Rinascita Doccia, lettera aperta al movimento calcistico toscano
La lettera della società Rinascita Doccia analizza il momento critico a causa del COVID, ma, allo stesso tempo, offre spunti interessanti e pienamente condivisi da questa redazione, per una ripartenza basata sui principi basilari dello sport giovanile e dilettantistico.
Gentile Presidente Paolo Mangini
Spettabile Consiglio Direttivo LND C.R.Toscana
Care società sportive tutte
Al termine di questo 2020 caratterizzato purtroppo da un'emergenza sanitaria mondiale straordinaria abbiamo pensato di scriverVi questa lettera per condividere alcune riflessioni e proposte per il futuro.
Oggi siamo tutti totalmente assorbiti dal gestire l'emergenza, ancora purtroppo in corso, ma pensiamo possa essere utile anche iniziare a dibattere su come ripartire quando questa situazione sarà definitivamente terminata.
L'auspicio è che, anche lavorando insieme, si possa superare questo momento e, contestualmente, si possano gettare le basi per una solida ripartenza ed un 'nuovo' futuro del nostro bellissimo sport.
Una breve premessa di carattere generale
L'evento COVID19 sta mettendo a nudo alcune criticità della società in cui viviamo. Una è sicuramente l'eccessivo stress economico, e più in generale consumistico, dei comportamenti nella società cd. 'moderna', criticità che negli ultimi 30 anni ha portato tutti a correre come matti, produrre, consumare, a fare tutto alla massima velocità e redditività (materiale). A volte perdendo però di vista i valori immateriali della vita, le relazioni umane, il senso di collaborazione e solidarietà, tanto altro.
Il bellissimo mondo del calcio, anche ai nostri livelli dilettantistici e giovanili, è uno specchio della vita: nelle dinamiche umane, nell'andamento degli eventi, nelle opportunità che offre, nelle criticità che presenta. Per questo lo sport è considerato palestra di vita per i giovani che lo praticano (talvolta lo è anche per noi adulti), si imparano regole, il rispetto dei compagni, degli allenatori, degli avversari, del giudice di gara, il dovere verso l'impegno, l'accettazione della sconfitta, la gioia della vittoria. Tutte cose che ritroveranno nella vita da adulti, quando costruiranno una propria famiglia, nel mondo del lavoro, nelle amicizie, nel mondo dello sport (se qualcuno diventerà allenatore o dirigente di una associazione sportiva).
La relazione fra 'società civile' e mondo dello sport vale però anche nella direzione inversa e inevitabilmente anche il nostro mondo ha risentito e risente di ciò che accade al di fuori. Ed è quindi condizionato dalle regole del suo Paese, dalle abitudini delle persone, dalle aspettative di vita di ognuno e soprattutto dai valori culturali che si consolidano nel tempo.
La società 'moderna' negli ultimi 20/30 anni si è lanciata a velocità elevatissima sui binari dell'individualismo, del consumismo, della ricerca sfrenata del benessere materiale e del profitto che sono diventati valori predominanti della vita. Tutto questo ha avuto un prezzo: siamo tornati indietro nella qualità delle relazioni umane, il senso della misura e la sobrietà degli atteggiamenti è quasi diventato un disvalore, ci siamo dimenticati, forse purtroppo, del benessere 'immateriale' della vita. Infatti siamo tutti, chi più chi meno, eccessivamente stressati. Possiamo ammettere a noi stessi che anche il calcio dilettantistico e in particolare quello dei giovani si siano spinti ad una velocità eccessiva sui binari sopra descritti? Secondo noi si.
Questo è dipeso principalmente dall'essere parte di una società 'moderna' che procedeva in quel modo, per certi aspetti è stato anche normale correre su quei binari.
Il COVID19 ci sta dando la possibilità di fermarsi un attimo a riflettere sul nostro sport, anch'esso ormai caratterizzato, probabilmente, da eccessivi livelli di stress, di competitività, di necessità finanziarie e questo riguarda anche noi del mondo dei Dilettanti.
Il COVID19 ci sta portando gravi problemi che dobbiamo provare a superare uniti e nel più breve tempo possibile. Ma ci sta anche facendo riflettere sull'opportunità di cogliere questo momento di stop e di analisi varie, per aprire una più ampia riflessione sullo sport dilettantistico, giovanile e di base, partendo dalla centralità del suo ruolo sociale.
In questi giorni molte discussioni social vertono sul ruolo sociale dello sport e sull'importanza di avere centri sportivi aperti. Tutti parlano dell'importanza sociale e formativa dello sport per i giovani!!! 'Meno male è arrivato il COVID19!'..verrebbe da dire.. 'Tutti noi stiamo finalmente parlando dell'importanza sociale del nostro sport!'
Cogliamo tutti insieme questa occasione per analizzare, riflettere e pensare al nostro nuovo futuro.
Riflessioni e proposte per il futuro
La grave e sicura riduzione di risorse con cui tutti dovremo fare i conti nei prossimi anni e più in generale gli effetti globali della pandemia ci imporranno una riorganizzazione e potrebbe per tutti noi rivelarsi sbagliato porsi l'obiettivo di ripartire in tutto e per tutto da dove ci eravamo lasciati.
