RETI: Piazza
RIONESE: Fanti, Toppi, Tistarelli, Passerini, Scalone, Pacchieri, Alku, Marmorale, Lisci, Minetti, Sacco. A disp.: Sorescu, Coppola, Cozzolino, Simonte, Lucioli, Balde, Mencarelli, Cuni, Pugnalini. All.: Franco Stendardi.
CAMPIGLIA: Cervelli, Spannocchi, Spinelli, Parri, Kulla, Cipriani, Tafuro, Bussu, Prazza, Schiano, Casini. A disp.: Bellini, Fofana, Butini, Gianni, Lavanga, Pagliarin, Pischedda F., Pischedda K., Solmonese. All.: Francesco Bianchini.
ARBITRO: Gelvi di Siena.
RETE: Prazza.



Sofferta vittoria dei valdelsani che con un gol di Prazza hanno la meglio contro una indomita Rionese che avrebbe meritato miglior sorte al termine di 90 minuti battagliati in ogni zona del campo. Inizio perentorio del Campiglia che costruisce due palle gol nei primi dieci minuti con Casini e Tafuro trovando pronto fanti che salva i suoi, poi al 24' una delle poche azioni corali portava al tiro cross Spinelli trovando la mano aperta di un difensore e quindi il nitido calcio di rigore. Bomber Prazza realizza con il brivido (doppio palo e palla nel sacco). La gara sembra mettersi in discesa per gli uomini di mister Bianchini ma via via che passano i minuti sono i locali a farsi pericolosi al 37' ed al 43' con Lisci e Marmorale che però difettano nella precisione cestinando due buone opportunità. Il secondo tempo inizia di nuovo con gli azzurri in avanti che tanto creano e tanto distruggono con errori alquanto evidenti e con un nervosismo che cresce con il passare dei minuti. Al 65' la frittata è fatta quando su un traversone innocuo, l'intervento scomposto di Spinelli su Sacco genera il secondo penalty di giornata. Il tiro dal dischetto di Minetti è fuori di un metro con Cervelli spiazzato. Si accende il match con la Rionese che fiuta la difficoltà avversaria e spinge in avanti tenendo costantemente il pallino del gioco ma riuscendo raramente e solo su calci da fermo ad essere veramente pericolosa. Nel mezzo a tutto questo ancora due o tre palle gol del Campiglia che non riesce a trovare il gol del raddoppio e quindi a soffrire sino al triplice fischio dell'arbitro.