FLORIA: Servi, Fibbi, Carrai, Lafsahi, Santoro, Sordini, Gensini, Panichi, Batelli, Guarducci, Landi. A disp.: Mari, Bautista, Ricci, Nuti, Piccini, Bitossi, Macaluso, Rotondi, Martini. All.: Alessi Dimitri
SCANDICCI: Izzo, Torracchi, Salvadori, Galletti, Baroncelli Lancisi, Morosino, Borchi, Forletti, Nocentini, Lodovisi, Drago. A disp.: Pesci, Catarzi, Brandani, Focardi, Prelashaj, Gelli, Kurti, Bagala, Brahimaj. All.: Bernocchi Lorenzo
ARBITRO: Tommaso Bertocci di Arezzo
RETI: 17' Fibbi, 31' Landi, 90' Martini
Fino a domenica suonava strano, poco chiara l'attinenza con l'araldica o i colori. C'è voluto l'esordio in campionato per spiegare perché per tutta l'estate la dirigenza della Floria s'è riferita alla squadra come a un branco di leoni: c'è voluto, ed è bastato. Lo Scandicci, che tanto punta su questa categoria dopo aver sfiorato il titolo nella scorsa stagione e che s'è concesso un mercato e un precampionato da big, capitombola al Grazzini; e capitombola per tre ragioni: ha sbagliato tantissimo sottoporta (almeno tre le occasioni nitide sprecate da Nocentini, che da ex Affrico ha vissuto - e perso - una sorta di derby), dov'è più volte sbattuta su Servi formato magnum; ha difeso male nei momenti chiave; e soprattutto troppe volte è arrivato secondo sui palloni contesi, quelli dei quali la Floria s'è impadronita grazie a una prova sontuosa in difesa, superlativa in mediana (Lafsahi n'è già sovrano), cinica in attacco. Questa partita Alessi, che ha mantenuto la difesa a tre anche nel momento in cui ha dovuto rinunciare a Santoro, il perno (libero diventa Sordini, il grande ex; Carrai rinuncia alle scorrerie sulla corsia mancina, e s'adatta - bene, benissimo - come terzo centrale), l'aveva preparata alla perfezione; e alla perfezione gli undici titolari che ha schierato e i sei sostituti (ma anche, sia lecito pensarlo, i tre rimasti in panchina) l'hanno interpretata. Di sicuro, anche se eccessivo nelle dimensioni (la terza rete, al 90', è un regalo d'Izzo a Martini), il 3-0 ridimensiona almeno per un po' le ambizioni dello Scandicci, che se come l'anno scorso vuole cucirsi addosso l'abito dell'antiTau (ricca la concorrenza) deve aggiustare tutto ciò che non è andato, e dunque lavorare fino a straziarsi e seguire alla lettera ogni indicazione di Bernocchi, così rammaricato per la prova dei suoi da lasciare il Grazzini furibondo. La sua amarezza è comprensibile, soprattutto una volta finita la rilettura degli appunti: se si fa eccezione per il mancino di Borchi (il pallone gli era giunto sull'affondo di Lodovisi, sul quale era ben uscito Santoro: il contrasto aveva prolungato la traiettoria verso il limite dell'area di rigore) neutralizzato in due tempi da Servi, dodici i minuti dall'avvio, per costruire un'azione d'attacco lo Scandicci ha avuto bisogno d'intaccare la mezz'ora. Già di per sé non sarebbe un dettaglio; diventa una colpa non perdonabile se si considera ciò che era accaduto nel frattempo. Dopo aver preso le misure all'avversario, tenuto sempre ben distante da Servi, la Floria infatti comincia ad attaccare; e non appena attacca a creare pericoli: il primo nasce da una rimessa laterale di Gensini allontanata male dalla difesa dello Scandicci verso il limite dell'area di rigore, sul fronte sinistro dell'attacco avversario; qua il pallone lo raccoglie Lafsahi sul cui traversone morbido Panichi alza d'un metro il colpo di testa a botta sicura (15'). Anziché leggerlo come un segnale d'allarme, lo Scandicci sottovaluta il pericolo; e sul secondo attacco si ritrova in svantaggio. La rete nasce da un angolo (il primo e, dato singolarissimo, l'unico battuto dalla Floria contro i dieci degli avversari: ma, come dice Marco Malvaldi, anche se nel calcio tutti i numeri sono interessanti, solo un numero conta davvero), che da destra Panichi calcia col destro a uscire: murando Carrai sottoporta, la difesa dello Scandicci fa schizzare il pallone al limite dell'area di rigore, di nuovo sul fronte sinistro dell'attacco avversario; qua Fibbi arma il destro e calciando di prima a mezz'altezza inquadra lo spicchio buono accanto al palo lontano. Festeggiatissimo sul terreno di gioco, in panchina e sugli spalti, l'1-0 della Floria fa sbandare lo Scandicci, che non riesce più a gestire le distanze tra i reparti: Lodovisi, che fin lì aveva ben galleggiato tra le linee, finisce chiuso nella trappola che orchestrano Lafsahi e a turno uno tra Fibbi, Santoro e Sordini; in mediana Borchi e Galletti, che alla Floria ha giocato per gli ultimi tre anni e che la partita la sente tantissimo, si fanno sovrastare da Panichi e Guarducci; e a Forletti, in teoria il fulcro della manovra dello Scandicci, non restano né linee di passaggio né tempo per respirare. Si capisce perché per undici minuti d'occasioni non se ne registrano, e perché quella successiva vede di nuovo la Floria protagonista: stavolta lo sviluppo è verticale grazie allo sprint di Lapo Landi, che avvicinatosi da cinquanta a venti metri dalla porta preferisce giocare in orizzontale anziché premiare il taglio di Gensini nel corridoio che s'era aperto sulla destra; segue il destro di Guarducci, bloccato in due tempi da Izzo. In due tempi para anche