Questa grave crisi è invece una straordinaria occasione per ripartire dai principi fondanti del nostro sport.
La nostra natura, orgogliosamente dilettantistica, ci impone di avviare un processo, non breve e non semplice, di analisi anche 'culturale': attraverso un confronto franco, trasparente. Capire se può essere opportuno, nell'interesse di tutti, rivedere alcune regole, obiettivi, cercare di analizzare alcuni aspetti, talvolta difficoltosi, della nostra attività. Negli ultimi 10/20 anni, talvolta, ci siamo spinti verso consuetudini troppo simili a quelle del professionismo perdendo un po' di vista la nostra missione sportiva e sociale.
Occorre darsi una organizzazione meno gravosa per tutti, da un punto di vista finanziario, logistico, di intensità generale delle cose.
Provando a tradurre con alcuni esempi e proposte concrete che riteniamo essere nell'interesse comune di tutte le società sportive:
- Riduzione generale dei costi (sia a livello di Federazione/Lega sia a livello di singole società sportive): adottare misure per la riduzione dei costi di gestione. In breve, un ridimensionamento generale al ribasso, in parte imposto dalla crisi ma anche determinato da precise scelte gestionali, determinerebbe un abbassamento generale del livello di 'tensione finanziaria';
- Apertura di una discussione sul format dei campionati, in particolare quelli giovanili. Potremmo così avere una formula meno dispendiosa di energie e risorse, che inoltre potrebbe avere anche effetti positivi in termini di 'tensione sportiva' (livelli di competitività, ridotti movimenti di mercato di atleti, altro);
- Predisposizione di una Carta Etica fra società, e con la supervisione del Comitato, per condividere e promuovere azioni e comportamenti virtuosi (a titolo esemplificativo, evitare eccessivi spostamenti fra società di bambini in età 'scuola calcio', azioni di 'mercato' che depauperano di fatto gruppi di altre società, altro). Un'azione rivolta a sensibilizzare i dirigenti sportivi ad un maggior fair play gestionale;
- Intensificare campagne di comunicazione per sensibilizzare gli adulti, a partire da noi dirigenti e rappresentanti delle società sportive e passando poi alle famiglie, a praticare atteggiamenti più sobri e sereni. Occorre più spesso ricordare e ricordarci che il calcio è per i giovani, non per gli adulti. Bisogna vivere lo sport dei nostri ragazzi e dei nostri figli con minore tensione.
- Apertura di una discussione sul vincolo sportivo (anche in relazione a quanto previsto nella bozza di 'riforma' dello sport a cui sta lavorando il Governo, delegato con Legge 86/2019);
- Aprire un tavolo di confronto con le istituzioni pubbliche (in particolar modo Regione e ANCI) sul tema della gestione degli impianti sportivi e della gestione delle attività sportive, partendo dal principio che la fiscalità generale dovrebbe tornare a partecipare in misura superiore alla vita degli impianti sportivi. Troppe volte parliamo di impianti sportivi come luogo di produzione di reddito, quasi mai lo facciamo rivolgendoci alla loro funzione sociale e formativa. Bisogna pertanto lavorare con la Pubblica Amministrazione per ridare valore al 'welfare' negli impianti sportivi.
- Calcio e scuole: stimolare ulteriori progetti di integrazione fra il mondo sportivo e quello scolastico.
In definitiva pensiamo che ritornare a praticare un calcio più semplice, più sobrio per tutti, più sociale potrà portare benefici, quali ad esempio:
- ridurre l'incidenza dei giovani che abbandonano troppo presto l'impegno sportivo;
- aumentare l'autorevolezza delle società sportive verso le istituzioni pubbliche nelle varie istanze che, sempre più numerose, avremo bisogno di presentare nei prossimi mesi/anni in aiuto e supporto alla nostra attività;
- incentivare i giovani e le loro famiglie a vivere l'esperienza sportiva con minore tensione agonistica e maggior piacere;
- vivere tutti più serenamente l'attività settimanale e i risultati del week end;
- portare una generale ventata di freschezza e nuovi stimoli per i tanti addetti ai lavori che dovranno affrontare anni non facili.
Resta inteso che con questa riflessione ed elenco di proposte intendiamo esprimere principi e concetti dai quali far scendere regole e impostazioni, nel completo rispetto delle legittime ambizioni e aspirazioni di tutte le entità coinvolte, collettive e individuali.
Una nota di metodo: auspichiamo che LND e società sportive mettano in campo le proprie esperienze, conoscenze e idee per operare uniti intorno ad un tavolo straordinario di lavoro, affrontando i problemi più urgenti ma anche iniziando un percorso per raggiungere nuovi obiettivi di medio termine.
Sta finendo un'epoca, se ne sta aprendo una nuova, tutti insieme gettiamo le basi per il nostro futuro!
Cordiali saluti
La Società USD Rinascita Doccia
Sesto Fiorentino, novembre 2020