dall'Eccellenza porta in Serie D. È il sogno del presidente Simone Simoni - «riportare il calcio di Figline nella posizione che gli spetta, in D» - ma guai a parlare di obiettivo a breve termine: non subito, senza troppe pressioni o scadenze. Intanto inizia una nuova stagione. Ecco l'intervista uscita sull'ultimo numero di Calciopiù.

Presidente, partiamo dalla novità di questa estate: quando e come è nata l'idea del cambio di denominazione e del nome Figline 1965?
Il cambio di denominazione è arrivato in seguito a una combinazione di eventi. In primis Vittorio Casucci, uno storico dirigente figlinese, aveva riacquistato il titolo e ha deciso di donarcelo. E poi ci piaceva l'idea di ridare alla squadra il nome al paese. Nel frattempo due-tre mesi fa si è manifestata la volontà di non andare avanti con il progetto Valdarno, nato come l'unione del calcio di Figline e Incisa. Fino ad adesso abbiamo avuto una scuola calcio unificata, l'Incisa dopo il centenario ha deciso di fare un passo indietro e di andare avanti da sola per la sua strada. A questo punto non aveva più senso tenere il nome Valdarno.

Insomma, una concomitanza di aspetti hanno fatto sì che questo fosse il momento giusto per il cambio.
Il paradosso è che abbiamo un comune unico e ci siamo divisi col calcio. Sono tre anni che sono presidente, diciamo che mi ci sono trovato nel mezzo. Può succedere, ognuno è giusto che faccia la propria strada. E soprattutto, mi piace sottolinearlo, questo passaggio ha portato una rinascita d'interesse nel paese e nella tifoseria. Valdarno è un nome molto generico, il Val d'Arno è una zona vasta; credo che al paese non piacesse molto quel nome e che preferissero invece avere il nome del paese.

E allora eccoci qua: Figline 1965 è un ritorno al passato. Al nome Figline si accompagna la voglia di tornare in alto, magari in Serie D? È l'obiettivo da mettere nel mirino questa stagione?
In occasione della festa del Perdono, abbiamo organizzato una serata in piazza a Figline, durante la quale abbiamo presentato il nuovo nome e la prima squadra. Abbiamo preso un allenatore figlinese come Marco Becattini, reduce da anni di buon lavoro a Terranuova, un ds figlinese d'adozione come Emiliano Frediani: oltre a essere due ottimi professionisti, Becattini e Frediani ci permettono di creare un riavvicinamento al paese. Insieme a loro abbiamo allestito una squadra discreta, rinnovata al 90%. E, ci tengo a sottolinearlo, abbiamo anche un grande staff: i collaboratori di Becattini sono molto validi. Obiettivi? Dico fare bene. Il mio sogno è riportare il calcio di Figline nella posizione che gli spetta, in Serie D, perché Figline non ha niente da invidiare a piazze come San Giovanni o Montevarchi. Stiamo lavorando a un progetto, quest'anno è tutto nuovo, non sarei realista se dicessi che l'obiettivo di quest'anno è vincere.

Come vi state preparando al nuovo campionato di Eccellenza? Che Figline dobbiamo attenderci?
Abbiamo iniziato la preparazione il 20 agosto, negli scorsi giorni abbiamo fatto le prime amichevoli. Il tecnico ha fatto girare tutta la squadra: molti ragazzi sono nuovi, è il primo anno che giocano insieme ma li ho visti bene: possono soltanto migliorare. Abbiamo allestito una squadra che è un mix di giovani e giocatori più esperti, diciamo cinquanta e cinquanta. Ci sono tutte le carte in regola per divertirsi; quest'anno sarà fondamentale riavvicinare la gente di Figline alla squadra.

Siete stati inseriti nel girone C di Eccellenza: le due retrocesse Grassina e Sinalunghese, oltre a Fortis Juventus e Terranuova Traiana, sono le squadre da battere?
Sono tutte e quattro attrezzate, ma in generale credo che sarà un bel campionato: siamo in un girone molto competitivo. La Fortis ha allestito un'ottima squadra, ma indico anche il Terranuova Traiana: ha mantenuto la rosa dell'anno scorso, potrebbe essere la novità di questa stagione e credo proprio che farà bene.
Benedetta Ghelli