Servi, sollecitato dal mancino di Drago dopo una rimessa laterale di Torracchi; non è abbastanza per pareggiare, motivo di rammarico per lo Scandicci che due minuti più tardi ne aggiunge un altro, dolorosissimo: è perfetto il break imbastito da Batelli, che sulla trequarti aveva rubato il pallone a Forletti, e rifinito da Lapo Landi, che entrando in area aggira Baroncelli Lancisi e incrocia il mancino vincente sul palo lontano, lo stesso di prima. È il 31', e lo Scandicci va a fondo. In realtà la superficie potrebbe subito tornare un po' più vicina; ma dal vertice sinistro dell'area di porta Nocentini, pescato dietro la difesa dal filtrante perfetto di Drago sulla verticalizzazione di Morosino, rimbalza sull'uscita di Servi, che sulla ribattuta da posizione defilata ringrazia la diagonale stratosferica di Carrai. Di qui alla pausa lo Scandicci ci riprova altre quattro volte: di due è protagonista Torracchi, uno dei migliori (come Nocentini, anche lui è un ex dell'Affrico; ma anziché sentirne il peso dal ricordo del derby si fa galvanizzare), al tiro prima col destro sull'appoggio laterale di Forletti (Servi blocca, 37'), poi di testa sulla punizione di Drago, solo sfiorata (39'); seguono l'errore sottoporta di Borchi, che in anticipo sulla difesa calcia piano sul rasoterra di Lodovisi dal fondo (45'); e la seconda (o la terza, se le prime due si considerano distinte) occasione fallita da Nocentini, che scatta in posizione sospetta sul filtrante di Drago (ottimo il recupero del possesso sulla trequarti offensiva, insolitamente distratta la difesa avversaria) e anticipando l'uscita di Servi apre troppo l'esterno destro (47' pt). Nell'esecuzione lo infastidisce la scivolata generosissima di Santoro, che nella circostanza rimane acciaccato: al riavvio Alessi lo sostituisce con Bautista Berrocal (Carrai, s'anticipava, scala in posizione di centrale di sinistra), che impiega un quarto d'ora buono per capire come contenere Drago. Da questo duello nasce, puntuale, la prima occasione della ripresa: al vertice c'è di nuovo Nocentini, che si libera al tiro con una giravolta completa e poi scarica un destro potentissimo sotto il primo incrocio ben protetto di nuovo da Servi. L'angolo lo calcia Kurti, che nella pausa aveva rilevato Galletti e che chiama lo schema per Drago: senza una deviazione minima e decisiva, il suo tiro sarebbe finito al di qua invece che al di là del palo lontano (47'). Invece la Floria si salva, e si salva di nuovo sul destro di Kurti, che in corsa calcia alto (51') sulla sponda di Nocentini, e sul milionesimo angolo che lo Scandicci fa spiovere in mezzo all'area di rigore: stavolta, a rientrare da destra, se n'incarica Drago, sul cui traversone teso Torracchi riesce soltanto a deviare piano verso Servi (54'). Dunque la Floria resta sul doppio vantaggio, del quale però non s'accontenta: si spiega così, e col timore - comprensibile - per la forza dello Scandicci, che dà l'impressione di poter riaprire la partita in ogni istante, l'intensità delle proteste per un possibile fallo commesso da Baroncelli Lancisi su Bitossi (aveva appena rilevato Lapo Landi, sommerso dagli applausi) dopo lo scambio nello stretto con Guarducci: in effetti la maglia s'allunga, Bertocci (cattiva direzione) fa cenno d'aver visto, e probabilmente ha visto male. Digerito senza conseguenze l'episodio, lo Scandicci torna ad attaccare; e attacca con ancora più effettivi nel momento in cui Bernocchi rinuncia a un difensore per ridisegnare la difesa (alla fine saranno Prelashaj e Gelli ad affiancare Morosino) e soprattutto sganciare Torracchi dai compiti di copertura. L'intuizione è fondata, lo dimostra il fatto che da cinque metri sia lui a sferrare il tiro che sul rasoterra di Salvadori prolungato da Focardi (fuori Lodovisi) avrebbe potuto riportare lo Scandicci in partita; e lo avrebbe fatto se la parata di Servi, d'istinto col piede destro, non avesse mantenuto inviolata la porta della Floria. È uno dei due episodi sui cui gira il finale; l'altro vede protagonisti Izzo, uscito sulla trequarti per velocizzare una nuova azione d'attacco e impreciso nell'appoggio orizzontale per Morosino, e Martini, che chiusa la linea di passaggio ottiene il possesso e calciando da lontano col destro rasoterra spedisce il pallone nella porta incustodita. È l'emblema della mattinata dello Scandicci, cui un po' per colpa propria e un po' per sfortuna è andato tutto male, e della domenica memorabile della Floria, il cui ruggito che all'ora di pranzo riecheggia per Campo di Marte spiega molte cose. .
Calciatoripiù : per evitare la sconfitta non bastano due interpreti ottimi e un buon ingresso, e dunque lo Scandicci perde nonostante l'abnegazione di Torracchi e di Drago (sensazione pesante: quest'anno segnerà tanto) e gli inserimenti di Kurti , subentrato nell'intervallo; non bastano perché la Floria è favolosa in tutti i reparti, perché Fibbi sblocca la partita con un destro da mezzala, perché Lafsahi è già stato incoronato sovrano della mediana, perché Lapo Landi segna all'esordio, perché Gensini sfonda il contachilometri da quanto corre sulla destra, e soprattutto perché Servi si candida a essere il miglior portiere della Toscana.
Samuele Tofani